Subject: Re: Non capire i simboli Date: Sat, 09 Aug 2008 10:14:27 +0200 From: elledi Organization: linuxfan.it News Server Newsgroups: it.discussioni.psicologia ElTigno in wrote: > Mi sono accorto che in generale non riesco a capire > assolutamente l'arte ne ad apprezzarla (letteratura e musica > apparte), che non ho fantasia e che spesso, molto spesso, devo > sforzarmi tantissimo per mantenere una conversazione con > qualcun'altro, specie quando entra in gioco l'umorismo. Molto > spesso non riesco a capire quando una persona scherza, più spesso > ancora un sacco di gente pensa che la stia sfottendo quando in > realtà non lo sto facendo per niente :D In generale posso arrivare > a capire l'arte e questo tipo di cose, ma è una comprensione senza > partecipazione: leggo il libretto di istruzioni interno e lo > applico, ma non c'è nulla né di spontaneo né di emotivo né di > gioioso in questo. Hai detto niente! Sono anni che tento di scriverci qualcosa ma è un discorso talmente complesso che mi cascano le braccia ogni volta e ogni volta ci vedo collegamenti e pezzi nuovi..insomma Babele (parola non a caso ;-)))) Il quesito riguarda la formazione del simbolico. Ogni cultura ha bisogno di un codice/regola. La creatività per prima ha bisogno di regole: se esiste una regola si può infrangerla, originare del nuovo e definirsi/esser definiti creativi. Per capirla però occorre che i codici siano condivisi (non posso capire/valutare la creatività di uno zulù perchè non so le sue regole). In più l'arte, e soprattutto quella moderna, porta in sè il simbolico del sogno ("tutto è possibile"): dunque il segno assume moltissimi significati a seconda del suo autore. Questo rende le cose difficili perchè diventa necessario conoscere l'autore, entrare nel mondo dell'altro e fare un notevole lavoro di comprensione. Se questo lavoro/fatica non ci è abituale (es. mancano troppi parametri anche solo di cultura) ecco che rischia di fallire la relazione. Per capirsi: se non sai o percepisci che "Les demoiselles d'Avignon" hanno qualcosa di "strano" rispetto al contesto del tempo e non sai che sono l'immagine di prostitute spagnole, non arrivi a cogliere la rottura di Picasso artista col pensiero e la tradizione borghese ma anche la capacità e i problemi dell'uomo. Private del contesto le cose non hanno senso e il non-senso diventa confusione.(beeeestiaaa che ovvietààà ;-)))))) Per la musica è leggermente diverso nel senso che l'udito ha una via neurale privilegiata rispetto alla vista. La vista chiede di essere elaborata e in modo complesso per la nostra stessa sopravvivenza mentre la musica può anche essere goduta in maniera "primaria", "istintiva" (non so come dirlo...qualcosa che si sottrae al medium cognitivo) ma imho è una maniera riduttiva(?) arcaica (?) grezza(?) di viverla e goderla. Credo che sapendo, chessò del bambino prodigio, della megalomania e dell'angoscia depressiva di Mozart si possa capirlo assai meglio ed essere maggiormente coinvolti. Questo implica IMHO la necessità di non essere consumatori della musica ma far entrare dentro noi Mozart ed entrare nel suo mondo. Tuttavia la musica non è solo suono, esiste una musica/armonia delle parole, scritte e dette, dei colori, del segno...tanto come il loro rumore. Ma non vado oltre perchè nel merito sono una pulce e c'è chi ne sa moooooolto più di me. Nella comunicazione funziona più o meno uguale: Roland Barthes dice "Il corpo dell' altro è un' immagine per me" Dunque un simbolo. E se cade il simbolico cade la comunicazione/comprensione fra corpi. Mi fermo qui. Non so quanto questo c'entri con gli aspenger. Forse, possibile ma anche no. Son possibili anche vicende educative, contesti non allenati al simbolico, solitudine, ecc. Imho in ogni caso il simbolico si educa, si allena, almeno in parte. -- Ciao elledi