Subject: Re: Psicologia/Morale [il concetto di responsabilità] Date: Thu, 15 Nov 2007 16:38:33 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.cultura.filosofia Gordan wrote: > > "L" ha scritto > > Era normalmente come tu dici finché non si è sperimentata la AI sugli > > automi. > > > > Ti cito per esempio il ciclo di apprendimento che modifica anche solo il > > modo come si insegue un bersaglio per un radar. > > Un programma stabilisce: > quando succede "questo", fai "quello", altrimenti "quell'altro" > > Se invece di determinare questo, quello, quell'altro > stabilisco che essi vengano ad evolversi in base a dati statistici > che vengono accumulati in una memoria..... > > sempre programmazione mia e' No. Tu scrivi un software che ha la possibilità di configurarsi in due modi: 1) modo: prevedibile, perché fissi dei "paletti" ossia dei vincoli che non vanno superati. 2) modo: imprevedibile, perché NON fissi dei paletti, quindi l'evoluzione dipenderà da ciò che legge in input nel futuro (la macchina), e ciò che succederà non è noto al programmatore, a meno che non si specifichi che qualsiasi cosa succeda non deve fare certe cose. Conosci il calcolo funzionale nella teoria del controllo ottimo? La programmazione permette di interagire anche con eventi imprevedibili (ad esempio la compressione del plasma). Il plasma (confinato con campi magnetici) ha reazioni imprevedibili -in dettaglio- rispetto ai modelli oggi disponibili. Nonostante ciò: (i)o si fissa un range entro cui continuare a comprimere e si mantiene il controllo senza saltare per aria, (ii) oppure non lo si fa e si salta per aria. L'etica -riflettendoci bene- pone problemi molto pratici: il concetto di responsabilità, per esempio. Ciao Gordan, Lino