Subject: Re: Strabaltasse de chioppo Date: Wed, 19 Nov 2008 09:48:19 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia Vincenzo Del Piano wrote: > > Si dice così :-))) in una parte delle Marche per dire < cambiamento repentino>>. > Cosa che è impossibile dal punto di vista psichico, comportando IMHO una > vera e propria crisi di identità. > Infatti (?) quando succede di "strabaltasse de chioppo" sul piano psichico, > ciò deriva da un trauma e non certo da elaborazioni progressive > relativamente al proprio SE' ... che producono cambiamenti graduali; tanto > lenti da poter persino sfuggire alla consapevolezza della stessa persona in > cambiamento. > > Mi è venuta in mente questa cosa ... :-))) ... perchè càpita spesso di > sentir chiedere <> (e in quali circostanze > psicoterapiche) sia possibile che alcune caratteristiche personali (che > fanno *la specificità* di una persona) possano cambiare. > Ci sono molte cose della condizione intra-psichica e non, che possono > cambiare; ma NON "de chioppo". > Nè -a ben vedere- si tratta mai di veri e propri "strabaltamenti". > > Saluti ... coloritamente dialettali! :-) > -- > Vincenzo Il tema del cambiamento "quanto e come e se": Quelli che parlano colto direbbero che stiamo esaminando la questione se il reale è "deterministico" o è possibile introdurre degli elementi aleatori, non predicibili. (Secondo la scuola di Copenhagen). I filosofi greci lo consideravano (già all'epoca di Socrate) l'esame della metamorfosi, dove morfé era la forma, e meta stava ad indicare "quasi", nel senso di "non esattamente", ossia: "in mutazione, altro da, ..." -quindi- "sulle dinamiche di mutazione di ciò che appare". E' il tema della fenomenologia. La stessa teoria dei modelli, in ambito scientifico, ha proprio contesto sulla *capacità di modello*, esponendosi anche nella più pura delle discipline dell'empiria, la fisica, su capacità di descrivere -apriori- il reale. Faccio un esempio: Come è noto Einstein -prima delle verifiche sperimentali che la "teoria della relatività" era corretta come capacità di descrive "le dinamiche del tempo (et altro)" nella misura degli eventi- fu preso in giro, fu sbeffeggiato. Si diceva: "Ma come è mai possibile che il tempo possa cambiare -e rispetto a ché?- se io misuro un evento con la stessa dinamica?" Einstein faceva notare che un qualunque cronometro è fatto dalla materia di cui è costituito e la materia risente delle azioni indotte su una qualunque massa a secondo del sistema inerziale su cui si viaggia. Tuttoggi ancora non è stato ben compreso che due orologi che pur segnano la stessa ora (consideriamoli costruiti alla stessa maniera, ossia *gemelli*) se stanno sullo stesso tavolo segnano la stessa ora senza slittamenti tra uno e l'altro, ma se uno dei due orologi viene messo su un jet supersonico, quando ritornerà sul tavolo non avrà più la stessa indicazione temporale! Eppure è stato eseguito fisicamente tale esperimento(!) (e gli scienziati si sono dovuti arrendere alla evidenza) e le formule elaborate da Einstein sono state confermate nella previsione di quale sarebbe stato lo slittamento temporale. Al seguente link si vede come la misura del tempo sia legata alla velocità del sistema inerziale: http://www.arrigoamadori.com/lezioni/RelativitaRistretta/RelativitaRistretta.htm Per avvicinarsi alla comprensione del fenomeno, e poi di cosa si intende con fenomenologia, si consideri quanto segue: Se io ho un'auto ferma e mi appoggio all'auto, non risento della pressione dell'auto su di me, se non per reazione alla pressione che applico io, quindi in modo minimo. Se invece metto un auto su una discesa, anche non applicando altre forze se non l'inerzia dell'auto, quella massa assume una capacità di deformare ciò che voglia impedire quel moto -> molto pericolosa, eppure è senza motore acceso (l'auto), in discesa. Il caso più puro (senza dovere esaminare altre azioni come l'attrito etc) è il fatto per cui: "un corpo non sottoposto a forze esterne (quindi nel vuoto) continua nel suo moto rettilineo uniforme per sempre". Ossia non si fa alcuna fatica a tenere un corpo in moto a velocità costante (se si è nel vuoto), se tale massa è libera da altre azioni che non siano il suo volere rimanere a velocità costante, detta "inerzia"! Si trascura però che tale "stato di cose" sta dicendo che chi fosse solidale con il sistema inerziale in cui il corpo è fermo (e quindi a velocità costante rispetto a un diverso sistema inerziale) vedrebbe appunto il corpo fermo perché sta introducendo il concetto di "rispetto a che", quindi il concetto di sistema inerziale. Ora che siamo entrati nel "quanto e come e se" ci siamo accorti che è l'inverso di ciò che ci sembra: "tutto muta costantemente(!), anche il tempo! .. anche se lo misurassero senza errori due osservatori diversi, se i relativi sistemi inerziali fossero a velocità inerziali diverse!" Quindi di una cosa possiamo esser certi: della mutazione. E' l'uomo che -legittimamente- si chiede "quanto e come e se", ma deve aggiungere "rispetto a che"? : - ) Specificato "rispetto a che" .. può anche eseguire delle misure .. ma constaterà "quanto e come e se" -nell'osservare mutazioni- _sempre_, e -in più- potrà anche chiarire rispetto a che. (Per approfondimenti, sul fatto che non si ha mai A=A (ossia sulla certezza empirica della mutazione), si esamini la risposta di Einstein a Popper una impossibilità empirica di avere una misura esatta con precisione inammissibile sul testo "Logica della scoperta scientifica" di Popper, indicato lì come l'esame di un caso "superpuro", su cui Popper voleva misurare la convergenza della sua teoria della corroborazione nella capacità del carattere autocorrettivo della scienza). Grazie del tema, L