Subject: Re: parlare ai defunti esattamente come ai vivi: non è alienazione? Date: Mon, 06 Oct 2008 14:57:26 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia Heinz wrote: > Insomma se si hanno tendenze di alienazione... vanno assecondate altrimenti > si diventa alienati davvero?!? > > HEINZ Sono stati fatti studi, in neuropsicologia cognitiva della schizofrenia. Lessi un libro su tali studi, di Frith. Ora lo psichiatra (un inglese, se ricordo bene) -Frith- dice che si può prendere a parametro di quanto una persona sia fuori di testa la "capacità di meta-rappresentazione". Ossia la capacità di mettersi nei panni degli altri. Se ci rifletti è proprio tale capacità che ci consente di capire l'ironia, lo scherzo, le sottigliezze extra-linguistiche date appunte dal tono di voce, da una modalità di sorridere, etc. Ma se ci sentiamo aggrediti, basta anche una inezia per capire fischi per fiaschi, e organizzare una risposta eccessiva, sproporzionata alla realtà della situazione. Ricordo che intervistando una persona che dopo avere assunto farci era ritornata in sé dopo una crisi di schizofrenia gli chiesi: "Ma perché avevi paura quando sorridevo?" Risposta: "Perché pensato che digrignassi i denti e mi volessi sbranare". Insomma, sembrerà strano, ma la realtà ordinaria può divenire un sogno ad occhi aperti con la modalità di un incubo. Tanto più il soggetto è privato del sonno e del sogno e della possibilità di recuperare con il relax lo stress, tanto più perde di flessibilità mentale, ossia di capacità di fantasticare. Fantasticare non in modo patologico e parossistico, ma per immaginarsi un punto di vista diverso dal proprio. E' -in fondo- una capacità dell'uomo di adattarsi all'ambiente, la fantasia, quando è gestita anziché subita. Grazie dello scambio di opinioni, L