Subject: Re: Il "ritorno" dell'Isteria Date: Sat, 18 Oct 2008 13:42:41 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia Vincenzo Del Piano wrote: > ... "allora" ... domando (a *tutti* i frequentatori del NG ...) se essi > ritengono che la complessità di "quanto abbiamo oggi attorno" (... mi > risparmio paroloni quali "contesto" eccetera :-)) ... sia effettivamente > tale da rendere difficile "capire cosa succede"; che lo renda difficile al > punto da poter produrre uno sperdimento/spaesamento tale da "far rifugiare" > nella sperduta/spaesata auto-osservazione emotiva; che *appare* essere la > unica "risposta" psichica disponibile, rischiando *così* di diventare > (diventare!) risposta appresa come unica praticabile anche in àmbiti di > "semplicità". > Configurando così quantomeno la sintomatologia-complessiva dell'Isteria. > > ... grazie (tante!) a chi mi risponderà! > -- > Vincenzo Premesso che Freud ha il grande merito di avere alzato il velo su fatti sotto il livello coscienziale ed in particolare grazie al metodo di esaminare il materiale onirico, sarebbe sbrigativo condividere l'analisi di Freud che la maggior parte delle persone malate di "nervi" sia stata -al suo tempo- "isterica" (secondo la definizione "classica"). Bisogna partire da una critica all'esame Freudiano per capire di cosa stiamo parlando: Freud si trova a gestire le paure e i traumi di una società piccolo borghese. Se se la passavano molto bene -infatti- non si trovano ad avere problemi psichici (o almeno in piccola percentuale). Se se la passavano molto male -infatti- non avevano mica i soldi per andare dallo psicanalista .. Quindi Freud accede ad una classe media spaventata dallo sprofondare nei propri problemi. Ma se non esaminassimo i "costumi" che si trova ad esaminare l'analisi sarebbe molto parziale. Stiamo parlando di costumi di una classe media ed occidentale. Quindi -costoro- reduci dal perbenismo di facciata introdotto dalla tradizione culturale tedesca, che si emancipa dalla tradizione mediterranea grazie a Lutero, prima, e all'illuminismo, poi. La massima compressione avviene proprio nei costumi sessuali e -in specie- per il mondo femminile (in tale ambiente). Le donne non erano considerate al pari dell'uomo (ma segue un ampio affresco di Jung dell'epoca, per chi si voglia rendere conto). Ricordo che Jung tratta in "Psicologia dell'inconscio" proprio delle disavventure di una signora che aveva attacchi isterici che la boccavano anche di fronte ad una carrozza sul momento di essere travolta. Vado a riprendere un articolo che avevo scritto su ciò per mostrare come -sotto la superficie dell'attacco isterico- ossia scorrelazione tra ciò che si sente emozionalmente e ciò che si riesce a fare, vi fosse ben più grande iceberg: ++ ________________________________ Jung: "La Signora dei Cavalli" La psicologia dell'inconscio di Carl Gustav Jung, Ed. Grandi tascabili economici Newton, pag 20: ________________________________ Conosco il caso di una giovane signora che soffriva d'isteria a seguito d'uno spavento improvviso. Una sera era stata in società e, all'incirca a mezzanotte, in compagnia di parecchi conoscenti si trovava diretta a casa, quando, improvvisamente, alle spalle arrivò una carrozza a trotto veloce. Gli altri si scansarono, ma lei, paralizzata dal terrore, rimase in mezzo alla strada e cominciò a correre davanti ai cavalli. Il cocchiere faceva schioccare la frusta e imprecava; non serviva a nulla, lei correva giù per la strada che portava ad un ponte. Lì le forze l'abbandonarono e per non cadere sotto i cavalli, in preda alla massima disperazione, voleva tuffarsi nel fiume, ma dei passanti riuscirono a trattenerla... La stessa signora capitó per caso quel sanguinoso 22 gennaio a St. Petersburg in una strada che veniva per l'appunto «ripulita» dal fuoco dei militari. Intorno a lei la gente cadeva al suolo morta o ferita, lei però adocchiò colla massima calma e tranquillità di spirito il portone d'un cortile attraverso il quale poté mettersi in salvo in un'altra strada. Questi terribili momenti non le causarono alcun nuovo disturbo. Dopo stava perfettamente bene, addirittura meglio del solito. ----------------------------- LA PSICOLOGIA DEI PROCESSI INCONSCI pg 21 ----------------------------- Succede spesso di osservare un comportamento sostanzialmente simile. Ne risulta necessariamente la conclusione che l'intensità d'un trauma ha poca importanza patogena (cioè causa di malattia), ma contano invece le condizioni particolari. Con ciò si è trovata una chiave che può far luce sulla predisposizione. Dobbiamo quindi porci la domanda: quali sono le particolari condizioni della scena della carrozza? La paura cominciò quando la signora sentì i cavalli avvicinarsi; per un momento le sembrò come se ciò comportasse una tragica sventura, come se significasse per lei la morte o qualcosa di terribile; a quel punto aveva già perso completamente il controllo di sé. A quanto pare i cavalli costituiscono l'elemento decisivo. La predisposizione della paziente a reagire in modo così incontrollato a questo evento insignificante dovrebbe risiedere nel fatto che i cavalli hanno per lei un significato particolare. Bisognerebbe presumere che per esempio abbia vissuto una volta qualcosa di pericoloso con i cavalli. Ciò è effettivamente vero, infatti, all'età di sette anni, stava facendo una passeggiata in carrozza quando i cavalli si imbizzarrirono e si avvicinarono, a corsa folle, alla sponda a picco d'un fiume profondamente incassato. Il cocchiere saltò giù e le gridò di fare altrettanto, al che lei, colta da mortale paura, non riusciva a decidersi. Però all'ultimo momento saltò mentre i cavalli con tutta la carrozza andarono a sfracellarsi nell'abisso. Non c'è dubbio che un tale avvenimento lasci dietro di sé impressioni profonde. Tuttavia non spiega perché a un'innocua situazione analoga debba poi seguire una reazione così insensata. Finora sappiamo soltanto che il successivo sintomo isterico ebbe un prologo nell'infanzia. La parte patologica rimane però oscura. Per penetrare questo mistero occorrono altre esperienze. Col crescere dell'esperienza era risultato che in tutti i casi sottoposti ad analisi fino a quel momento esisteva, accanto agli avvenimenti traumatici, un particolare tipo di disturbo che non si può definire in altro modo se non come un disturbo nel campo dell'amore. Com'è noto l'amore è un concetto estensibile che va dal cielo all'inferno, riunisce in sé il bene e il male, il sublime e l'infinito. Attraverso questa constatazione si realizzò un notevole cambiamento nella concezione di Freud. Se prima, più o meno affascinato dalla teoria del trauma di Char- ----------------------------- LA PSICOLOGIA DEI PROCESSI INCONSCI pg 22 ----------------------------- cot, aveva cercato la causa della nevrosi negli eventi traumatici, ora la chiave si spostò in tutt'altra direzione. La spiegazione migliore ci viene dal nostro caso: capiamo che i cavalli possono pur avere un ruolo particolare nella vita della paziente, non capiamo però la reazione successiva, così esagerata e inopportuna. L'elemento morbosamente singolare di questa storia consiste nel fatto che è proprio dei cavalli che lei ha paura. Ricordando la summenzionata constatazione empirica che di regola a fianco degli eventi traumatici è presente un disturbo nel campo dell'amore, bisognerebbe ricercare in questo caso se ci sono problemi da questo punto di vista. La signora conosce un giovanotto col quale pensa di fidanzarsi, lo ama e spera di essere felice con lui. In un primo momento non c'è altro da scoprire. La ricerca non deve però lasciarsi scoraggiare da un risultato negativo dopo un'indagine superficiale. Ci sono vie indirette là dove la via diretta non porta allo scopo. Perciò torniamo a quello strano momento quando scappò davanti ai cavalli. Ci informiamo della compagnia e quale fosse il motivo della riunione a cui essa aveva partecipato; era una cena di commiato per la sua migliore amica che per disturbi nervosi si recava per un lungo periodo in un luogo di cura all'estero. L'amica è sposata e, a quanto sentiamo, felicemente; è anche madre d'un bambino. Possiamo dubitare dell'affermazione circa la sua felicità; perché se fosse veramente così, non avrebbe presumibilmente alcun motivo di essere nervosa e bisognosa d'una cura. Cominciando a fare domande su un altro argomento venni a sapere che la paziente, quando i suoi conoscenti la raggiunsero, fu riportata nella casa dell'ospite, poiché era il posto più vicino per assisterla. Esausta com'era, vi fu accolta con molta ospitalità. A questo punto la paziente interruppe il racconto, divenne imbarazzata e confusa e cercò di passare a un altro argomento. Si trattava, evidentemente, di una qualche reminiscenza spiacevole che era emersa improvvisamente. Dopo il superamento di tenaci resistenze da parte della paziente, risultò che quella notte era accaduta un'altra cosa molto strana: il gentile ospite le aveva fatto una focosa dichiarazione d'amore, da cui era nata una situazione che, data l'assenza della padrona di casa, era un po' difficile e imbarazzante. A sentir lei questa dichiarazione d'amore la colpì come un fulmine a ciel sereno. Cose del genere sogliono però avere sempre il loro antefatto. Il lavoro delle settimane successive fu quello di scavare pezzo per pezzo una ------------------------------ LA PSICOLOGIA DEI PROCESSI INCONSCI pg 23 ------------------------------ lunghissima storia d'amore, finché ne risultò un quadro completo che io cercherò di riportare qui di seguito. Da bambina la paziente era stata un vero maschietto, amava solo i giochi sfrenati da ragazzo, derideva il proprio sesso e fuggiva ogni atteggiamento e occupazione femminile. Dopo la pubertà, quando il problema erotico avrebbe dovuto toccarla più da vicino, cominciò a sfuggire tutti i compagni, odiava e disprezzava tutto quello che ricordasse anche alla lontana il destino biologico dell'essere umano e visse in un mondo di fantasie che non avevano nulla in comune con la brutale realtà. Così fino a 24 anni rifuggì da tutte quelle piccole avventure, speranze e aspettative che di solito animano una donna a questa età. (Da questo punto di vista le donne sono spesso d'una ammirevole insincerità verso se stesse e verso il medico.) A quel punto conobbe però due uomini destinati a penetrare quella siepe spinosa che le era cresciuta intorno. Il signor A.(ndr.Alfredo) era il marito della, allora, sua migliore amica, il signor B.(ndr.Bartolo), scapolo, era l'amico del signor A.(Alfredo) Entrambi le piacevano. Tuttavia presto ebbe l'impressione di preferire di gran lunga il signor Bartolo. Di conseguenza nacque presto un rapporto intimo tra lei e il signor Bartolo e si parlò anche della possibilità d'un fidanzamento. Tramite il rapporto col signor Bartolo e per via della sua amica, venne spesso in contatto anche col signor Alfredo, la cui presenza inspiegabilmente la agitava e innervosiva. In questo periodo la paziente partecipò a una grande riunione mondana. Anche i suoi conoscenti erano presenti. Era immersa nei suoi pensieri e giocava trasognata con l'anello che improvvisamente le scivolò di mano e rotolò sotto il tavolo. Entrambi gli uomini si misero a cercarlo e al signor Bartolo riuscì di trovarlo. Le infilò l'anello al dito con un sorriso eloquente dicendo: «Lei sa che cosa significa!». Allora fu assalita da una strana e irresistibile sensazione, strappò l'anello dal dito e lo buttò fuori dalla finestra, che era aperta. Comprensibilmente ne seguì un momento d'imbarazzo e, profondamente irritata, lei abbandonò presto la compagnia. Poco dopo il cosiddetto caso volle che lei passasse le ferie estive in una località di cura dove si trovavano anche il signor Alfredo e la signora moglie di Alfredo. La signora moglie di Alfredo cominciò a diventare visibilmente nervosa e perciò rimase spesso a casa indisposta. La paziente aveva quindi la possibilità di andare a passeggio da sola col signor Alfredo. Una volta presero una piccola imbarcazione. Lei era sfrenatamente allegra e improvvisamente cadde dalla barca. Solo con difficoltà il signor Alfredo poté salvare la signora che non sapeva nuotare e la issò in barca -------------------------------------- LA PSICOLOGIA DEI PROCESSI INCONSCI pg 24 -------------------------------------- semisvenuta. E a questo punto la baciò. Con questo evento romanzesco i capi della vicenda risultavano ora ben saldati. Prendendo l'episodio a pretesto con se stessa, la paziente spinse ancor più energicamente per il fidanzamento col signor Bartolo e si convinceva quotidianamente di amarlo. Questo strano gioco non era naturalmente sfuggito allo sguardo acuto della gelosia femminile. La signora moglie di Alfredo, la sua amica, aveva percepito il segreto, di conseguenza si tormentava e con ciò aumentava il suo nervosismo. Così divenne necessario per la signora moglie di Alfredo recarsi in cura all'estero. Alla festa di commiato lo spirito maligno andò dalla nostra malata e le sussurrò: «Stasera lui è solo, ti deve succedere qualcosa perché tu possa entrare in casa». E così fu: col suo strano comportamento entrò in casa e ottenne quello che aveva cercato. Dopo questa spiegazione ognuno sarà portato a presumere che solo una raffinatezza diabolica possa ideare e realizzare una tale concatenazione di circostanze. Quanto a raffinatezza non c'è da dubitarne, tuttavia la valutazione morale è dubbia: infatti devo sottolineare con forza che per la paziente erano assolutamente inconsce le cause di questo drammatico comportamento. La storia si verificò apparentemente da sola, senza che lei avesse una qualche coscienza delle cause. Sulla base dell'intero antefatto è però chiaro che tutto mirava inconsciamente a questo scopo, mentre la coscienza si sforzava di realizzare il fidanzamento col signor Bartolo. Ma la spinta inconscia a percorrere l'altra strada era più forte. Torniamo ora nuovamente alla nostra osservazione iniziale, cioè alla domanda, da dove derivi l'elemento patologico (o straordinario, eccessivo) della reazione al trauma. Sulla base d'un principio dedotto da ulteriori esperienze, abbiamo avanzato la supposizione che anche in questo caso oltre al trauma, che apparentemente risulta causa di malattia, esista un altro disturbo nel campo dell'amore. Questa supposizione è stata del tutto confermata e da ciò abbiamo imparato che il trauma, che è apparentemente causa di malattia, non è altro che un pretesto col quale si manifesta qualcosa che prima era inconscio, cioè un importante conflitto erotico. Con ciò il trauma perde la sua luce patogena e al suo posto subentra una concezione molto più vasta e profonda che configura l'agente patogeno come un conflitto erotico. Si sente spesso la domanda: perché la causa della nevrosi deve essere proprio il conflitto erotico e non un altro conflitto? Bisogna replicare: nessuno afferma che debba essere così, --------------------------- LA PSICOLOGIA DEI PROCESSI INCONSCI pg 25 --------------------------- ma risulta essere così. Nonostante tutte le assicurazioni contrarie e indignate, l'amore, i suoi problemi e conflitti risultano essere di fondamentale importanza per la vita umana e, come emerge sempre da accurate indagini, d'importanza di gran lunga superiore a quanto l'individuo supponga. La teoria del trauma è stata perciò accantonata perché antiquata, infatti avendo compreso che la radice delle nevrosi non è il trauma, bensì il _conflitto erotico nascosto_, il trauma perde la sua importanza patogena. ---------------------------- fine cap 1 di Jung intiltolato: "Gli inizi della psicoanalisi" ---------------------------- Un mio commento: Proviamo ad ampliare lo scenario solo erotico di Freud/Jung: --------------------------------- Cause economiche: Non conosciamo questi dati dal testo. Si può immaginare facente parte di una media famiglia borghese, che presupponesse un matrimonio come sicurezza sociale. --------------------------------- Cause sessuali: Fino a 24 anni aveva sfuggito la sessualità, a causa del fatto che ne associava una minore potenza in quella femminile. "Da bambina la paziente era stata un vero maschietto, amava solo i giochi sfrenati da ragazzo, derideva il proprio sesso e fuggiva ogni atteggiamento e occupazione femminile." ---------------------------------- Cause sociali: Si relaziona con due uomini, Alfredo perchè la attraeva, Bartolo perché si doveva inserire in società. ---------------------------------- Cause varie1: Non si fidava né della sessualità, né della animalità istintuale, avendo associato -già dall'infanzia- la propria sessualità -> alla perdita di potere, e la animalità alla coscienza della propria corporeità che l'aveva tradita nelle proprie aspettative: sia come persona, sia come esperienze con altre creature animali (doppio episodio dei cavalli). ----------------------------------- Cause varie2: La sua etica, il suo stato mentale, le sue aspettative, la portano a non esplicitare completamente e -in ogni caso- a combattere la propria preferenza per l'uomo già sposato. La sua avversione alla coscienticizzazione corporea, la porta a desiderare inconsciamente di essere travolta dai sensi e contemporaneamente, a livello cosciente, a volere non accettare la dominanza maschile. La sua organizzazione mentale, *non in pace con se stessa*, senza strumenti né di analisi, né di sintesi, la portano a essere dilaniata tra due spinte apparentemente uguali ed opposte: -l'uomo desiderato, forse perchè già sposato e quindi non raggiungibile, meno pericoloso fallicamente. -l'uomo appropriato socialmente, perchè non amato, non dominante grazie al sesso (essendo non amato). ------------------------------------ Valutazione complessiva ("La signora dei cavalli"): Si noti che nella scena dei cavalli da grande, la signora, _non si scosta dalla direttrice dei cavalli_: E' combattuta -tra lo sfuggire alla sessual-animalità -e il vivere l'essere travolta dalla bestialità E' come se esponesse pubblicamente: "Ammettete questo? Ammettete legittimo che una creatura sia lasciata in pasto alla bestialità dell'essere posseduta?" Pur tuttavia, si lascia salvare da passanti che "ammettono" che la situazione fosse da evitare! Che sia affascinata, comunque, dalla ipotesi della sessualità elettivizzata è indubbio. Basta ricordare la scena dell'anello respinto se raccolto dalla persona che lei non ama, e pur tuttavia la possiederà fisicamente (avendo sperato che fosse Alfredo e non Bartolo il vincitore), nonché la scena del bacio sulla barca. In definitiva, anche qui le ragioni sessuali, sono concomitanti a quelle afferenti al *diritto di espressione* in generale. Un ultimo commento alla tesi di Vincenzo: Il problema non sembrerebbe l'isteria ma gli stati patologici della mente. Grazie dell'occasione e se avete provato a seguire questo lungo iter logico. Saluti, L P.S. Il complesso delle cause esaminate, ha portato in mancanza di strumenti di sintesi psicologica armonica, alla deformazione della sfera sessuale, sociale, relazionale, etica. Anzi, la prevalenza della concezione che la propria materialità, potesse implicare situazioni non rimuovibili sulla sua dignità di persona, sposta il problema della spinta dell'Eros, in una fase gerarchicamente ramificata a un livello più secondario, rispetto alla pulsione fondamentale dell'idea del , dell'idea di noi stessi (sia come singolo, sia come entità in relazione), della aprioriticità del senso del -, -, - Insomma le domande fondamentali, di cui quella sessuale afferente alla proiezione di sè sulla progenie e sulla propria significanza, è solo una di quelle che riguardano la forma con cui si rappresentano le pulsioni del . Basterà ricordare come il pathos -in battaglia- non dia percezione -> neanche dell'essere colpiti da una pallottola. Basterà ricordare che la estrapolazione del fine, renda meno attraente una donna bellissima che sappiamo sterile. Basterà ricordare che la scelta di un valore, porta taluni a dare la propria vita per esso. Si rifletta infine come nella conoscenza, almeno inconscia, della apocalisse personale che investirà ognuno, il rinviare alla ricerca di noi stessi, magari per sicurezze relative socialmente standard -eppure effimere- porta a uno stato di disadattamento tale, che molti -non appena si innesca lo stato di pensionamento- tendono a lasciarsi morire, perchè -> "senza la fiducia che la propria vita possa essere vissuta con un significato" (senza un puro meccanismo di routine, gratificato dalla stima propria e altrui). Le domande fondamentali, sono allora sempre lì, nonostante il nostro desiderio di semplificazione ... Ma sono lì, non per rimanere irrisolte, ma perchè ciascuno di noi, le può risolvere secondo quello che vorrà significare.