Subject: Re: Nascita del linguaggio Date: Wed, 12 Nov 2008 18:25:33 +0100 From: "shellenberg" Organization: TIN.IT (http://www.tin.it) Newsgroups: it.scienza,free.it.scienza.antropologia,it.media.tv "L" ha scritto nel messaggio news:4919428D.6CF08F51@yahoo.it... > > > shellenberg wrote: >> >> Premetto di non possedere nessuna specifica competenza nel campo del >> della linguistica il mio interesse >> per la materia è puramente occasionale. >> Detto ciò, mi piacerebbe sapere da parte di chi eventualmente conosce >> l'argomento, se è mai stato ipotizzato prima che la possa essere nato >> prima il canto e solo in un secondo momento il linguaggio parlato. >> Mi rendo conto che l'iptesi può aparire assurda ma a ben rifletterci, >> almeno per me, lo è meno di quanto sembri. > > Avemmo già a che discutere di tale tema, caro Shellenberg. > > Per sapere di cosa parliamo necessita provare ad intendersi: > > 1) cosa intendiamo con linguaggio? > > 2) cosa intendiamo con canto? > > Se alla "1" rispondiamo che è linguaggio anche quello degli animali -con > le stesse modalità di quello dell'uomo- c'è un problema: > > Sono in grado gli animali di inviare(?), oltre che messaggi standard, > anche contenuti innovativi(?), ovvero frutto di una elaborazione che > possa spostare su una semantica nuova? > > il 13 agosto 2008: > > si discuteva se il canto sia ancora prima del linguaggio. Si adduceva a > motivazione di ciò che vi siano alcuni animali (in specie gli uccelli) > che cantano, e persino nella balbuzie chi balbetta riesce perché > recupera, nel canto, l'*espressione* corretta -> grazie a una modalità > più profonda che riesce a tener fuori le difficoltà sovrastrutturali. > > La risposta al perché la balbuzie si dissolva con il canto .. è perché > il canto ..in quanto armonia ..è già ripetizione .. e non ideazione .. > se non nella prima eureka di una melodia -> mentre IL LINGUAGGIO PARLATO > (umano) è sempre *eureka* e figlio dell'IRRIPETIBILE .. pena il > risultare da trascurare per contenuti innovativi, di reale informazione > su concetti non ripetitivi. > Vedi ma questo è proprio il punto che metto in discussione, la giusta attribuzione che tu dai al senso di eureka pecca di antropocentrismo. Penso al senso evolutivo della nascita di una simile abilità, nella fattispecie la sua comparsa deve essere stata casuale ma per rivelarsi veramente vantaggiosa occorreva codificarla ed allora quale mezzo più adatto del canto? Pensa alla grammatica, cosa è se non la codifica di regole presenti nel linguaggio? sembrerebbero quindi il frutto di una costruzione a posteriori, eppure esse sono presenti in nuce in ognuno di noi, e cosa sono se non un particolare ritmo?