Subject: Re: Ritmo circadiano psicologico Date: Fri, 11 Apr 2008 13:39:21 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia John wrote: > > E' stato studiata la relazione tra il ritmo biologico circadiano e > l'accadimento di fatti psicopatologici ? > > O un ritmo mensile ? o stagionale ?? > > Notoriamente, il ritmo circadiano e' un ritmo 'endogeno'. Ha a che fare > con la riproduzione delle cellule e puo' essere moltissimo influenzato > dalla luce e dalla temperatura. > > In alcuni casi puo' essere *risettato* passando dall'oscurita' alla > piena luce del giorno. > > Curiosi sono fatti come di quei minatori che, salvati dopo molti giorni > che erano rimasti imprigionati nelle miniere in cui era accaduta una > esplosione, morirono proprio all'arrivo in superficie, sull'autoambulanza. > > Da esperienza personale posso confermare che luce e temperatura possono > modificare sensibilmente il mio umore, fino talvolta ad arrivare a un > attacco di panico. > > Per molti anni ho notato come le mie 'situazioni peggiori', cioe' in cui > l'ansia aumentava in modo esponenziale, erano proprio le ore del > mezzogiorno e nei giorni estivi. > > Quindi: luce e temperatura. > > Dalla presa di coscienza di queste coincidenze all'eziologia di una > fobia per 'le ore del mezzogiorno d'estate' il passo e' brevissimo. > > Fino ad arrivare ad un 'ciclo perpetuo' in cui veramente e' difficile > poi distinguere 'se e' nato prima l'uovo o prima la gallina'. > > Voi che ne dite ?? > > John. Si sta discutendo -da qualche giorno- sul ng di it.cultura.filosofia di determinismo e libero arbitrio. Anche se la mia citazione sembra distante dal problema che tu sottolinei, caro John, io vorrei scrivere qualche riga sull'impostazione di considerare il nostro agire pressoché globalmente dipendente da condizioni di "stato". Lungi da me e dalla consolidata trattazione di come interagisca la materia/energia nella teoria dei sistemi -> sottovalutare il concetto di stato, quindi anche di luce e temperatura (da te citate) sulle nostre -per esempio- condizioni psicologiche. Ma -ricordo- che il risultato di ciò che accade (nella teoria dei sistemi) è il frutto -> oltre che dello stato -> anche degli inputs che man mano acquisiamo e _*inoltre*_ dalla dinamica I/O (ossia capacità di elaborazione del sistema). Ti faccio un esempio per chiarire come cambia -di molto- una dinamica che potrebbe sembrare "deterministica", se analizzata superficialmente. Supponiamo che io sappia le condizioni di innesco di panico in merito allo status (perché le ho registrate altre volte): -temperatura -stagione -situazione ambientale -miei pensieri in un certo momento _prima_ dei fatti etc Sarà ineluttabile la dinamica? Io ho osservato che sono controllabili situazioni di stress autoinducendosi dinamiche mentali _diverse_ da quelle tipiche. Continuo sempre parlando di me: Io ho sofferto -in passato- di gastrite da stress. Oggi non ne soffro più, come è possibile? Le condizioni ambientali che potrebbero creare quel autolesionismo involontario sono cessate? Non mi risulta. Anzi potrebbero essere maggiori. Come mai non si realizza il famoso determinismo? Ma proprio perché _io_ ho mutato la mia capacità di elaborazione, la mia dinamica I/O. : - ) Non vedi che persino in tv -a "X factor"- troviamo i "life coach"? http://www.xfactor.rai.it/R2_HPprogramma/0,,1067131,00.html http://www.casertanews.it/public/articoli/200804/art_20080411101208.htm Certo che detto in inglese sembra più affascinante .. a di che si tratta? Si tratta di non dare per scontato che si debba _rispondere_ in modo perdente allo stesso status di partenza. E quindi arriviamo al concetto di "libero arbitrio". Non è mica da oggi che la filosofia e la psicologia studiano in che senso -> l'agire possa essere svincolato -e quanto- dai condizionamenti ambientali. Naturalmente se lo studio della psicologia si riduce a statistiche e quiz & la filosofia a ricordare a memoria le vite dei grandi pensatori, sarà dura saperci tirare fuori qualcosa che possa risultarci utile per la vita personale e sociale. Ma io non dispererei, e io sono la testimonianza che è *invece* possibile. Quindi fai bene a continuare a investigare sullo status fenomenologico dei problemi che esamini. Ti consiglio di non trascurare che *però* -se vuoi- sei libero. Ciao, L