Blog
22 AGOSTO 2009:
Titolo:
Correlazione tra
"sclerosi
multipla" &
"intossicazione
da metalli pesanti"

(nella
foto di Anastasia il concetto di "armonia")
Vorrei
contribuire a fare informazione scientifica su un tema molto delicato,
come quello nel titolo.
La
occasione ci è fornita da Matteo Dall'Osso, laureato in
ingegneria, che ci racconta come possa avvenire il completo recupero
da una malattia come la sclerosi multipla non arrendendosi
psicologicamente a rimanere supini a un protocollo terapeutico
che non esamini tutte le informazioni disponibili e le ipotesi
di terapia.
Matteo
Dell'Osso ha dovuto persino subire pressioni di essere dichiarato
inabile di intendere e di volere (procedura dell'interdizione),
poiché non voleva arrendersi alle terapie tradizionali.
Cose
base da fare (secondo Matteo -e sotto controllo medico che nei
video è dettagliato- che applicando questo protocollo è
guarito) se si vuole verificare se si è intossicati dai
metalli pesanti (come per esempio per le amalgame usate nelle
otturazioni dentrarie):
- Flebo
Celante
- Esame
delle urine per vedere se si è intossicati da metalli
pesanti
- Terapia
per disisntossicarsi dai metalli pesanti
Ecco
i video che raccontano i fatti:
parte
1/3:
http://www.youtube.com/watch?v=NTJGo1rIWlQ
parte
2/3:
http://www.youtube.com/watch?v=sUt8nioSJGE&NR=1
parte
3/3:
http://www.youtube.com/watch?v=BROneKyKSso
Il
sito di Matteo Dall'Osso:
http://www.matteodallosso.org/
--
Blog
10 APRILE 2009:
Titolo:
Terremoto ..

Subject:
Re: terremoto
Date:
Fri, 10 Apr 2009 08:52:44 +0200
From:
L <parmenide_2002@yahoo.it>
Newsgroups:
it.discussioni.psicologia
References:
1
orsopoeta
wrote:
>
ieri sul giornale leggevo un articolo in cui si parlava di una
ragazza -
> psicologa dell'emergenza - appena intervenuta a onna. se
ne andava in
> giro con un foglietto che distribuiva alla gente in cui elencava
i
> sintomi del disturbo da stress post traumatico. "se
ne avvertite almeno
> uno, venete da noi. fatevi aiutare!".
>
> tra questi - i classici diarrea, disturbi del sonno, senso
di impotenza,
> disagio per esserci ancora (...) - che mi ha colpito tantissimo
c'era un
> "vergogna per la vulnerabilità".
>
> e ho pensato subito al carattere della gente d'abruzzo. forte,
coriaceo,
> dignitoso. caratteri ancora piu' presenti in gente di quei
paesini di
> campagna.
> ecco... spero con tutto il mio cuore che abbiano la forza
di lasciarsi
> aiutare. lo spero con tutto il cuore.
>
> penso agli anziani agricoltori, bruciati dal sole. i loro
campi, le loro
> bestie nella stalla, una moglie in casa, e figli da sfamare
(anzi, gia'
> sfamati perchè *li* hanno resi grandi). e la *fatiga*
(è un termine
> dialettale, credo si dica anche in abruzzo. non e' un termine
> traducibile per i non marchigiani/abruzzesi. indica la fatica
di un
> dovere ancestrale, perenne a cui l'uomo non puo' sotrarsi...)
> di vivere a forza delle proprie spalle grandi, con il lavoro
delle
> *proprie* mani... invulnerabilmente.
> ce ne sono ancora di queste persone in quei luoghi rurali.
per loro piu'
> difficile di altro sarà adeguarsi a chi li vuole aiutare
sinceramente.
> sarà prendere aiuto senza *poter* dare nulla in cambio.
> se non un grazie, o un sorriso. che spesso basta. ma *a loro*
no.
Vedi,
caro Orsopoeta, ..
..
l'uomo, come specie animale, ha manifestato un di più rispetto
alle
altre specie animali.
La
capacità non solo di organizzarsi in "branchi",
ma anche una
*capacità predittiva*.
Prendiamo
-per esempio- i primi uomini che
1)
costruivano una buca enorme
2)
vi mettevano dei pali acuminati piantati sul fondo (lance)
3)
ricoprivano la buca con delle frasche
4)
attiravano un dinosauro sul posto
Tutta
questa capacità di elaborazione "collettiva"
non è banale.
Voglio
dire che se in un nucleo di "umani" si costruisce una
città ..
non è che ci possiamo dimenticare che le case possano crollarci
in
testa!
Psicologicamente
parlando rinunciare ad una capacità "predittiva"
-> fa
la differenza tra una specie animale che si estingue -> e un'altra
che
sopravvive.
Dare
credito a coloro che dicono "basta -per risollevarci dalla
crisi-
costruire il 20% in più delle case togliendo lacci e laccioli"
e non
porsi personalmente la responsabilità di mandare i figli
a scuola in una
struttura edilizia fatiscente e non antisismica .. non è
semplicemente
una questione che ci fa sopravvivere perché siamo abruzzesi
o siciliani
.. ed invocare l'orgoglio campanilistico anziché la ragione.
E'
una questione di metodo.
La
capacità di analisi di una qualunque situazione, in specie
psicologica, si fonda sul *principio di responsabilità*.
Se
ad una o più persone NON risulta ciò che dice anche
una persona che
abbia autorità: lo psicologo, il sindaco, il presidente
della regione,
il presidente della repubblica, il rappresentante della banca
centrale
europea, il rappresentante delle nazioni unite, qualunque carica
e
competenza a qualunque alto livello che sia ..
allora
va
tutelato il concetto di *responsabilità _personale_*.
Non
è facile questo concetto che sto dicendo, ma va affrontato.
Il
31 marzo 2009 si era riunita "la commissione grandi rischi"
e aveva
rassicurato la popolazione che non c'era rischio, mentre sono
morte -a
oggi- 287 persone.
Sto
dicendo che non si può dare la colpa alla commissione,
ma bisogna
cominciare ad elaborare *il concetto di non delegare ad altri*,
benché
magari specificatamente più competenti, una _responsabilità
che deve
essere personale_ (come ultima scelta, sentito ciò che
c'era da sentire,
valutato ciò che c'era da valutare).
Prendiamo
il concetto di *diritto di libertà di cura*.
E'
senzaltro da sentire le competenze più specifiche che sia
possibile,
ma non delegare ad altri il poter dire l'ultima parola su ciò
che
riguarda la _nostra_ singola salute.
Oggi,
nel 2009, ancora ci sono persone che ipotizzano di "fare
scorrere
corrente elettrica nel cranio dei malati" -> poiché
si è osservata la
cancellazione di traumi nelle persone così trattate.
Dovremmo
potere obiettare a questo orrore?
O
dobbiamo dare per scontato che "l'ha detto il dottore"
sia una ragione
necessaria e sufficiente per farci "passivi", per rinunciare
al nostro
diritto di dire l'ultima parola su ciò che ci riguarda?
Il
dramma del terremoto -> ci deve pure insegnare qualcosa ..
http://www.corriere.it/salute/09_marzo_17/depressione_cervello_caricato_come_pila_4441371c-130c-11de-8994-00144f02aabc.shtml
Salute felicità,
L
P.S.
More
Info:
Giampaolo
Giuliani (il ricercatore in sismologia che aveva previsto il terremoto)
ai link seguenti:
--
Blog
23 MARZO 2009:
Titolo:
Insegnati a rischio follia?

Navigando
su internet ho trovato la seguente notizia:
http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/article4452.html
--
cit
on
--
segnalato
da Anna Melchiori
Kataweb
Le ragioni di un fenomeno che minaccia lequilibrio dellintero
mondo scolastico e gli interventi necessari nellintervista
a Vittorio Lodolo DOria, autore della ricerca e responsabile
Area Scuola e Sanità della Fondazione Iard
di
Federico Pace
Ci
racconta da dove è partita questa indagine?
La ricerca coinvolge casi che vanno dallinizio del 1992
fino a dicembre 2003 e copre quindi dodici anni di osservazione.
Lo spunto è stato del tutto occasionale ed è venuto
adll'osservazione che, nei primi anni della Commissione, i casi
psichiatrici coinvolgevano quasi sempre gli insegnanti. Così
dal 1998 ho deciso di andare a raccogliere tutti i casi che avevo
analizzato come medico.
Cosa
la spinge a lanciare un grido dallarme?
Se è vero che il mestiere dellinsegnante è
un mestiere ad alto rischio psicopatia, come dimostra questo studio
comparato, proprio per il logoramento psico-fisico, allora questi
insegnanti vanno tutelati negli interessi di tutti. Nessuno si
può chiamare fuori, né studenti, né genitori,
né insegnanti, né dirigenti, né ispettori
o medici. La cosa strana è che venga tutto sommerso e non
se ne parli a fondo da questo punto di vista. Andrebbe detto che
i ragazzi hanno insegnanti a rischio di follia.
Quali
sono le cause principali?
Le cause sono molteplici. Si va dalla persistente condizione di
precario, alle riforme continue e mancate. Dallingresso
dei sempre più numerosi stranieri nelle classi e dei portatori
di handicap nelle classi normali. Ma cè anche la
rottura fra lasse genitori-insegnati a favore dellasse
genitori-figli. Il genitore è il sindacalista del figlio.
Il figlio è quasi sempre unico oggetto di tutte le proiezioni
narcisistiche del genitore. Deleghiamo sempre di più a
questi poveri insegnanti.
Quali
sono le principali patologie?
Più del settanta per cento sono di tipo ansioso-depressivo
e quindi patologie secondarie e non primitive come la schizofrenia
o i disturbi di personalità. Questo vuol dire che sono
reattive e secondarie a una situazione di disagio e poiché
noi diciamo che eventi stressanti di vita privata incidono ugualmente
nelle quattro popolazioni osservate le cause sono a carico dellattività
professionale.
Alle
volte si fa confusione tra mobbing e psicopatia
Il confine che le separa è molto sottile. I casi più
gravi di insegnanti con una psicopatia franca denunciano di solito
di essere mobbizzati. Bisogna fare una distinzione tra quello
che è un caso di mobbing vero e proprio e quello che invece
è affetto da psicopatia.
Si
può parlare quindi di mestiere usurante anche per gli insegnanti?
Questo è un mestiere ad alto logoramento psico-fisico.
Uno dei grossi problemi è che questo problema non viene
riconosciuto. Gli stereotipi sono un cancro che erodono lo stesso
insegnante. Il docente si vergogna di star male facendo una professione
dove gli viene concessa mezza giornata libera. La vergogna è
quella macchina che fa scattare lisolamento e lisolamento
è quello che fa passare da una situazione di stress e a
una situazione di psicopatia e poi di isolamento sociale. E
una dinamica perversa.
Nella
ricerca si registra un peggioramento negli ultimi anni del numero
dei casi
Questo dato è molto interessante perché lincremento
coincide con la riforma delle baby-pensioni. Dalla Riforma Amato
abbiamo avuto unescalation dal 45% al 57%. Questa prevalenza
di malattie psichiatriche cresce negli insegnanti mentre invece
va a livellarsi nelle altre professioni. Con le baby-pensioni
si poteva andare in pensione con 15 anni sei mesi e un giorno.
Tutte le persone che si sentivano esaurite prendevano la palla
al balzo e uscivano. Ora invece il sistema ti obbliga in modo
coatto ad andare avanti ad insegnare, lunico modo per uscire
da questo disagio è quello di ricorrere alla commissione
di inabilità lavoro.
E
un escamotage?
Assolutamente no. Tutti i provvedimenti (quasi il 90%) dicono
che chi lo richiede è davvero inabile allinsegnamento.
Gli insegnanti sono davvero in difficoltà.
Qual
è il comportamento dei sindacati riguardo a queste tematiche?
Cè una inspiegabile assenza da parte sindacale. La
riforma delle pensioni era più che giusta, però
nessuno, nemmeno i sindacati hanno studiato il fenomeno. Anche
perché cè il problema della causa di servizio.
Se questi insegnanti facessero la causa di servizio non sarei
molto tranquillo per la casse statali.
Colpisce
anche il fatto che non ci siano diversità significative
per i diversi livelli scolastici
Aggiungerei il dato interessante di uno studio della collega Vizzi
di Torino dove si vede che le malattie esordiscono prima negli
insegnanti delle elementari, poi in quelli delle medie e infine
nei docenti delle superiori. Questo perché gli insegnati
delle elementari cominciano a lavorare prima. Le patologie escono
dalla fase latente dopo circa 20-22 anni. Le patologie quindi
sono direttamente legate agli anni di servizio mentre il livello
scolastico di insegnamento è indifferente. Questo spiega
anche perché il ternd mostra un aumento dopo la riforma
delle pensioni. E non potranno che aumentare.
Sorprende
anche il fatto che non ci sia differenza nei dati della componente
femminile e di quella maschile. Stanno tutti male?
In un recentissimo studio mondiale dellOms si dice la donna
si ammala il doppio di depressione rispetto alluomo e di
ansia per il triplo dei casi. Ebbene invece per i docenti i dati
sono identici. Questo significa che il fattore di logoramento
legato al mestiere dellinsegnante è così forte
da annullare le differenze di genere. E secondo me questo è
il dato più eclatante della nostra ricerca.
Quali
interventi suggerisce?
Bisogna muoversi. Immaginiamo la popolazione degli insegnati come
una piramide a tre piani. La punta in alto sono gli psichiatrici,
ovvero quelli che hanno bisogno delle cure psichiatriche, con
questi cè il problema di come agganciarli e curarli.
Poi ci sono quelli di mezzo che sono gli stressati,
ovvero quelli che rischiano di diventare psichiatrici,
anche questi devono essere agganciato. Gli appartenenti a questo
gruppo devono avere consapevolezza, devono sapere fare unautodiagnosi,
devono essere informati che il loro è un lavoro a rischio
e come difendersi, con loro cè da fare un lavoro
di informazione e formazione. E poi cè la base di
quelli sani che vanno mantenuti sani, qui il lavoro di prevenzione.
Quali
sono le vostre iniziative?
Noi della Fondazione Iard abbiamo predisposto questo triplice
intervento. Soprattutto ai dirigenti scolastici indichiamo come
devono comportarsi. La cosa curiosa è vedere come si comporta
un dirigente quando ha una patata bollente come questa.
Il dirigente, quando va bene, si comporta come uno psichiatra
e pone lui la diagnosi con il rischio però di venire denunciato.
Alcuni chiedono il trasferimento per incompatibilità con
il rischio di passare il problema ad un altro istituto. Il rischio
che questi casi rischiano di circolare attraverso il sistema scolastico
per più di dieci anni. Altri suggeriscono di prendere delle
ferie o li mandano in biblioteca.
Viene
fuori uno scenario della scuola assai preoccupante
E un mondo sommerso. In questa scuola ci sono casi di insegnanti
delle elementari che morsicano gli alunni. Poi è naturale
che i bambini rimangano terrorizzati. Questo è un mondo
di cui pochi vogliono parlare come invece si dovrebbe.
--
cit
off
--
Commento:
No,
secondo me il problema non è l'insegnamento anche se statisticamente
è vero (anche per la mia esperienza) trovare insegnati
con diversi problemi.
Il
problema è proprio l'inverso: ossia il fatto che l'insegnamento
-non
è isolarsi e ripetere una lezione
-non
è temere le reazioni degli studenti
-non
è deprimersi in una routine in cui si ha l'impressione
di essere degli scoiattoli che corrono senza muoversi da una ruota
girevole ..
L'insegnamento
è dare e ricevere, interazione, l'esperienza più
bella del mondo.
Una
modalità viva che ti colpisce come la coda di uno scorpione
.. se cerchi di mentire al desiderio di sapere tuo e di chi aspetta
di conoscere anche grazie a te.
--
Blog
18 MARZO 2009:
Titolo:
Elettroshock?

Dal
Corriere.it:
http://www.corriere.it/salute/09_marzo_17/depressione_cervello_caricato_come_pila_4441371c-130c-11de-8994-00144f02aabc.shtml
due
elettrodi sulla fronte rilasciano corrente a bassa intensità
Depressione: curarla ricaricando
il cervello come una pila
Trattamento sperimentato in Italia: risultati
preliminari incoraggianti su pazienti "resistenti" ai
farmaci
MILANO - Se il cervello fosse come una pila, la depressione
potrebbe essere vista come se il livello della "batteria"
fosse basso. Perchè allora non ricaricare un cervello gravemente
depresso con la corrente, innocua e indolore? È quello
che hanno provato a fare i ricercatori del Policlinico Ospedale
Maggiore di Milano guidati da Alberto Priori, in collaborazione
con la Clinica Villa Santa Chiara di Verona, in uno studio pubblicato
oggi sul Journal of affective disorders.
L'ESPERIMENTO
- Gli specialisti hanno applicato due elettrodi sulla fronte dei
pazienti, collegandoli a uno stimolatore elettrico gestito da
un computer. Il dispositivo, che rilascia una corrente elettrica
continua a bassa intensità, è stato testato su 14
pazienti (di cui 13 donne) gravemente depressi e sui quali i farmaci
non avevano sortito alcun effetto. "I pazienti - dicono i
ricercatori - sono stati sottoposti alla tecnica due volte al
giorno per cinque giorni consecutivi, riportando un marcato miglioramento
già dopo cinque giorni, che si manteneva per diverse settimane".
PROSPETTIVE - La tecnica potrebbe essere usata su coloro
che soffrono delle forme più gravi di depressione, circa
il 30% dei 5 milioni di italiani colpiti, e "seppure lo studio
sia ancora preliminare e su un piccolo numero di individui, i
risultati indicherebbero una nuova possibilità per il trattamento
della depressione grave farmaco-resistente". I ricercatori
sono già al lavoro per estendere questi primi risultati
preliminari:
17
marzo 2009
--
Commento:
E'
notorio e presente anche su www.psicoingegneria.it il capitolo
"elettroshock"(1)
La
questione è semplice da descrivere nella sua assurdità:
1.
L'attività del cervello -ed in specie della memoria- è
elettro-chimica.
2. Una corrente elettrica che attraversi la scatola cranica perturba
la elettrochimica del cervello non in modo specifico, ma caotico,
senza un'azione specifica, quindi, né progettuale del passaggio
da uno stato iniziale ad uno stato finale, poiché -anche
se la regolazione è fatta tramite un computer- *non è
noto*(ad oggi) dove la corrente si propagherà e cosa troverà
come ricordi, elaborazioni, status quo.
3. E' altresì notorio che "distruggere" la memoria
totalmente o parzialmente comporta che non siano più disponibili
i ricordi che magari -tra i tanti positivi e/o negativi- erano
condizionanti a problemi non risolti da una persona.
4. Non essendo più disponibili i "ricordi negativi"
si possono eliminare le dinamiche psicotiche, depressive, di desiderio
di suicidio, in generale le patologiche psicologiche o psichiche.
5. Si agisce -quindi- con l'elettroshock -> *non per curare*
tramite la rimozione di specifiche cause, quindi non con una impostazione
medica, di azione sulle patologie, ma tramite il tentativo di
azzerare la memoria di una persona con il rischio di azzerarne
anche la personalità, laddove si distruggessero tutti i
ricordi e magari la facoltà delle cellule cerebrali di
pensare, *se e dove sono state totalmente distrutte*.
Purtroppo
anche nel cane di Pavlov si testavano i meccanismi psicologici
di vedere di nascosto l'effetto che fa, mentre si potrebbe disporre
di un progetto di sintesi -in specie- medica e non di un fare
basato su introdurre risultanze dipendenti da azioni caotiche.
Non
è -con la moderna scienza- più il tempo del "piccolo
chimico", né dell'"apprendista stregone",
poiché la scienza è quell'ambito non di un fare
inconsulto, ma basato su ciò che deve -per oggettività-
risultare a chiunque.
Le
metodiche descritte nell'articolo del Corriere.it -qui sopra-
lasciamole a chi si nasconda sulla esperimentazione dei campi
di detenzione nazista.
Ing
P.T.
Nota
(1): si veda la pagina
http://www.psicoingegneria.it/ANIxD_(link)_pagina-9.htm e
in specie il seguente filmato: http://www.youtube.com/watch?v=l1qm4CE7MAY
download
articolo:
18-03-2009-depressione+elettroshock.doc
|