Subject: Re: Memoria non verbale Date: Thu, 10 Apr 2008 11:53:39 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia Artiglio wrote: > > Sono un operatore di casa famiglia nella quale un adolescente in un > test somministrato raggiunge un punteggio scarso nella valutazione > della memoria di cui sopra. C'è da dire che in generale il suo > apprendimento è scarso. La sua personalità risulta essere però > dinamica e socievole. > > Due domande: > Avete dei suggerimenti per un intervento che mira a potenziare la sua > memoria, e più in generale il suo metodo di apprendimento? > Siete a conoscenza di qualche link utile, che spiega un pò > sull'argomento? > > Ho cercato a zonzo sul web ma niente di interessante e specifico! > > Grazie per la pazienza e il tempo che dedicherete a questo post! :-) Un piccolo contributo alla questione: A volte si tende "settorializzare" gli argomenti riguardanti la psiche. Non che sia sbagliato entrare in uno specifico quando un esame scientifico si fa molto di dettaglio, ma l'argomento "memoria" & i meccanismi che la governano -> è uno degli argomenti che meno si prestano a ciò. Esiste una ampia letteratura sul "potenziamento della memoria" e -poiché è molto difficile andare a investigare quale che sono le cause che la rendono più "potente"- spesso ci troviamo di fronte a una collezione di "euristiche", ossia di proposte motivate da una sperimentazione per risultati sperimentati come efficienti, ma non inquadrati all'interno di una teoria generale. L'argomento memoria, escludendo lo studio delle patologie fisiche, rientra -a mio avviso- nella possibilità di gestione delle basi di dati, quindi nella teoria della conoscenza, e -rispetto all'interazione didattica, o autodidattica- nelle modalità di come porsi nello stato di relazione. Dovrebbero essere noti agli operatori didattici, e/o sanitari, a coloro che si interessano di studio scientifico della teoria della conoscenza -inoltre- l'abc su cosa sia la logica formale e la linguistica (Chomsky)(compresi i rudimenti della teoria della comunicazione di Shannon). Da questi brevi cenni si intuisce come l'impostazione anglosassone -con quiz e test- abbia creato spesso gravi danni alla valutazione, se non come semplice approccio statistico e solo di massima, ma insufficiente a un esame specifico. Ad esempio: Osservare una scarsa capacità di memorizzazione, sia essa memorizzazione attinente a esperienze: -visive -scritte -emotive -oniriche -etc può essere un sintomo esteriore che può essere associabile a fatti di molto distanti. Sebbene una branca della psicologia si orienti sul fenomenologismo e sulla sintomatologia nella attività di diagnosi e anche nell'insegnamento, come già ricordato, ciò impedisce una ricostruzione eziodinamica, ossia che esamini le cause e valuti -tra le cause- sia il contesto, lo status, la impostazione caratteriale del soggetto/soggetti coinvolti. Se anche a un semplice studente fosse fatto passare il messaggio "la cosa importante ad un esame -> è la memoria" che tipo di formazione si starebbe fornendo? Non è forse rintracciabile sulle basi di dati, libri compresi, ciò che dovrebbe occuparci il cervello? Nel nostro cervello deve risiedere -*invece*- il minimo _necessario & sufficiente_ ad una elaborazione mirata ad un target. Se *non* si ottimizza la occupazione della memoria -> al minimo -> se ne ha una massa di dati inestricabile. Vale la pena di ricordare che Umberto Eco -su ciò- ricorda che proprio la capacità di *trascurare* è ciò che salva una capacità intellettuale. Del resto a cosa servono i modelli e perché si usano? La funzione modellistica e astrattiva -del cervello umano- serve proprio a ridurre a contesti semplificati e minimi -> cose che sono estese e dissipative di quantità di tempo e di energie nella fase generalizzata di acquisizione e gestione dei dati. Semplificatoriamente se ne conclude che la memoria: 1) va motivata all'interno di un progetto che sia ritenuto "convincente" 2) va differenziata come dettaglio e metodo Si noti che vi è "memoria & memoria"! Forse che quella di tipo deduttivo è la stessa di quella di tipo associativo? Su che meccanismi cognitivi si basa quella di tipo deduttivo? Dove e perché è differente da quella di tipo associativo? Quindi -come vedi- la trattazione è molto estesa e spero che questi brevi cenni ti siano stati utili, Saluti, L