Subject: Re: Gestire l'implosione Date: Fri, 23 Jan 2009 07:41:09 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia silvia wrote: > > salve a tutti. > > Ultimamente mi capita sempre più spesso di sentirmi "implodere". > Non so come gestire questo stato e soprattutto regredirlo di frequenza. > A volte temo di essere vicina alla "pazzia"... (sottolineo tra virgolette). > > Datemi dei pareri. > Grazie. > > silvia Io ho una mia teoria (gli ho dato pure un nome, pensa un po' tu come sono megalomane: TEP, teoria degli equilibri preferenziali). Ebbene secondo questa teoria le cose non succedono per caso, ma vi sono sempre molte cause che generano molti effetti .. e fin qui siamo nel metodo scientifico. Quello che è di nuovo è che oltre che essere determinante il "contesto", ossia ciò che è l'ambiente intorno a noi, influisce molto -sullo stato di arrivo- il percorso "preferenziale" che _singolarmente_ abilitiamo come preferenziale (perché lo preferiamo) alle nostre scelte, scelte che non sono conseguenti solo a ciò che subiamo, ma _anche_ a ciò che proponiamo. Da questo breve prologo si dovrebbe capire .. che la stessa malattia mentale non è una anomalia .. ma uno stato preferenziale che dipende sia dalle scelte del contesto, sia dalle nostre scelte, e, in quanto nostre scelte, abbiamo un margine di manovra per andare a navigare in una palude (la pazzia) o cercare di uscirne. Come uscire dagli stati che chiami di implosione? Tratto il tema in generale, perché non conosco il tuo caso: Uno stato di "implosione" dovrebbe essere uno stato di "depressione". La depressione è "abilitabile" in molti modi e nel suo lato positivo è una attenzione a prendere nota di ciò che potrebbe danneggiarci. Se però da quando mi alzo la mattina comincio a dire .. per esempio perché devo avere una interrogazione o un esame: "Non ce la posso fare! .. non ce la posso fare! .. mi sembra che non ce la posso fare!" Arrivato alla sera mi sarò talmente condizionato da andare in una forte autosuggestione .. che mi penalizzerà .. anziché creare una critica e quindi delle proposte di soluzione. Se -quindi- (invece) dicessi: "Secondo me ce la posso fare! .. devo esaminare i punti deboli della preparazione e dare almeno una soluzione momentanea(!), poi preparerò una soluzione più strutturata!" .. Arrivato alla fine della mia giornata di studio o di lavoro .. avrò acquistato una fiducia che mi discende non solo da una capacità di autocondizionarmi, ma anche da atti concreti che ho organizzato e mi motivano a credere che sono ottimista .. perché ne ho molte ragioni(!), tutte dimostrabili, magari riorganizzabili. Insomma se faccio un mix tra attenggiamento positivo e flessibilità mentale di avere capacità di una critica che non sia distruttivismo, ma costruttivismo, allora, non solo sarò in grado di dire che so confrontarmi con la realtà .. ma persino di mettere di "buon umore" chi entra in contatto con me! : - ) Ciao, L