Subject: Re: Non capire i simboli Date: Sat, 09 Aug 2008 09:30:40 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia ElTigno wrote: [...] > Ha un nome, questa "cosa"? Le prime due cose che ho pensato sono la > dislessia e la sindrome di aspenger, e a leggere la descrizione della > seconda mi ci sento molto vicino, specie ripensando alla mia vita. È > come se non riuscissi davvero a entrare in contatto con le altre > persone: ho amici, ma nessuno a cui mi senta veramente legato; li > sento come ospiti piacevoli di un salotto comune ma non riesco mai a > creare niente di più. Forse qualcosa c'è solo con i famigliari. Mai > avuto donne, e ne ho una paura tremenda. > > Non so, da un lato scoprirlo è una piccola liberazione perchè mi da > finalmente un motivo di smettere la recita, però mi piacerebbe sapere > se è davvero "qualcosa" e se sì come "chiamate" quella cosa :) > > Ciao, grazie di avermi ascoltato. Prendo anche io il coraggio (grazie al bell'intervento di elledi) per dire qualcosa sull'interpretazione dei simboli, ossia sulla semeiotica. Anzitutto a ma piace l'esame del linguaggio che è prima di tutto il linguaggio scritto *come regno del segno* -> che ci differenzia da tutte le altre specie viventi (storicamente e culturalmente è -invece- il linguaggio orale la forma più profonda di comunicazione). L'uomo affida al segno -> per dire, per elaborare, per significare (esiste nella scienza propria una branca della sceinza detta "teoria dei segnali" che -tra l'altro- si suddividuno -per trattazione- in determnistici & aleatori). Se esaminate -per esempio- il nome semeiotica, dovremmo scriverlo seme-jotica. Il seme è lo jota. Oggi si tende a scriverlo semiotica e così -impercettibilmente e senza accorgercene- ci allontaniamo da ciò che ha originato la vicinanza tra il segno e il significato del segno. http://it.wikipedia.org/wiki/Semiotica La stessa etimologia si va perdendo, imputando a "segno" (vedi il link di wikipedia) e non a jota il valore di cosa sia trattato. Da ciò nasce (ossia dal massimalismo di non esaminare la parola stessa che si esamina) -ad esempio- la convinzione che non ci sia relazione tra un suono o una scrittura e il relativo significato. Ritorniamo alla seme-jotica: Non è forse lo jota il minimo segno dell'alfabeto greco? http://it.wikipedia.org/wiki/Alfabeto_greco Ci sono corrispondenze anche con altri alfabeti, ad esempio quello ebraico dove lo jota corrisponde allo yod. Sia nel caso dello jota che nel caso dello yod (che poi è l'anagramma della parola dyo, dio), siamo in presenta dei segni minimi, i più labili, quelli apparentemente meno importanti (si veda il link dove è presentata la rappresentazione in caratteri orginali). Eppure la capacità di intuizione è fatta dallo scorgere anche i dettagli, anche quelli minimi, quindi neanche uno jota (sebbene è appena un trattino -> nell'alfabeto greco -ma in verticale-, mentre è sempre un trattino -> nell'alfabeto ebraico -ma in orizzontale-) andrebbe trascurato! Ora torniamo a noi: Io sono una persona che si considera intuitiva sopra la media. Ma al liceo ero considerato non essere "portato" per la matematica. Io -però- ero convinto del contrario: Ossia che non era vero che io non riuscivo a "intuire" il simbolismo della matematica .. ma era il modo come mi era offerto .. il fatto che creava in me uno *scollamento* dalla possibilità di accogliere .. *illazioni non giustificate*! : - ) Beh -direte voi- ognuno ha le sue opinioni e giriamo pagina. Neanche per idea: Io -anche per dimostrare che questa mia tesi era vera- mi vado a iscrivere in una facoltà ancor peggiore che quella di matematica o fisica per quanto riguarda la eccellenza che si sostiene che debba avere la capacità di intuizione -> ingegneria (il regno dell'eureka, l'intuizione per stereotipo). In specie mi riproponevo di non assimilare concetti -> se non dopo avere capito i passaggi logici -> che li giustificassero (i concetti). Bene, posso garantirvi che -quasi sempre- le persone più sensibili hanno problemi con il simbolismo e la matematica o la fisica o l'ingegneria non perché sono stupide (le persone) o hanno problemi mentali -> ma proprio perché -> la loro _sensibilità_ gli vieta di violentare la logica. La prova del 9 -per quanto mi riguarda- la ebbi una volta che detti delle ripetizioni di matematica ad un ragazzo che era stato rimandato in matematica ed in inglese. Ebbene io gli spiegai: Tu hai difficoltà a memorizzare o capire perché come è spiegata -la matematica- sui libri -quasi sempre- è in modo non completo. Ora devi studiare: 1) una prima volta per ricostruire la logica di quello che stai trattando, magari su più libri. 2) una seconda volta per organizzare una modalità mnemonica per riesporre pochi concetti fondamentali. Superò l'esame del 5 anno del liceo e si inscrisse ad ingegneria. Capì che lo stupido non era lui. Saluti, L P.S. Nel modello unico pf 2008 (compilazione software) di quest'anno della sogei -> solo dopo averlo compilato fino alla fine con la tecnica che "devi riempire e non riflettere se stai facendo delle cose sensate" -allora- ti accorgi che quando dici "stampa" il software ti stampa anche dei "quadri" che tu non hai mai riempito (e pure ti erano richiesti nel modello cartaceo)! Ciò è perché il programma li _deduce_ da altre informazioni che pure gli hai dato. Ora però non dovevo anche saperlo io _prima_ che ciò accadesse? (magari con un messaggio di informazione durante la compilazione?) E' lo stesso caso -frequente- di osservare che nei libri di matematica alcune nozioni propedeutiche alla comprensione non sono scritte _prima_ ma _***dopo***_ il capitolo in cui servivano! : - ) Non a caso tra i matematici si *utilizza* la *dissociazione mentale* (vedi il caso di Nash) -in modo involontario- come "tecnica" della intuizione! (ossia tutti i dati sono liberamente fluttuanti, come in un delirio onirico, e si possono collegare tra loro in vario modo e secondo più percorsi). http://it.wikipedia.org/wiki/John_Nash Analogamente solo il sapere che -nell'esposizione di trattazioni matematiche- vi possono essere "problemi di dissociazione mentale" -> ci immunizza dall'andare fuori di testa e utilizzare le tecniche per esempio di *catalogazione non giustificata*, se non da nostre convenzioni -magari- provvisorie. Infatti lo studio della matematica e del simbolismo è -in primis- lo studio dell'equilibrio con cui fu ideata una rappresentazione _ma anche_ della capacità di scorgere *le deviazioni mentali* -> quando e se vi siano.