Subject: Re: interagire con i genitori dei diversamente abili Date: Sun, 10 Feb 2008 10:45:09 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia L: > > Gli ho spiegato domande che all'esame di calcolatori elettronici presso > > la facoltà di ingegneria i candidati non avevano saputo rispondere. > > > > Gli ho spiegato perché non avevano saputo rispondere, gli ho spiegato > > perché lo dicevo proprio a lei. red angel wrote: > Cioè? Vedi, red angel, noi partiamo -in genere- da un concetto di "normalità". Da un concetto anche di "moda", per esempio nel vestire, perché vogliamo essere accolti, accettati, in realtà -in definitiva- amati. Nella dinamica discepolo/magister che per molti versi è simile a quella paziente/analista, si tende a voler avere i rudimenti dell'arte del vivere, del vivere senza il dolore. Ora in una facoltà universitaria -come quella di ingegneria- è raro che si sia interessati realmente alla verità, magari anche solo scientifica. E' raro perché la vera ragione per cui si è lì è il mito. Il mito di sapere agire sulla materia, grazie ad una praxis, ed ingegnerizzare il reale. Normalmente infatti modifichiamo -invece- non la realtà, ma noi stessi. Quindi si rincorre -spesso (anche se non il 100% dei casi)- il mito della capacità di plasmare il reale. Cosa si è disposti a pagare per avvicinarsi a ciò? Poco. Ossia si tende a imparare delle nozioni a memoria, senza sforzarsi di capire la profondità dello studio che ha portato a ciascun risultato. Ciò naturalmente non per infingardia, necessariamente. Ma perché sarebbe di una grande fatica fisica e intellettuale andare a ripercorrere la storia della scoperta scientifica. Quindi se ne ha l'aneddoto che ti citavo. Lo riporto -in esplicito- perché è molto più facile capire dagli esempi che dalle allusioni indirette: La questione, anzi la domanda chiesta all'esame al candidato era: Prof: Mi dia la definizione di numero. R: Un numero è quando .. Prof: Guardi, il numero non è quando .. il numero è -semmai- un ente matematico. R: Un numero è un ente matematico che .. posso scrivere delle rappresentazioni? Prof: Guardi, caso mai mi scrive delle rappresentazioni di numeri, ma mi deve spiegare perché siano considerabili numeri e non nomi di piante o animali. R: Un numero è un ente matematico che io posso rappresentare così: 1, 2, 3 Prof: Da cosa capisco che sono numeri? : - ) R: Dal fatto che sono più volte una unità. Prof: Allora i numeri sono caratterizzati dal fatto che sono più volte l'unità? R: No, ci sono anche altri casi. Prof: Mi saprebbe dare un criterio di definizione generale? R: Mi scusi professore, non mi sono mai posto la questioni in questi termini. Io i numeri li so usare .. ma non so darle una definizione generale. -- 2 atto: fine dell'esame. R: Mi scusi professore, ora che l'esame è finito .. mi potrebbe dire come avrei dovuto rispondere alla domanda? Prof: E' una cosa molto semplice che si studia -tra l'altro- nella algebra astratta: "Il numero è una classe di equivalenza". -- 3 atto: riflessioni sulla risposta del prof (sto continuando il mio discorso alla bambina, naturalmente). La definizione del professore era errata. La definizione corretta era: "Il numero è ogni ente matematico astratto in grado di generare una classe di equivalenza" Si era confuso l'operatore con l'operazione. E' forse il "+" uguale al risultato di una somma? Il più è l'operatore di somma. l'applicazione di un operatore di somma porta al risultato di una somma. Una classe di equivalenza, nello specifico, è una collezione i cui elementi possono essere messi in una scatola detta "classe di equivalenza" se assolvono alla proprietà di essere equivalenti (tra loro che sono nella scatola), quindi grazie all'assolvere ad una proprietà (quella di avere lo stesso numero). Qual'è la proprietà per cui [pera, pera, pera] & [mela, mela, mela] possono esser messi nella stessa scatola? Il fatto che hanno la stessa proprietà di ripetere, il campione unitario, le stesse volte. Se avessi l'operatore 3 e lo applicassi a collezioni che non hanno solo 3 oggetti, nella classe di equivalenza avrei ottenuto un "filtraggio" di dover scartare le collezioni con molteplicità dissimili da quelle indicate dall'ente matematico astratto che rappresento con 3, ma anche con [1, 1, 1] etc. Come hai visto, anche su concetti molto elementari, come le addizioni, se si va ai fondamenti epistemologici della teoria della conoscenza, non è detto che chi insegna sappia di cosa stia parlando. Ma ciò per le persone che fanno fatica nell'apprendimento è un incoraggiamento che i problemi più complessi possono essere scomposti in parti elementari e compresi. Non è una questione per persone elette, la conoscenza, è una questione di pagare con la propria vita il tempo che dovesse esser necessario per capire. Grazie dell'occasione, L