Subject: Re: possessione per i figli Date: Sun, 12 Apr 2009 16:40:28 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia Deus ex machina wrote: > > ciao, > in primis auguro buona Pasqua a tutti i frequentatori del NG > > Mi sono sempre chiesto cosa spinga un genitore ad essere ossessivo nei > confronti del proprio figlio/a... fino al punto di danneggiarlo > psicologicamente. > > Io ho avuto due genitori "normali", ma ho conosciuto amici che hanno avuto > genitori possessivi/ossessivi > > Da dove deriva la cosa?! Può essere vista come un disturbo ossessivo?! > Cosa comporta e cosa fa nascere nei figli un comportamento del genere?! > > La psicologia credo spieghi qualcosa.... almeno spero, la mia è mera > curiosità > > Grazie Dunque, non c'è una risposta sola, poiché ogni caso andrebbe visto nello specifico. La questione di come e perché ci sia un legame psicologico molto forte -tra genitori e figli- è un argomento molto trattato dalla psicologia. Secondo la scuola Freudiana il figlio, può succedere, che si senta minacciato dal padre e viceversa, se il rapporto non è ben gestito. Si iconizza la situazione con il mito di Edipo o quello di Elettra (per le femminucce). Non di meno se ne interessa la scuola Junghiana, che però non riconosce eros come il solo motore delle pulsioni che spingerebbero ad un comportamento, ma molte spinte fondamentali, che tratta e interpreta come archetipi, ossia tipi, o meglio psico-tipi primitivi. In definitiva -senza trattare tutte le correnti di pensiero e scuole associate- (ti riassumo che) ogni scuola di psicologia, tratta molto le relazioni famigliari, poiché la famiglia è il principale teatro in cui, o si cresce in modo equilibrato, oppure si manifestano i problemi che ci porteremo avanti, variamente articolati, nel resto della nostra esistenza. Il senso di voler trasferire sui figli le aspettative dei genitori è normale, finché non deborda nella patologia. Schopenhauer in "metafisica della sessualità" ipotizza, ad esempio, ben prima di Freud, che due amanti suppongo di pensare a se stessi ma vi è una parte di essi che li trascende (inconscia) e li guida a perpetuare la specie. In ciò riconcilia la razza umana con le altre specie animali, almeno per la pulsione animale all'accoppiamento da un punto di vista meramente istintuale. I problemi si creano quando una persona trasferisce le proprie ansie esistenziali sul figlio .. fino a pretendere cose che egli non è riuscito a fare, anziché rispettare e cercare di assecondare (quando sia possibile, ed in ogni caso usando ed educando al dialogo) le inclinazioni naturali della persona che gli è figlio/figlia. Può risultare un figlio che sviluppa patologie indotte (dal genitore) e costellate anche da patologie autonome (generate dal figlio stesso, o da altri soggetti), visto che il genitore non è la sola fonte contestuale, né il comportamento di un individuo è originato solo dal contesto. Leggevo oggi mentre ero fermo ad un parcheggio "«Le Fiabe del lieto fine» Ed. red, di Marie-Louise Von Franz". Una lettura molto interessante e che c'entra con il nostro discorso. Devi sapere che la Von Franz -se ricordo bene- aveva 18 anni quando incontra Jung, già vecchio, 58 anni. Ecco l'articolo dal NYtimes da cui ho tratto la notizia: http://www.nytimes.com/1998/03/23/world/marie-louise-von-franz-83-a-jungian-legend-is-dead.html?sec=&spon= Il perché di questa mia nota è molto semplice: La Von Franz è portata da Jung (dal padre naturale della Von Franz) perché (la Von Franz) aveva dei problemi psicologici. (Tralascio i dettagli, ma tendeva a rifiutare -tra l'altro- l'autorità paterna e l'insegnamento della religione, nonché il suo istitutore, un sacerdote, abbandonò il sacerdozio dopo il tentativo fallito di insegnarle la religione). (Altro emergerà nel seguito di questa trattazione per puro esame degli articoli pubblici e dei testi pubblicati). Jung, diviene per lei, una sorta di seconda figura paterna .. poiché il padre naturale non riusciva a gestire i problemi della Von Franz. La Von Franz non si rende conto -per tutta la vita- di quanto ha sublimato -in Jung- il suo amante ideale, un po' come le bambine sono innamorate e cercano nel futuro marito un qualcosa che gli ricorda il padre naturale. Quindi scrive per spiegare un disturbo di una sua paziente nel libro che ho citato: ++ cit on ++ pagina 38 Mi ricordo il caso di una donna che si trovava in uno stato di panico estremo; voleva suicidarsi, e lo psichiatra con cui collaboravo pensava di farla internare. La interrogai sui sogni e lei mi raccontò "di avere sognato un uovo e sentito una voce che diceva: «Madre e figlia». "Amplificai questo materiale, sapendo che l'uovo rappresenta il germe di nuove possibilità e ha significati analoghi. La donna era così sconvolta che non capì una parola della spiegazione; in seguito disse di non essere stata in grado neppure di ascoltare. Tuttavia, mentre parlavo, si calmò e disse di volere andare a casa. Consigliai il collega di non farla internare. In seguito, la donna spiegò che, pur non avendo capito quel che dicevo, aveva avuto l'impressione che la signorina von Franz giudicasse positivamente il sogno. Il fatto che qualcuno capisca è sufficiente, anche se l'analizzando non può comprendere se stesso: ecco che la temperatura si abbassa e sopraggiunge una certa calma e allora, forse, egli può anche capire. Talvolta i comportamenti archetipici sono lontani e, se l'analizzando (ndr:il paziente) non viene avvicinato ad essi in questi termini, è impossibile farne comprendere il significato; tuttavia il fatto che qualcun altro abbia capito ha un effetto calmante. ++ cit off ++ Condivido il fatto che sentirsi compresi abbia un effetto calmante. Ma il simbolo dell'uovo e il citare "Madre e figlia" non allude a un "germe". E' detto 'germe di vita' un qualunque «seme», sia di origine animale, che vegetale. Ma non di germe si stava parlando -> ma di uovo, che -se fecondato- (magari da un seme maschile, ossia da un germe), porta ad avere un altro se stesso: madre -> replicato -> figlia. Perché la Von Franz trascura l'aspetto di desiderio di completarsi di una persona nell'impulso potente alla maternità? La Von Franz, come si può vedere -anche da quell'articolo del nytimes ed a altre fonti- "sublimò" tutta la sua vita negandosi la maternità. Cominciò a dedicarsi a studi sulla psicologia e le lingue antiche, subito dopo avere conosciuto Jung, e represse l'ipotesi di volere vivere la sua maternità. Ecco perché non si accorge del significato del sogno qui sopra (quindi stiamo psicanalizzando il perché di una psicanalisi non centrata). Forse potrebbe sembrare una ipotesi fantasiosa, ma stiamo a ciò che la Von Franz sognò poco prima di morire, e raccontato nel suo ultimo libro "La gatta" (sulla redenzione del femminile, dal dominio ed emancipazione dalla figura paterna -> eleggendo una figura paterna traslata e idealizzata in Jung, che ella chiama sbrigativamente: "una fiaba sulla redenzione del femminile", ndr: dove redenzione è inteso anche come processo di purificazione dalle contaminazioni dell'essere donna, e quindi soggetta, sudditante all'uomo). Aggiungo il testo della "Gatta" dove parla del sogno della Von Franz: ++ cit on ++ Pag.32 Von Franz […] La frase "la regina non può avere figli" nelle fiabe culmina sempre nell'avvento di uno speciale figlio-eroe. Che cosa può significare, dal punto di vista psicologico? Perché c'è una tale sterilità prima della nascita di un figlio eroe? In genere, prima, c'è un periodo di depressione, di vuoto, di assenza di avvenimenti: più a lungo esso dura, più facilmente si può supporre che un enorme ammontare di energia si stia accumulando nell'inconscio. (26) Perché qualcosa di importante arrivi ad esprimersi, c'è bisogno di un simile periodo in cui, per così dire, nulla accade al livello della coscienza. Noto io stessa un fenomeno analogo quando, per esempio, scrivo un saggio. Se solo penso: "Oh, questo argomento è interessante!" e mi metto a scrivere, allora, ne viene fuori una chiacchiera superficiale. Ma, se prima cado in depressione e per un po' non posso produrre alcunché, più questo tempo si prolunga, migliore sarà il prodotto finale. Così, addirittura, tendo a diffidare di quello che scrivo quando prima non ho una depressione. So che è roba di poco valore, che non viene veramente, per così dire *dalla pancia* .(27) (ndr:sublimazione dell'istinto materno). Per far qualcosa di buono, si deve esser giù di corda per un lungo periodo. Il che può prendere la forma della depressione o semplicemente del fatto che nulla succeda. La vita procede: si fa ogni mattina colazione, si lavora, non si ha nessun sogno interessante e tutto è solo noia assoluta. Sterilità. Non accade nulla. Una volta ho attraversato un periodo del genere: stavo diventando molto impaziente e pensavo: "Ok, questa è la fine. Divento vecchia. Sono finita". E così via. ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Poi, in sogno, vidi una fessura (28) nella terra, con sopra una spiegazione molto scientifica su come scaturisce una sorgente. C'era sopra dell'erba, poi del terriccio, poi della terra più solida, poi dell'argilla compatta. C'erano delle grosse gocce di pioggia che cadevano. E poi qualcuno che spiegava l'andamento della pioggia: qui penetra, (29) la si accumula e, dopo un certo tempo, improvvisamente, una sorgente sgorgherà come una fontana. Tale era la spiegazione nel sogno (ndr: dice la Von Franz). Io pensai: "Bene. Ora so che devo aspettare la pioggia". Era una esperienza meravigliosa. Ero andata a letto e, rivolta all'inconscio, avevo detto: "Non ho sogni, non succede niente. Per favore mandami un sogno per spiegare la situazione!". ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Note personali: (26) Gestazione del parto paragonata dalla Von Franz alla gestazione psichica di una idea o progetto con un simbolismo al femminile, in ipotesi che la fecondazione possa avvenire in modo "magico", ossia senza l'intervento maschile. Si noti che il termine de-pressione è l'opposto del termine sovra-pressione o rigonfiamento della pancia -o meglio- utero femminile (dove il rigonfiamento avviene -normalmente- a posteriori della fecondazione). (27) Si è continuato il parallelo "parto_figlio"/ "incubazione_ idea". Si noti l'accoglimento del modello magico in cui può avvenire la fecondazione senza il contributo maschile. (28) Si noti come "la fessura" che poi è il punto che consente -anche per le fessure del terreno- l'ingresso dell'acqua e quindi la sorgente e la vita è anche l'icona del femminile come organo fisico nella donna. (29) Si può continuare il parallelo della penetrazione della terra con la pioggia, con l'immagine dello sperma che penetra per fecondare un utero. ++ cit off ++ Quindi, ribadisco, per tutta la vita cercò un rapporto con il femminile e con il maschile che le spiegasse le sue -delle Von Franz- difficoltà con il padre naturale e il suo rifiutare di essere donna in senso anche materno. Grazie dell'occasione, buon uovo di Pasquà, : - ) L