Subject: Re: La politica ed il quotidiano vivere Date: Sat, 28 Mar 2009 17:37:32 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia nessuno wrote: [...] > Sono ovviamente d'accordo su tutto, specialmente perchè hai esposto > molto bene quali sono le ragioni "razionali" di un simile approccio. > Tuttavia mi interesserebbe sapere se questo può collettivamente ed > individualmente avere delle conseguenze sulla psicologia > dell'individuo, ad esempio "forgiando" una mente ad essere (seppur in > modo fondato) paranoica. Io ad esempio mi accorgo, come ho scritto, di > sentire l'esigenza di informarmi più di cercare di occuparmi di ciò che > mi piace > > -- > Cordiali saluti Rischi psicologici della dietrologia? Secondo me, come tu stesso mi precedi, vi sono. Inoltre che cosa era Sherlock Holmes -> se non -in primis- un eccellente psicologo? : - ) In Italia, tuttoggi, la psicologia non è un argomento di cui parlano molti. E' considerato di interesse per persone che hanno problemi o si devono confrontare con persone malate. Ma non è così: Leggevo che persino gli insegnanti spesso hanno notevoli problemi nell'insegnamento proprio perché mancano dell'abc su una cultura che prenda nota cosa si sia studiato da Freud in poi. Anche nel giornalismo, nella pubblicità, in chi cura l'immagine dei politici o dei personaggi pubblici -e persino dello star system- si comincia a disquisire di psicologia -> come reale capacità di un potere mediatico. Per me -che ho studiato ingegneria- è un antico amore contratto ai tempi del liceo: il mio prof di filosofia era uno psicologo, un grande. Un grande perché ci fece studiare la filosofia non per studiare la vita e le opere dei filosofi, ma perché -se interrogati- (portavamo filosofia e fisica all'esame di maturità liceale) dovevamo dire non il pensiero dei filosofi, ma su cosa eravamo daccordo oppure no sul pensiero del filosofo o su una certa concezione di pensiero. Quindi io studiai -per fare un altro esempio- ingegneria dietrologicamente: Mi andai a domandare -per esempio- se Heisenberg non avesse avuto problemi psicologici nell'affermare la possibilità di una soglia minima di errore (oltre la quale non si poteva avere maggiore precisione MAI) nel determinare velocità e posizione nelle particelle subatomiche e trovai che la analisi era corretta! Infatti Heinsenberg andò male al suo esame di laurea proprio su uno strumento di misura e dovette cambiare città per insegnare (non avevndo raggiunto la laurea con lode). (Ed inoltre l'errore di Heisenberg era in dipendenza del suo modello poiché essendo quantizzato aveva un quanto minimo di risoluzione, mentre se il quanto fosse stato minore l'errore sarebbe potuto essere inferiore, come è sempre successo nella progressiva scomposizione della materia dagli atomisti greci a Rubbia con i quark). E così via di dietrologia in dietrologia si può anche rifare la storia della scienza e ogni altro ambito della conoscenza. C'è però il lato positivo. Lo studio della psicologia non è somatizzare patologie, ma studiare anche le forme di equilibrio. E -difatti- completai i miei studi con una tesi con il titolo: "Strategie di sintesi di sistemi affdabili e tolleranti il guasto" .. io che non mi ero andato a iscrivere a medicina perché solo a sentire il nome di una malattia mi sembrava già di accusarne i sintomi.. : - ) Fu uno studio molto interesante e mi aprì (tale studio dei sistemi affidabili e dei processi sulla AI) anche i miei studi post universitari a continuare lo studio della psiche e al problema dei problemi: Lo studio della schizofrenia. Penso di avere trovato molto sull'argomento. Il problema residuo è che la società non è pronta a conoscere ciò che io penso di sapere, nonostante i miei successi in soggetti che avvertivano fenomeni di tipo psicotico .. come sentire le voci .. o fenomeni di allucinazione o delirio. Per un normale cittadino che non si trovi a combattere con un amico e/o un parente che non lo riconosce e che viva -come io ho vissuto- il problema di doversi confrontare con la malattia, la psicologia rimane comunque uno dei campi a cui dedicare il maggior tempo se si vuole non correre il rischio di derive psicologiche. Naturalmente aiuta -formarsi una cultura in psicologia- sia contro le paranoie della dietrologia, ma anche verso tutte le forme naturali di deriva causate da una società che abbia i connotati di quella in cui viviamo .. Grazie della chiaccierata .. Saluti, L