Subject: Re: Teologia cristiana e rifiuto del cristianesimo Date: Tue, 03 Jun 2008 18:15:19 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.cultura.filosofia.moderato "Amleto, il danese(r)." wrote: > ok, la mia era una interpretazione, > posso modificarla così: > il livello di cristianesimo che viene passato nelle scuole cristiane e' tale > per cui, > anche menti elevate come Nietzsche, Stalin, Feuerbarch etc > poi non solo non lo accettano ma passano dall'altra parte. Io ribatterei che fuori dal Cristianesimo si notano -anche nella scienza- poche figure notevoli. L'Ebraismo/Cristianesimo, poiché Cristo disse di non volere mutare uno jota nell'Ebraismo vedono: Einstein Freud .... Insomma tutto l'Occidente con Rubbia per ultimo, dopo Fermi, Galileo etc. Se ci fai caso l'oriente porta un grande contributo alla filosofia, alla matematica, ma non un contributo rilevante nelle scienze. Rilevante -naturalmente- nel senso di paragonabile all'Occidente e a cosa è stato l'Occidente grazie alla cultura Ebraico/Cristiana. L: > > Del resto il pensiero del filosofo Cristo (o meglio di Cristo > > limitatamente alla sua figura di filosofo), qui, in un gruppo di > > discussioni di filosofia, dovrebbe essere esaminato nel merito, ossia > > nelle relative affermazioni. Amleto: > Qui io non imputavo il pensiero di cristo bensì > il fatto che esso venisse ributtato da persone di un certo valore > pur immerse nello stesso. Perché? Dunque -Nietzsche pagò con la follia. -Stalin con l'avere creato una utopia e poi un movimento che portò lutti e distruzione perché era uno dei volti del culto della materia (siamo nel periodo del "interpretazione materialistica della storia", se ricordo bene). Hanno di recente mostrato in tv la storia di don Zeno, accusato di dire che Cristo era un comunista, perché stava con i poveri. Ecco i comunisti hanno inventato di stare con i poveri senza dire che cosa proponevano in alternativa. Forse che diventassero ricchi? Ma -allora- perché non stare direttamente con i ricchi? Cristo invece non stava con i poveri, stava sia con i poveri che con i ricchi (Lazzaro di Betania, quello che fece risorgere era una delle persone più ricche di Israele). Il problema non era che fossero poveri o ricchi: il problema era se sapessero AMARE. Su Feuerbach ossia: http://it.wikipedia.org/wiki/Ludwig_Feuerbach (senza la "r") Trovo una biografia più dettagliata nel link seguente: http://209.85.135.104/search?q=cache:dLDSXSqtAZgJ:people.bu.edu/wwildman/WeirdWildWeb/courses/mwt/dictionary/mwt_themes_520_feuerbach.htm+Ludwig+Feuerbach+biografia&hl=it&ct=clnk&cd=4&gl=it&ie=UTF-8 cit: ++ on ++ Biography and Historical Setting Ludwig Feuerbach was born on July 28, 1804 in Landshut, Bavaria to Lutheran parents. His father, Anselm Feuerbach, was a famous criminologist, who reworked Bavarian civil law on behalf of Napoleon while Ludwig was still a youth, and later wrote what remain several classics in criminology. Anselm was so hot tempered and tyrannical that his family nicknamed him "Vesuvius" (Kamenka 18-21). Perhaps this provides some insight into why Ludwig would eventually feel imprisoned by the faith of his youth. ndr(1): Quindi un padre "tiranno" Ludwig Feuerbach became interested in religion in his earliest teens. At sixteen he studied Hebrew with the son of a local rabbi. At eighteen he left home to study theology at Heidelberg, where he was first introduced to Hegel's philosophy. Feuerbach soon became strongly interested in Hegel's thought, and so petitioned his father for permission to transfer to the University of Berlin where he could hear Hegel at first-hand. He arrived in Berlin in 1824 and quickly became a Hegelian disciple (Kamenka, 21). From Hegel Feuerbach would have learned about the development of the mind of God. Hegel taught that God develops through a "world-historical" process in which tensions between conflicting ideas are progressively resolved toward an increase in divine freedom and self-awareness. This development takes place in the minds of human beings that together comprise the mind of God. Hegel's interpretation of God/history thus implied the inevitability of progress, valued mental and devalued material existence, and suggested that the world was just as it should be at any given moment. Though the locus of progress was ultimately in Mind according to Hegel, this played out in the political arena as struggles between individuals, classes, and states. And though the improvement of the divine mind might occasionally manifest in an increase in human happiness, this was by no means the point of the world-historical struggle. Feuerbach evidently found these teachings initially satisfying. His sudden satisfaction with philosophy cast a shadow over his theological interest - as he later put it: "the theological mishmash of freedom and dependence, reason and faith, was completely repellent to my soul with its demand for truth, i.e., unity, decisiveness, absoluteness" - so in 1825 Feuerbach dropped theology to study philosophy at Berlin (Kamenka, 23). Financial troubles forced him to transfer to Erlangen the following year, where he continued to devote himself to philosophy (Kamenka, 23). ndr(2): Da quanto sopra ha repulsione per la teologia (per come l'aveva conosciuta, nel suo volto autoritario). E se ne emancipa come si è trovato a respingere la figura del padre. Feuerbach graduated from Erlangen in 1828, and spent a few years there as a lecturer beginning in 1829. His doctoral dissertation at Erlangen, Reason: It's Unity, Universality, and Infinity, discussed reason as the synthesizing activity of the universal mind and derogated the value of the senses; except for its criticism of Christianity it was thoroughly Hegelian. But Feuerbach's ride on the Hegelian bandwagon was brief. In 1830 he published his first book, Thoughts on Death and Immortality, in which he both denied immortality and affirmed death as that which makes the continuity of human beings with our natural environment most evident (Kamenka, 24). Feuerbach argued that recognition of this continuity - urged upon us by the fact of our eventual death - is prerequisite to a fully lived life, and that Christianity (especially Protestant Christianity) makes the full life impossible by virtue of its emphasis on personal immortality (Massey xi). It was in this emphasis on material, earthly life that Feuerbach departed from Hegelian philosophy. ndr(3): Qui sopra già nega l'immortalità e quindi ha preso defintivamente le distanze dal Cristianesimo. Quindi è nella biografia la chiave per scoprire l'antiCristianesimo. ++ off ++ Cito x tutti Russell http://it.wikipedia.org/wiki/Bertrand_Russell ++ on ++ Bertrand Russell nacque da una famiglia aristocratica. Perse la madre all'età di due anni, il padre a quattro. Fu cresciuto dai nonni: Lord John Russell, ex primo ministro del regno britannico e la moglie Frances. ++ off ++ Russell doveva dimostrare di poter fare a meno del concetto di "paternità". In fondo una persona onesta, intellettualmente. Ma con il trauma di non essere riuscito a impostare una relazione genitore/figlio. Naturalemente non tutti coloro che hanno problemi con i genitori -> sono contro il Cristianesimo. Ma tutti coloro che hanno problemi con il Cristianesimo -> hanno avuto problemi con genitori. Ciò significa che magari sono degli indios orfani dell'amazzonia e non sanno neanche che esiste Cristo. Sicuramente non saranno anti-Cristiani. Ma se hanno avuto entrambe gli elementi: 1) cultura di un Cristianesimo autoritario 2) Problemi con i genitori sono ad alto rischio di una personalità deforme di più che se avessero solo avuto dei problemi con i genitori. Ciò sembrerà paradossale, perché sembrerebbe che il Cristianesimo, per la cultura Cristiana (di cui faccio parte) dovrebbe essere solo una miglioria -> niente di più errato. I Cristiani sanno bene che chi si avvicina al Cristianesimo per avere maggior potere ne ha -viceversa- una condanna. E' emblematico il caso dell'Iscariota: Sebbene fosse il più erudito dei apostoli già istruito e rabbino nel tempio, ancor prima di conoscere Cristo (come del resto Bartolomeo), primeggiva per intelligenza, ma non per sapienza. Egli, l'Iscariota, pretendeva di usare sia la verità, sia la menzogna, -> al fine del potere. Affermava che così poteva essere più potente del Cristos stesso, e la prova del 9 era il fatto che se Cristo non si fosse piegato a farsi eleggere re, (e quindi x l'Iscariota -in questo caso- occasione di accedere al potere materiale) avrebbe vinto (l'Iscariota su Cristo) -comunque- poiché avrebbe fatto mettere in croce Gesù. Uno dei canti dei Cristiani nel recarsi all'altare è: "fa che questo cibo non sia per noi condanna". L'avvicinarsi al rito Cristiano non è questione di forma esteriore, ma di convinzione interiore. L: > > Non ne farei quindi -su tale questione- un problema di vicinanza a > > frequentazioni, ma di concetto di responsabilità personale. Amleto: > Ok ma Giuda tradì Cristo per convenineza economica, > non si può dire lo stesso a mio avviso di Feuerbach (che per le sue teorie > perse la cattedra), Darwin (che fatto bersaglio di 1000 accuse e ironie > doveva sopportare come disse la pena di aver dato una pena anche alla sua > devotissima e amata moglire), e così gli altri della lista. > Almeno a me pare fossero mossi da critica sincera. Su Feuerbach ho già detto. Su Darwin possiamo verificare la teoria che ti ho appena esposta. Andiamo a prendere la biografia: http://biografie.studenti.it/biografia.htm?BioID=785&biografia=Charles+Darwin cit: ++ on ++ Nato il 12 febbraio 1809 in Inghilterra, a Shrewsbury nello Shropshire (ai confini col Galles), Charles Darwin fa parte di un'agiata famiglia borghese e viene avviato agli studi di medicina in modo che possa seguire la stessa carriera del padre e del nonno Erasmus, il quale alternando l'esercizio della professione medica alla passione per gli studi naturalistici, scrisse alcune opere (come ad esempio la "Zoonomia") in cui alcune argomentazioni presentavano punti di contatto con le teorie che più tardi verranno elaborate da Lamarck e che Charles ricorderà di avere letto con grande ammirazione. Abbandonati gli studi di medicina verso i quali provava scarso interesse(*1) Darwin intraprende sotto la pressione di un'antipatica forzatura familiare la carriera ecclesiastica, ai suoi occhi ancora peggio di quella medica(*2). L'intelligente giovane covava un acceso amore per le scienze naturali e così, quando si presentò l'occasione di prendere parte in qualità di naturalista di bordo ad un viaggio sul brigantino "Beagle", si imbarcò di corsa pur contro il volere paterno(*3). ++ off ++ (*1) quindi contesta la figura del padre e del nonno non volendo svolgere gli studi di medicina (*2) gli studi della carriera ecclesiastica considerati ancora peggiori di quelli di medicina (*3) ciliegina finale: imbarco _contro_ il parere paterno. La figura di uccidere (o del trauma/conflitto con) il padre naturale o il padre mistico (Dio) come vedi ritorna. cvd.