Subject: Re: i livelli di coscienza Date: Sat, 11 Oct 2008 16:57:19 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia L: > > E' molto importante avere uno stato solo pressoché associativo e non > > deduttivo durante i sogni. > > > > Se avviene in modo corretto la funzione del sogno ciò ci da equilibrio > > mentale. "Prof. Celsius" wrote: > potresti chiarire questo punto, perchè l'introduzione di una fase deduttiva > può alterare questo equilibrio? Non è che durante il sogno la deduzione sia del tutto assente, ma è molto ridotta. Se vogliamo fare qualche paragone mettiamoci in questa situazione: == Ipotizziamo di iniziare a vedere un film e siamo a casa nostra e c'è un amico con cui lo vediamo. Bene uno dei due va in cucina a preparare dei panini -durante la visione del film- e al ritorno chiede: Allora .. era il maggiordomo l'assassino? L'altro gli risponde: Bah .. ancora non hanno scoperto chi è il colpevole. == Ecco, se la scena è quella che ho raccontato, entrambe gli amici fingono che la fiction sia reale, come esercizio direi "onirico". La capacità onirica, come per i film, il teatro, i racconti letterari, etc, aiuta (ci esercita) a una particolare attività: *quella di immaginarsi le cose*, le situazioni. In un tale scenario, come quando giocano i bambini ai pirati (o altro), ci si immedesima in una situazione fantastica. E' una attività -la simulazione/la simulazione_onirica- molto importante, poiché ci aiuta in molte parti dell'equilibrio mentale. Ci aiuta nella estrapolazione, nel metterci nei panni degli altri, di simulare "per finta" delle situazioni di modo che siamo più pronti se ci succedessero realmente, sdrammaticizza il pathos poiché -in fondo- sappiamo che è "tutto un sogno"! Il fatto che sia prevalente la associazione e non la deduzione, è funzionale alla fiction, cioé all'obiettivo che ci si propone. : - ) Inoltre la "libera associazione" ci consente di esplorare meccanismi che da svegli non faremmo e ci aiutano alla riorganizzazione del materiale che abbiamo vissuto da svegli, alla capacità di mantenere la concentrazione da svegli. Ho anche ricordato -in qualche mio precedente intervento- come la semeiotica abbia rivalutato -con Umberto Eco- la capacità del trascurare anziché quella del memorizzare tutto allo stesso livello. Tale capacità è prevalentemente attiva nel sonno e nel sogno. In mancanza di ciò il sogno tende a ripresentarsi nello stato di veglia con cali della capacità di attenzione, e disorganizzazione mentale, oltre che con induzione di delirio e allucinazione che sono funzionali a recuperare la sconnessione cerebrale da una capacità analitica deduttiva a favore del mettere ordine al materiale acquisito. Può sembrare strano che il materiale vissuto abbia bisogno di "staccare la spina" per essere metabolizzato, ma è invece funzionale al fatto che i modi associativi sono prevalentemente paralleli anziché seriali -come quelli deduttivi- rispetto al tempo. Sia da svegli, che dormendo, compiamo molte azioni contemporaneamente: Respiriamo mentre mangiamo, etc Ma tranne rari casi (come ad esempio è per i musicisti che si osservano sapere suonare cose differenti su entrambe le mani, contemporaneamente), la attività umana è un pensiero per volta, in modo seriale, concatenato per anelli, uno dopo l'altro. Ci sembra che il nostro corpo faccia solo questo (il pensiero seriale-deduttivo, nella veglia) perché -in realtà- del nostro corpo osserviamo solo l'attività coscienziale del cervello. Ma in tale ambito il cervello svolge un'azione di "stato supervisivo", ossia dirige il traffico di tutto ciò che affluisce alla mente con l'assegnazione della maggiore priorità a ciò che è più importante. (Sto paragonando al funzionamento dei computers). Affinché tutto il materiale depositato in memoria non cominci ad accatastarsi in modo non più facilmente esplorabile, bisognerà creare delle gerarchie di significatività. Ecco perché dormire bene aiuta per esempio la memoria. Questo lavoro di riorganizzazione avviene prevalentemente durante il sonno, poiché nella veglia il cervello è già impegnato per la questione della concentrazione su ciò che esamina, ed è in situazione di maggiore prestazione fisica e intellettuale orientata al vissuto che accade. Insomma ci sarebbe da girare parecchio su questi concetti, ed io penso che abbiamo molto da imparare non solo dalla Cybernetics, ossia dalla natura implementata sul mondo artificiale, ma anche dalla psycho-engineering, ossia dal mondo artificiale (Artificial Intelligence), applicato allo studio di come funziona la bio-macchina che sono gli umani, sempre se ci riferiamo ai soli circuiti biologici. Saluti, grazie dell'occasione, L