Subject: Re: Curiosità interessante Date: Thu, 17 Jul 2008 08:07:55 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.cultura.filosofia.moderato qf wrote: > > Proprio se vai a leggere lo scritto di Einstein del 1916, scoprirai che > orologi campione e regoli campione sono e restano i riferimenti della sua > fisica, e perciò comprenderai quanto sono fuori tema le tue considerazioni. > Per Einstein e per i fisici in generale il tempo è una realtà oggettiva; poi > però trovano dei problemi, ed ecco che nasce la relatività speciale e poi la > generale, e poi non basta: deve intervenire la MQ a dire che il tempo è alla > fine -- nel microcosmo -- in balia del caso. Ma al rolex d'oro non > rinunciano nemmeno per un istante, perché quella sarebbe aborrita filosofia. > > Altro è dire che il tempo è relativo e altro è dire che il tempo non esiste, > mi pare. > Ma ciò che consegue alla tesi di Agostino è anche più complesso, tanto da > rendere intuitivo (basta pensarci) anche ciò che è spacciato per > "controintuitivo" dai più quotati testi di fisica (a cominciare da quello di > Feynman, che consiglio a tutti caldamente: sono tre volumi che esistono > anche con ottima traduzione in italiano a fronte). Proviamo a procedere secondo la scienza. La scienza non ci dice che la differenza tra i concetti la fa "il nome della cosa", né cosa (solo)"nominalisticamente" è il tempo. La scienza ci dice come si misura un "qualcosa" -comunque lo si voglia chiamare- purché sia utile a essere un "campione" dello scorrere nel mutare di ogni cosa. Ecco allora i secchi su una scala che travasano acqua o le clessidre, o le meridiane, o l'intervallo tra il sorgere e tramontare del sole etc. Ma una considerazione su cui io personalmente non ho mai sentito una riflessione seria è la seguente: Perché il tempo dovrebbe scorrere diversamente a causa del diverso sistema inerziale? Si noti: non "come e quanto" scorra diversamente(il che ce lo dicono le equazioni di Lorentz), ma *perché* _fisicamente_? Non è la fisica che va a pescare che un corpo cade "per la sua massa", ossia in modo proporzionale alla massa sviluppa una associata perturbazione di campo? Ora questa questione del perché il tempo, quello misurato da un qualunque sistema fisico, anche il rolex, debba mutare -se muta il sistema inerziale- è ancora oscuro, come posizione investigativa "ufficiale", vediamolo in dettaglio: Si dice: Ma è ovvio, cambia il sistema inerziale! -> sarà appunto quella la causa! Faccio sommessamente notare che un corpo che va a velocità costante -> è in un sistema di "quiete" per la fisica. Difatti la questione che il "moto perpetuo" (quello che non consuma energia e quindi può perpetuarsi all'infinito) -> è proprio valido per un sistema inerziale (che non sia sottoposto a forze esterne) è riassunto così: "un corpo che si muova di moto rettilineo uniforme (senza l'azione di forze esterne) permane nel suo stato (di quiete, ossia di velocità costante) per sempre". Al filosofo, se è tale, non sarà sfuggito che c'è qualcosa che non è coerente con la logica che vorrebbe che ci sia una causa di alterazione e poi con la logica che NON esiste stato di alterazione nel moto con "v = costante" di un corpo. Dico allora la mia interpretazione, e la sottopongo -quindi- alla Vs possibilità di critica: Ogni ente è "non fermo", ma in movimento, come condizione ordinaria, e non solo rispetto ad altri sistemi inerziali, ma anche "rispetto a stesso"(!) se ente(t) vede t > t0 (ad esempio). Quindi si deve considerare -> non solo il movimento rispetto a ciò che è esterno all'ente. Ma (il movimento, mutazione) _anche_ alla fotografia dell'ente stesso in un intervallo tra due eventi -pseudocliclici(pseudo, perché la condizione di identità non è mai perfetta)- presi a riferimento, quindi anche rispetto a se stesso (nel passato, o nel futuro). Basterebbe -per gli scettici- che provassero a sostare -anche pochi secondi- la mattina davanti ad uno specchio e vedere se assomigliano all'immagine dello ieri o si aspettino che la immagine coincida con quella di un domani. Ma torniamo a noi e alla legittimità di ciò che propone Einstein con un tempo mutevole con il sistema inerziale solidale. Noi sappiamo che i cristalli di quarzo -sotto opportuni circuiti- hanno una "pulsazione" che è presa a riferimento per misure di intervallo di tempo. Ora la mia ipotesi è che la materia, "qualunque sia il nome della cosa" con cui è fatta(!) "pulsi" solidale con il proprio sistema inerziale. Ossia ogni ente ha come un "orologio interno" che magari vede velocità diverse tra i vari orologi dello stesso sistema inerziale, ma tutti sono "sincronizzati"-> come i violinisti e gli oboe etc con lo stesso direttore d'orchestra: il sistema inerziale. Quindi -secondo questa teoria- non è dirimente se "va più lento o più veloce l'orologio di ciascun ente in un sistema inerziale", ma bisogna specificare "rispetto a chi". Se il "rispetto a chi" ci porta ad accorgerci che la anomalia -nella misura- non avviene interna allo stesso sistema, ma a diversi sistemi inerziali e diversi per una diversa velocità di inerzia -> non potremo più dire che il sistema inerziale è in quiete se va a velocità costante! E' in quiete con se stesso! Ma non è in quiete rispetto a tutto ciò che ha una deriva (di velocità) diversa. Del resto .. non si può classificare(?) una collezione di eventi su un sistema S1 e su un sistema S2 -rispetto a un terzo sistema S3 eletto come sistema metrico (temporale)- sia per S1 che per S2? Quindi non è il problema la etichettabilità e sincronicità/sincronizzazione di S1 & S2 rispetto a S3. Il problema è che lo stesso cristallo ci accorgiamo oscilla "al mutare della velocità inerziale" diversamente (S1/S3, S2/S3). E' come se (rispetto a un sistema S3 -preso a riferimento-) lo stesso secchio di un litro di acqua -> su S1 si svuotasse (dallo stesso foro) in un istante diverso di quello che osserviamo in S2 (osservando S1 in S3 e S2 in S3: si pensi -per semplicità- a due pellicole di films che in S3 vedono un numero di fotogrammi/sec diversi, sebbene il film sia sempre "Ben Ur", poiché la velocità delle due pellicole è diversa). Quindi non è un problema di inadeguatezza della misura (che invece si può fare e sincronizzare), ma un problema _fisico_ perché il tempo è una grandezza *non illusoria e fisica*. Anzi pervade ogni ente nella stessa ***possibilità che l'ente ci sia***. Perché il tempo, insieme alla velocità di deriva, ***fissa _come_ l'ente si manifesta***. Ecco perché una logica, o teoria della logica formale, atemporalizzata è monca, imperfetta, non adeguata a ciò che dovrebbe essere il suo campo di indagine. Perché non considera che se "A -> B" (ossia si manifesta A e ciò causa B), ciò non avviene istantaneamente, ma B viene ipotizzato manifestarsi "dopo" che si sia osservato "A". E se quindi ipotizza un "dopo" -allora- gli necessita una "teoria delle sequenze"(ossia una teoria delle automi sequenziali), quindi una "teoria del tempo" e di come la successione degli eventi sia influenzata dalla fisica nel relativo manifestarsi. Tale teoria è la "gestione della memoria" (o degli archivi, nella teoria dell'informazione). Si avrà allora che non è impossibile che un gemello sia più vecchio di un altro -> anche se hanno fatto apparentemente le stesse cose. Perché avremmo anche dovuto specificare "il dove e il come" (rispetto a un sistema preso a riferimento), per esempio con rif alla velocità della luce, a un rolex, o un altro clock. E' stato un piacere discorrere astrattamente della *fisica del tempo*, in questi "mala tempora current" .. Oggi ascolteranno il presidente della regione Abruzzo sulla sanità e di come si trascorreva il tempo nel paese che fu di santi, navigatori e poeti .. Grazie della chiacchierata, L