Subject: Re: Metodo da utilizzare. Date: Thu, 29 May 2008 15:04:28 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia matteo wrote: > > Salve a tutto l'ng. > Avrei una domanda, che vi porrò fra poco, riguardo un metodo da seguire. > In pratica, la mamma della mia ragazza, soffre di un disturbo che non so ben > capire di cosa si tratta. A prima vista sembrerebbe depressione, ma non è > ovviamente questo il luogo dove fare diagnosi (ne da me che non sono ferrato > in materia ne da voi che ovviamente non conoscete la persona). > Quello che è certo, è che dei periodi più o meno lunghi (possono variare da > alcuni giorni ad anche 1-2 mesi di fila), le succede di vedere tutto > negativo, dice che tutti ce l'hanno con lei, diventa impossibile affrontare > qualsiasi discorso con lei perchè si lamenta di ogni cosa, è assente in > quello che fa, a volte barcolla come se fosse ubriaca e le scivolano le cose > dalle mani, ecc. > Ciò che è lampante come il sole è che vive in un mondo tutto suo, e > qualsiasi persona che non è confacente al suo mondo e alle sue idee diventa > un bersaglio e/o motivo di scenate. > Per quanto ne so potrebbe anche trattarsi di un esaurimento nervoso. > Il marito (il mio futuro suocero) non sa cosa fare e subisce passivamente > gli attacchi di lei che lo offende in pubblico. La mia ragazza è disperata > perchè dice (ed è vero) che sua mamma non vuole sentire o ascolatare nessuno > perchè tanto nessuno la capisce, e che siamo noi tutti quell iche dovrebbero > farsi curare. Io, che sono di famiglia da solo un anno e mezzo, non me la > sento di dire nulla. > Quindi la domanda che vi pongo è la seguente: cosa posso fare? Quale > approccio dovrei usare con lei? come posso comportarmi? Cosa posso > suggeriere alla famiglia? Veramente...non ho la più pallida idea di come > affrontare questa situazione che sta degenerando sempre più. > > grazie infinite a chiunque vorrà suggerirmi qualcosa. > > Se esistesse "un" metodo .. : - ) basterebbe andare a leggerlo su un manuale, come -per esempio- si leggono le ricette di cucina. La psicologia -di suo- prima esegue una analisi, ossia una investigazione, quindi -a volte- o meglio per alcune "scuole" propone delle soluzioni. Inoltre tali "soluzioni" sono "consigliate" e non possono essere imposte, eccettuati casi limite [in cui si agisce in "trattamento sanitario obbligatorio (detto TSO)"]. Rimanendo sempre sulle generali, quando si osservano delle derive da comportamenti equilibrati le cause sono molteplici e l'azione dovrebbe essere "mirata". Tra le maggiori (di cause) vi sono: -accumulo di stress che non viene elaborato, ossia a cui si risponde passivamente, anziché studiare delle modalità di relazione. -compressione di spazio espressivo e poca (o scarsa) convinzione del valore della propria vita e dei propri atti. -inabitudine ad atteggiamento attivo -anziché passivo- fino al superamento di una soglia di destabilizzazione -> in cui nelle "risposte" non si è più ordinariamente "presenti a se stessi". -condizionamento esterno o autocondizionamento (o entrambe) "a vedere solo la parte vuota del bicchiere mezzo vuoto". etc La cosa più "delicata" per persone che hanno poca confidenza -secondo me- è vedere se è possibile orientare verso spazi espressivi: -pittura -musica -ginnastica -teatro -cinema -scrivere articoli, romanzi, diario, -giochi di società -ballo -viaggi -contatto con la natura etc So per certo che -per esempio- i viaggi aiutano molto le persone depresse, anche se non è che risolvano completamente i problemi alla radice. L'ideale sarebbe un consulto dal medico di famiglia che potrebbe dire di "sentire cosa ne pensa uno psicologo .. così tanto per sapere .." : - ) Se nel consulto partecipassero più componenti del nucleo famigliare -del resto- si potrebbero avere delle sorprese! Può succedere -infatti- che i comportamenti più sconsigliabili non li abbia la persona che ha accusato dei problemi, ma altri che -apparentemente- di problemi non ne accusano. Cito solo per spiegarmi -e a titolo di esempio- che un comportamento "molto autoritario" può destabilizzare non chi lo attua, ma chi lo subisce. Saluti, L