Subject: Re: Se io ti sparo in bocca, tu, filosofo... Date: Wed, 23 Apr 2008 08:11:13 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.cultura.filosofia.moderato Solania wrote: > > ....come fai a continuare a menarmela con il sentire, il dire, il giudizio o > il fatto, il linguaggio eccetera eccetera. > > Cioè, questo esempio, artefatto ma neanche tanto, è quello che fa Bertrand > Russell nell'ABC della relatività quando vuol insegnare a troncare gli > eccessi del relativismo. > Cioè, tutto è relativo al punto di vista dell'osservatore, ...a parte una > travata nei denti ! > > Adesso voi, con tutta la vostra Logica, facendo finta che sia io che mi son > preso la travata, fatemi ridere invece di piangere che poi, quando ci > incontreremo, la cena ve la pago io !! Ciao Tiziano. La polemica tra assolutismo e relativismo non è quella che tu sottoponi. E' ben vero che: -un conto è parlar di morte e un conto è morire -un conto è prender una "travata nei denti" e un conto è "discutere sulle possibili sensazioni di una travata sui denti". Ma la questione tra verità relative e assolute non sta nel presupposto che -- Th.1: "dire che esistono solo verità relative" è una verità assoluta. -- La Th.1 è infatti platealmente una aporia, ossia contiene in se stessa la sua assurdità. Personalmente esco da tali aporie cicliche notando che il reale è asimmetrico: -Non c'è la stessa quantità di luce che di buio -non si può affermare una cosa è con la stessa attendibilità (sperimentabilità) anche il suo contrario. Ad esempio: "tutti i sicialiani sono mafiosi" equivalente a "tutti i siciliani NON sono mafiosi". Da ciò discende l'anello di congiunzione tra "sperimentalismo" e "teoria dei modelli". Ossia nessuno scienziato direbbe che un modello è vero, ma verosimile, ossia con errore medio che sotto precisate condizioni si aggira intorno a un valore di deviazione standard .. Ecco perché la società contemporanea si appoggia sul concetto di relativismo (eccettuati i sistemi di culto, anche interni alla scienza quando sono scientisti): Non perché il relativismo sia esatto, ma perché consente di dire _approssimativamente_ di quanto ci stiamo sbagliando! E' la conquista della posizione eratta. Ossia anziché brucare l'erba come gli animali e immaginarci che il tuono sia Dio, viceversa ...saper guardare ciò che possiamo immaginare e poi sottoporlo a verifica specificando come abbiamo eseguito la verifica, _IN CHE CONTESTO_ ossia: -rispetto a che? -RELATIVAMENTE a che? Il fatto filosofico che Einstein chiama la sua teoria «la teoria della "relatività"» non ti dice nulla? Persino il tempo -si può dimostrare- non scorre per tutti alla stessa maniera! Dipende dalla velocità del sistema inerziale su cui si viaggia! Non che rispetto a un sistema "terzo in rif a due osservatori" -> il sistema terzo non abbia un solo orologio (con cui poter misurare sia il sistema n1 che il sistema n2)! Ma il terzo vede che ciascuno dei due osservatori esegue una misura del tempo diversa non solo tra loro, ma anche rispetto al terzo (con scarti diversi d1 e d2, dove d1=o1-o3, d2=o2-o3), perché ciascun orologio fisico -essendo di materia- (e la materia risentendo della velocità a cui viaggia) si comporta in modo associato alla materia di cui è fatto (la materia "vive" in modo _diverso_ e *relativo* a un CONTESTO!). Rifletti -allora- se la pretesa di non sbagliarsi (assolutismo) non sia una mancanza di onestà (di ciò che ci potrebbe risultare) e una denuncia della paura che non ci sia la verità assoluta, per alcuni -cioè- Dio. Ma intuire Dio, ossia che vi sia una *verità completa*, anche se da un particolare non contenibile, non elimina *il tutto*, poiché non si trova il contenitore (del tutto). Quindi non serve il delirio per intuire Dio, basta travalicare l'oggettività, grazie all'estrapolazione. Però si è esterni alla scienza (che studia gli oggetti), non alla logica (che prevede l'induzione come parte di sè, logica). Grazie dell'occasione, L