Subject: Re: Tenacia e ostinazione: discriminazione empirica o ...? Date: Thu, 24 Sep 2009 13:25:03 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia Vincenzo Del Piano wrote: > > Si sa che per soddisfare un proprio desiderio, spesso occorre tenacia; e che > essa non può essere cosa di breve durata, né di impegno poco costoso. Nel > frattempo -nonostante tempo e impegno- è possibile che non si raggiungano > risultati valutati (da sè!) soddisfacenti. > > In quel tempo, sorge (o no?) qualche dubbio sulla soddisfacibilità del > desiderio motivante? Dipende. Intanto ciao .. : - ) Aggiungo, secondo me: Dipende da cosa sia da perseguire. Faccio un esempio: Supponiamo che voglia fare volontariato. Se non mi prefiggo che i cechi vedano, e i sordi odano, ma solo di prestare un po' del mio tempo per aiutare chi è in difficoltà, non ho raggiunto una cosa desiderabile come "togliere le malattie dal mondo", ma ho però raggiunto di "fare qualcosa per gli altri" e ciò è stato utile anche per il mio equilibrio, per sentirmi utile. > E può (o no?) accadere che il dubbio si faccia interrogativo (opportuno, > imho!) circa la qualità sostanziale dell'impegno? Avere dubbi è sempre ottimo, ma bisognerebbe provare a fissare dei range di soddisfacimento delle tesi che affermiamo. Ad esempio: Supponiamo che io eseguo i calcoli per costruire un solaio. Mi viene il dubbio che i calcoli possano essere errati. Allora eseguo i calcoli con un software, in automatico, poi li faccio controllare ad una persona di cui mi fido. Poi verifico gli ordini di grandezza di chi ha fatto opere analoghe. Alla fine di tutti questi ed eventualmente altri controlli, allora, dico ... ok -> secondo me è ok, magari lo sovradimensiono un po', per sicurezza, e lo mando per l'approvazione agli uffici competenti. Se però volessi che il modello matematico descriva esattamente un modello fisico -> i calcoli potrebbero non essere mai perfettamente esatti. Quindi necessita trovare un range di soddisfacimento della tesi. > Come si fa, ipoteticamente, a distinguere tra necessaria tenacia ... e > inutile ostinazione? > E COSA si usa come parametro, per discriminare tra le due? > Basta una valutazione empirica degli effetti progressivamente osservabili > ... o è necessaria una valutazione che coinvolga le proprie "categorie e > istanze" psichiche? > > Grazie delle (eventuali) esposizioni di opinioni. > > -- > Vincenzo Ho provato a fare degli esempi a me più vicini (l'ingegneria). La soluzione che vada bene per tutto -secondo me- non esiste. Nella cibernetica, ad esempio, si dice che è la barca (che dovremmo guidare) che ci sostiene, e il timone (che abbiamo in mano) che la guida. Ma nessuno vieta di trasbordare in una barca migliore, se c'è, oppure di inventarsela, o comprarla già bella e fatta, se possibile. In mancanza .. bisogna farsi bastare, per la mia esperienza, ciò che sia disponibile. Tra ciò che è disponibile c'è anche godersi il mare ed il canto delle sirene, che -anche se la barca è piccola- è bellissimo .. : - ) Saluti felicità, L