Subject: Re: Plagio Date: Tue, 17 Jun 2008 18:57:36 +0200 From: "Vincenzo Del Piano" Organization: ComputerVille Newsgroups: it.discussioni.psicologia "Maria" ha scritto nel messaggio news:6bldmpF3cd86bU1@mid.individual.net... > Quali sono i sintomi o i comportamenti da cui si evince che > una persona è stata plagiata psicologicamente? Come già detto da L ... è domanda alla quale è difficile rispondere. Tanto difficile che (imho ...) è stato per questo che il reato di plagio è scomparso dalla Giurisprudenza (e mi pare anche dalla Legislazione): non si poteva mai dire documentatamente se c'era stato o no ... Ad ogni modo, non è mai la persona presuntemente plagiata ad accorgersi che qualcuno l'avrebbe subordinata psicologicamente; infatti, la persona plagiata non presenta mai conflitti psichici relativamente al comportamento (psichico e/o concreto) che presuntemente le sarebbe stato imposto: sono "gli altri" intorno a lei a che -come se non la riconoscessero più nel modo di fare/pensare- attribuiscono "il cambiamento" all'influsso (negativo ...) di qualcuno. Il fatto che la persona presuntemente plagiata neghi con decisione di essere stata influenzata (malamente ...) rende difficile non solo appurare i fatti, ma "anche" procedere eventualmente per via giudiziaria "in difesa" della libertà decisionale della persona presuntemente plagiata, perchè si tratta ... più o meno ... del fatto di dubitare delle sue piene facoltà mentali. E si appare dubitare delle facoltà mentali della persona, anche solo se le si parla -pur amabilmente, e con l'intento di capire- se nel fare ciò ci si dice sorpresi e disorientati del suo "nuovo modo" di fare/pensare. Per questi rilevanti motivi ... ci si avventura in ipotesi giudiziarie (e anche in discussioni amabili) di subordinazione, solo nei casi in cui la presunta vittima sia minorenne; quando sia affetta da qualche riconoscibile "difficoltà psichica"; ... oppure in quei casi nei quali "tradizioni culturali" pongono vittima-e-carnefice su piani di potere formali tali da rendere plausibile che lo squilibrio di poteri abbia potuto volgersi in "violenza psicologica", o "crudeltà mentale". Nonostante la "persona plagiata" non si lagni di questa sua (presunta) condizione di subordinazione, può accadere (può solo accadere ...) che il comportamento psichico e/o concreto al quale sarebbe stata indotta produca in lei qualcosa che appare un ordinario conflitto psichico (ossia la compresenza di due decisioni incompatibili, assunte l'una in/da uno spazio inconscio, e l'altra coscientemente). Però ... a ben guardare, appare evidente che il conflitto (che sussiste effettivamente ...) non si origina in *due* componenti psichiche ma in *una sola*, nella quale è come se sussistessero "due verità"; sono le due-verità ad essere incompatibili, e quindi le due decisioni che potrebbero essere assunte in base *o* all'una *o* all'altra, vanno a costituire un conflitto. Il caso più frequente è quello di "due verità Super-egoiche", vale a dire due imperativi morali che però non corrispondono a un solo modo di fare; è il caso più frequente ed è facile attribuirlo a "effetto dell'educazione" -come faceva notare L ...- e viene "anche" facilmente confuso con un conflitto tra il modo di vedere dell'educatore (immancabilmente "retrogrado" :-))) e il modo di vedere moderno (immancabilmente "maggiormente spregiudicato :-)). Casi meno frequenti sono quelli nei quali (iMho) le due-verità corrispondono a desideri-incompatibili e/o a divergenze/devianze relativamente al <>. In quei casi nei quali "il plagiato" manifesta quelche difficoltà, credo che si possa dire (anche coerentemente con l'idea che si ha di <>) che le due-verità corrispondano l'una alla "propria", e l'altra a quella della persona che avrebbe operato il plagio: questa ultima avrebbe operato (più o meno consapevolmente ... colpevolmente) in modo da "entrare" nella persona plagiata, tanto da costituire qualcosa come un sdoppiamento della personalità della persona plagiata ... che non sempre è consapevole che è andata così, ma -in ogni caso!- ha una sensazione come di mancanza di libertà delle scelte relative a quelle due-verità. Messa così (opinabilmente) la cosa, il plagio corrisponderebbe a una <>, stante che il plagiatore avrebbe fatto in modo da "porsi dentro" la persona plagiata, costituendo un "IO clandestino" ... del quale lo IO del plagiato potrebbe vedere SI' gli effetti, ma gli sfuggirebbe la vista della presenza. Ciao ... -- Vincenzo