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info pag.21 - My Blog - Scienza - Psiche

Apro un blog (un diario) tematico di News sulla Psiche.

Collezionerò qui -in modo più sistematico- tutte le notizie raccolte che riguardino la Psiche e dei commenti.

Lascerò invece alla pagina Link ..

le notizie che hanno un rilievo con la psicoingegneria, riguardano la letteratura, la musica, la mass-mediologia, il design, la politica, le strategie sulle fonti di energia, lo spettacolo, e quanto già scritto (in passato) magari pure sui temi di Psicologia ..

poiché parte con oggi, 18 marzo 2009, questo spazio specifico: My Blog - Scienza - Psiche

Grazie dell'attenzione,

potete scrivermi a

mailto:cibernetics_2002@yahoo.it

Ing. P.T.

Psiche: sulla bellezza del pensiero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Home > info pag.21 - My Blog-News-Scienza-PSICHE

 

Blog 22 AGOSTO 2009:

Titolo: Correlazione tra

"sclerosi multipla" &

"intossicazione da metalli pesanti"

(nella foto di Anastasia il concetto di "armonia")

Vorrei contribuire a fare informazione scientifica su un tema molto delicato, come quello nel titolo.

La occasione ci è fornita da Matteo Dall'Osso, laureato in ingegneria, che ci racconta come possa avvenire il completo recupero da una malattia come la sclerosi multipla non arrendendosi psicologicamente a rimanere supini a un protocollo terapeutico che non esamini tutte le informazioni disponibili e le ipotesi di terapia.

Matteo Dell'Osso ha dovuto persino subire pressioni di essere dichiarato inabile di intendere e di volere (procedura dell'interdizione), poiché non voleva arrendersi alle terapie tradizionali.

Cose base da fare (secondo Matteo -e sotto controllo medico che nei video è dettagliato- che applicando questo protocollo è guarito) se si vuole verificare se si è intossicati dai metalli pesanti (come per esempio per le amalgame usate nelle otturazioni dentrarie):

  • Flebo Celante
  • Esame delle urine per vedere se si è intossicati da metalli pesanti
  • Terapia per disisntossicarsi dai metalli pesanti

Ecco i video che raccontano i fatti:

parte 1/3:

http://www.youtube.com/watch?v=NTJGo1rIWlQ

parte 2/3:

http://www.youtube.com/watch?v=sUt8nioSJGE&NR=1

parte 3/3:

http://www.youtube.com/watch?v=BROneKyKSso

Il sito di Matteo Dall'Osso:

http://www.matteodallosso.org/

 

--

Blog 10 APRILE 2009:

Titolo: Terremoto ..

Subject:
Re: terremoto
Date:
Fri, 10 Apr 2009 08:52:44 +0200
From:
L <parmenide_2002@yahoo.it>
Newsgroups:
it.discussioni.psicologia
References:
1

orsopoeta wrote:

> ieri sul giornale leggevo un articolo in cui si parlava di una ragazza -
> psicologa dell'emergenza - appena intervenuta a onna. se ne andava in
> giro con un foglietto che distribuiva alla gente in cui elencava i
> sintomi del disturbo da stress post traumatico. "se ne avvertite almeno
> uno, venete da noi. fatevi aiutare!".
>
> tra questi - i classici diarrea, disturbi del sonno, senso di impotenza,
> disagio per esserci ancora (...) - che mi ha colpito tantissimo c'era un
> "vergogna per la vulnerabilità".
>
> e ho pensato subito al carattere della gente d'abruzzo. forte, coriaceo,
> dignitoso. caratteri ancora piu' presenti in gente di quei paesini di
> campagna.
> ecco... spero con tutto il mio cuore che abbiano la forza di lasciarsi
> aiutare. lo spero con tutto il cuore.
>
> penso agli anziani agricoltori, bruciati dal sole. i loro campi, le loro
> bestie nella stalla, una moglie in casa, e figli da sfamare (anzi, gia'
> sfamati perchè *li* hanno resi grandi). e la *fatiga* (è un termine
> dialettale, credo si dica anche in abruzzo. non e' un termine
> traducibile per i non marchigiani/abruzzesi. indica la fatica di un
> dovere ancestrale, perenne a cui l'uomo non puo' sotrarsi...)
> di vivere a forza delle proprie spalle grandi, con il lavoro delle
> *proprie* mani... invulnerabilmente.
> ce ne sono ancora di queste persone in quei luoghi rurali. per loro piu'
> difficile di altro sarà adeguarsi a chi li vuole aiutare sinceramente.
> sarà prendere aiuto senza *poter* dare nulla in cambio.
> se non un grazie, o un sorriso. che spesso basta. ma *a loro* no.

Vedi, caro Orsopoeta, ..

.. l'uomo, come specie animale, ha manifestato un di più rispetto alle
altre specie animali.

La capacità non solo di organizzarsi in "branchi", ma anche una
*capacità predittiva*.

Prendiamo -per esempio- i primi uomini che

1) costruivano una buca enorme

2) vi mettevano dei pali acuminati piantati sul fondo (lance)

3) ricoprivano la buca con delle frasche

4) attiravano un dinosauro sul posto

Tutta questa capacità di elaborazione "collettiva" non è banale.

Voglio dire che se in un nucleo di "umani" si costruisce una città ..
non è che ci possiamo dimenticare che le case possano crollarci in
testa!

Psicologicamente parlando rinunciare ad una capacità "predittiva" -> fa
la differenza tra una specie animale che si estingue -> e un'altra che
sopravvive.

Dare credito a coloro che dicono "basta -per risollevarci dalla crisi-
costruire il 20% in più delle case togliendo lacci e laccioli" e non
porsi personalmente la responsabilità di mandare i figli a scuola in una
struttura edilizia fatiscente e non antisismica .. non è semplicemente
una questione che ci fa sopravvivere perché siamo abruzzesi o siciliani
.. ed invocare l'orgoglio campanilistico anziché la ragione.

E' una questione di metodo.

La capacità di analisi di una qualunque situazione, in specie
psicologica, si fonda sul *principio di responsabilità*.

Se ad una o più persone NON risulta ciò che dice anche una persona che
abbia autorità: lo psicologo, il sindaco, il presidente della regione,
il presidente della repubblica, il rappresentante della banca centrale
europea, il rappresentante delle nazioni unite, qualunque carica e
competenza a qualunque alto livello che sia ..

allora

va tutelato il concetto di *responsabilità _personale_*.

Non è facile questo concetto che sto dicendo, ma va affrontato.

Il 31 marzo 2009 si era riunita "la commissione grandi rischi" e aveva
rassicurato la popolazione che non c'era rischio, mentre sono morte -a
oggi- 287 persone.

Sto dicendo che non si può dare la colpa alla commissione, ma bisogna
cominciare ad elaborare *il concetto di non delegare ad altri*, benché
magari specificatamente più competenti, una _responsabilità che deve
essere personale_ (come ultima scelta, sentito ciò che c'era da sentire,
valutato ciò che c'era da valutare).

Prendiamo il concetto di *diritto di libertà di cura*.

E' senzaltro da sentire le competenze più specifiche che sia possibile,
ma non delegare ad altri il poter dire l'ultima parola su ciò che
riguarda la _nostra_ singola salute.

Oggi, nel 2009, ancora ci sono persone che ipotizzano di "fare scorrere
corrente elettrica nel cranio dei malati" -> poiché si è osservata la
cancellazione di traumi nelle persone così trattate.

Dovremmo potere obiettare a questo orrore?

O dobbiamo dare per scontato che "l'ha detto il dottore" sia una ragione
necessaria e sufficiente per farci "passivi", per rinunciare al nostro
diritto di dire l'ultima parola su ciò che ci riguarda?

Il dramma del terremoto -> ci deve pure insegnare qualcosa ..


http://www.corriere.it/salute/09_marzo_17/depressione_cervello_caricato_come_pila_4441371c-130c-11de-8994-00144f02aabc.shtml


Salute felicità,

L

P.S.

More Info:

Giampaolo Giuliani (il ricercatore in sismologia che aveva previsto il terremoto) ai link seguenti:

 

--

 

Blog 23 MARZO 2009:

Titolo: Insegnati a rischio follia?

Navigando su internet ho trovato la seguente notizia:

http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/article4452.html

--

cit on

--

segnalato da Anna Melchiori
Kataweb
Le ragioni di un fenomeno che minaccia l’equilibrio dell’intero mondo scolastico e gli interventi necessari nell’intervista a Vittorio Lodolo D’Oria, autore della ricerca e responsabile Area Scuola e Sanità della Fondazione Iard

di Federico Pace

Ci racconta da dove è partita questa indagine?
La ricerca coinvolge casi che vanno dall’inizio del 1992 fino a dicembre 2003 e copre quindi dodici anni di osservazione. Lo spunto è stato del tutto occasionale ed è venuto adll'osservazione che, nei primi anni della Commissione, i casi psichiatrici coinvolgevano quasi sempre gli insegnanti. Così dal 1998 ho deciso di andare a raccogliere tutti i casi che avevo analizzato come medico.

Cosa la spinge a lanciare un grido d’allarme?
Se è vero che il mestiere dell’insegnante è un mestiere ad alto rischio psicopatia, come dimostra questo studio comparato, proprio per il logoramento psico-fisico, allora questi insegnanti vanno tutelati negli interessi di tutti. Nessuno si può chiamare fuori, né studenti, né genitori, né insegnanti, né dirigenti, né ispettori o medici. La cosa strana è che venga tutto sommerso e non se ne parli a fondo da questo punto di vista. Andrebbe detto che i ragazzi hanno insegnanti a rischio di follia.

Quali sono le cause principali?
Le cause sono molteplici. Si va dalla persistente condizione di precario, alle riforme continue e mancate. Dall’ingresso dei sempre più numerosi stranieri nelle classi e dei portatori di handicap nelle classi normali. Ma c’è anche la rottura fra l’asse genitori-insegnati a favore dell’asse genitori-figli. Il genitore è il sindacalista del figlio. Il figlio è quasi sempre unico oggetto di tutte le proiezioni narcisistiche del genitore. Deleghiamo sempre di più a questi poveri insegnanti.

Quali sono le principali patologie?
Più del settanta per cento sono di tipo ansioso-depressivo e quindi patologie secondarie e non primitive come la schizofrenia o i disturbi di personalità. Questo vuol dire che sono reattive e secondarie a una situazione di disagio e poiché noi diciamo che eventi stressanti di vita privata incidono ugualmente nelle quattro popolazioni osservate le cause sono a carico dell’attività professionale.

Alle volte si fa confusione tra mobbing e psicopatia…
Il confine che le separa è molto sottile. I casi più gravi di insegnanti con una psicopatia franca denunciano di solito di essere mobbizzati. Bisogna fare una distinzione tra quello che è un caso di mobbing vero e proprio e quello che invece è affetto da psicopatia.

Si può parlare quindi di mestiere usurante anche per gli insegnanti?
Questo è un mestiere ad alto logoramento psico-fisico. Uno dei grossi problemi è che questo problema non viene riconosciuto. Gli stereotipi sono un cancro che erodono lo stesso insegnante. Il docente si vergogna di star male facendo una professione dove gli viene concessa mezza giornata libera. La vergogna è quella macchina che fa scattare l’isolamento e l’isolamento è quello che fa passare da una situazione di stress e a una situazione di psicopatia e poi di isolamento sociale. E’ una dinamica perversa.

Nella ricerca si registra un peggioramento negli ultimi anni del numero dei casi…
Questo dato è molto interessante perché l’incremento coincide con la riforma delle baby-pensioni. Dalla Riforma Amato abbiamo avuto un’escalation dal 45% al 57%. Questa prevalenza di malattie psichiatriche cresce negli insegnanti mentre invece va a livellarsi nelle altre professioni. Con le baby-pensioni si poteva andare in pensione con 15 anni sei mesi e un giorno. Tutte le persone che si sentivano esaurite prendevano la palla al balzo e uscivano. Ora invece il sistema ti obbliga in modo coatto ad andare avanti ad insegnare, l’unico modo per uscire da questo disagio è quello di ricorrere alla commissione di inabilità lavoro.

E’ un escamotage?
Assolutamente no. Tutti i provvedimenti (quasi il 90%) dicono che chi lo richiede è davvero inabile all’insegnamento. Gli insegnanti sono davvero in difficoltà.

Qual è il comportamento dei sindacati riguardo a queste tematiche?
C’è una inspiegabile assenza da parte sindacale. La riforma delle pensioni era più che giusta, però nessuno, nemmeno i sindacati hanno studiato il fenomeno. Anche perché c’è il problema della causa di servizio. Se questi insegnanti facessero la causa di servizio non sarei molto tranquillo per la casse statali.

Colpisce anche il fatto che non ci siano diversità significative per i diversi livelli scolastici…
Aggiungerei il dato interessante di uno studio della collega Vizzi di Torino dove si vede che le malattie esordiscono prima negli insegnanti delle elementari, poi in quelli delle medie e infine nei docenti delle superiori. Questo perché gli insegnati delle elementari cominciano a lavorare prima. Le patologie escono dalla fase latente dopo circa 20-22 anni. Le patologie quindi sono direttamente legate agli anni di servizio mentre il livello scolastico di insegnamento è indifferente. Questo spiega anche perché il ternd mostra un aumento dopo la riforma delle pensioni. E non potranno che aumentare.

Sorprende anche il fatto che non ci sia differenza nei dati della componente femminile e di quella maschile. Stanno tutti male?
In un recentissimo studio mondiale dell’Oms si dice la donna si ammala il doppio di depressione rispetto all’uomo e di ansia per il triplo dei casi. Ebbene invece per i docenti i dati sono identici. Questo significa che il fattore di logoramento legato al mestiere dell’insegnante è così forte da annullare le differenze di genere. E secondo me questo è il dato più eclatante della nostra ricerca.

Quali interventi suggerisce?
Bisogna muoversi. Immaginiamo la popolazione degli insegnati come una piramide a tre piani. La punta in alto sono gli “psichiatrici”, ovvero quelli che hanno bisogno delle cure psichiatriche, con questi c’è il problema di come agganciarli e curarli. Poi ci sono quelli di mezzo che sono gli “stressati”, ovvero quelli che rischiano di diventare “psichiatrici”, anche questi devono essere agganciato. Gli appartenenti a questo gruppo devono avere consapevolezza, devono sapere fare un’autodiagnosi, devono essere informati che il loro è un lavoro a rischio e come difendersi, con loro c’è da fare un lavoro di informazione e formazione. E poi c’è la base di quelli sani che vanno mantenuti sani, qui il lavoro di prevenzione.

Quali sono le vostre iniziative?
Noi della Fondazione Iard abbiamo predisposto questo triplice intervento. Soprattutto ai dirigenti scolastici indichiamo come devono comportarsi. La cosa curiosa è vedere come si comporta un dirigente quando ha una “patata bollente” come questa. Il dirigente, quando va bene, si comporta come uno psichiatra e pone lui la diagnosi con il rischio però di venire denunciato. Alcuni chiedono il trasferimento per incompatibilità con il rischio di passare il problema ad un altro istituto. Il rischio che questi casi rischiano di circolare attraverso il sistema scolastico per più di dieci anni. Altri suggeriscono di prendere delle ferie o li mandano in biblioteca.

Viene fuori uno scenario della scuola assai preoccupante…
E’ un mondo sommerso. In questa scuola ci sono casi di insegnanti delle elementari che morsicano gli alunni. Poi è naturale che i bambini rimangano terrorizzati. Questo è un mondo di cui pochi vogliono parlare come invece si dovrebbe.

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cit off

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Commento:

No, secondo me il problema non è l'insegnamento anche se statisticamente è vero (anche per la mia esperienza) trovare insegnati con diversi problemi.

Il problema è proprio l'inverso: ossia il fatto che l'insegnamento

-non è isolarsi e ripetere una lezione

-non è temere le reazioni degli studenti

-non è deprimersi in una routine in cui si ha l'impressione di essere degli scoiattoli che corrono senza muoversi da una ruota girevole ..

L'insegnamento è dare e ricevere, interazione, l'esperienza più bella del mondo.

Una modalità viva che ti colpisce come la coda di uno scorpione .. se cerchi di mentire al desiderio di sapere tuo e di chi aspetta di conoscere anche grazie a te.

 

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Blog 18 MARZO 2009:

Titolo: Elettroshock?

Dal Corriere.it:

http://www.corriere.it/salute/09_marzo_17/depressione_cervello_caricato_come_pila_4441371c-130c-11de-8994-00144f02aabc.shtml

due elettrodi sulla fronte rilasciano corrente a bassa intensità

Depressione: curarla ricaricando
il cervello come una pila


Trattamento sperimentato in Italia: risultati preliminari incoraggianti su pazienti "resistenti" ai farmaci

MILANO - Se il cervello fosse come una pila, la depressione potrebbe essere vista come se il livello della "batteria" fosse basso. Perchè allora non ricaricare un cervello gravemente depresso con la corrente, innocua e indolore? È quello che hanno provato a fare i ricercatori del Policlinico Ospedale Maggiore di Milano guidati da Alberto Priori, in collaborazione con la Clinica Villa Santa Chiara di Verona, in uno studio pubblicato oggi sul Journal of affective disorders.

L'ESPERIMENTO - Gli specialisti hanno applicato due elettrodi sulla fronte dei pazienti, collegandoli a uno stimolatore elettrico gestito da un computer. Il dispositivo, che rilascia una corrente elettrica continua a bassa intensità, è stato testato su 14 pazienti (di cui 13 donne) gravemente depressi e sui quali i farmaci non avevano sortito alcun effetto. "I pazienti - dicono i ricercatori - sono stati sottoposti alla tecnica due volte al giorno per cinque giorni consecutivi, riportando un marcato miglioramento già dopo cinque giorni, che si manteneva per diverse settimane".

PROSPETTIVE - La tecnica potrebbe essere usata su coloro che soffrono delle forme più gravi di depressione, circa il 30% dei 5 milioni di italiani colpiti, e "seppure lo studio sia ancora preliminare e su un piccolo numero di individui, i risultati indicherebbero una nuova possibilità per il trattamento della depressione grave farmaco-resistente". I ricercatori sono già al lavoro per estendere questi primi risultati preliminari:

17 marzo 2009
--

Commento:

E' notorio e presente anche su www.psicoingegneria.it il capitolo "elettroshock"(1)

La questione è semplice da descrivere nella sua assurdità:

1. L'attività del cervello -ed in specie della memoria- è elettro-chimica.
2. Una corrente elettrica che attraversi la scatola cranica perturba la elettrochimica del cervello non in modo specifico, ma caotico, senza un'azione specifica, quindi, né progettuale del passaggio da uno stato iniziale ad uno stato finale, poiché -anche se la regolazione è fatta tramite un computer- *non è noto*(ad oggi) dove la corrente si propagherà e cosa troverà come ricordi, elaborazioni, status quo.
3. E' altresì notorio che "distruggere" la memoria totalmente o parzialmente comporta che non siano più disponibili i ricordi che magari -tra i tanti positivi e/o negativi- erano condizionanti a problemi non risolti da una persona.
4. Non essendo più disponibili i "ricordi negativi" si possono eliminare le dinamiche psicotiche, depressive, di desiderio di suicidio, in generale le patologiche psicologiche o psichiche.
5. Si agisce -quindi- con l'elettroshock -> *non per curare* tramite la rimozione di specifiche cause, quindi non con una impostazione medica, di azione sulle patologie, ma tramite il tentativo di azzerare la memoria di una persona con il rischio di azzerarne anche la personalità, laddove si distruggessero tutti i ricordi e magari la facoltà delle cellule cerebrali di pensare, *se e dove sono state totalmente distrutte*.

Purtroppo anche nel cane di Pavlov si testavano i meccanismi psicologici di vedere di nascosto l'effetto che fa, mentre si potrebbe disporre di un progetto di sintesi -in specie- medica e non di un fare basato su introdurre risultanze dipendenti da azioni caotiche.

Non è -con la moderna scienza- più il tempo del "piccolo chimico", né dell'"apprendista stregone", poiché la scienza è quell'ambito non di un fare inconsulto, ma basato su ciò che deve -per oggettività- risultare a chiunque.

Le metodiche descritte nell'articolo del Corriere.it -qui sopra- lasciamole a chi si nasconda sulla esperimentazione dei campi di detenzione nazista.

Ing P.T.

Nota (1): si veda la pagina http://www.psicoingegneria.it/ANIxD_(link)_pagina-9.htm e in specie il seguente filmato: http://www.youtube.com/watch?v=l1qm4CE7MAY

download articolo:
18-03-2009-depressione+elettroshock.doc

 

 

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non sono riferibili a prescrizioni mediche per cui è opportuno il consulto specifico.