Subject: Re: Dall'Arizona sulla memoria Date: Fri, 01 Aug 2008 19:05:30 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia Thom wrote: > > "L" ha scritto: > > > Una sintesi in lingua originale è per esempio qui: > > > > http://psycnet.apa.org/index.cfm?fa=main.doiLanding&uid=2008-06403-006 > > > > Le affermazioni investigate sono -in breve- queste: > > > > 1) Peggiora la memoria negli anziani? > > 2) La minore attitudine a dormire e sognare può essere responsabile > > delle patologie della memorizzazione in specie negli anziani? > > Nell'articolo da te linkato vedo una interessante ricerca psicobiologica > sulla modulazione postsinaptica di due tipi di recettori ippocampali per il > glutammato in ratti anziani e sulla relazone tra tale modulazione e la > memoria spaziale. > Potresti spiegarmi da dove hai tratto le informazioni sul sonno e > relativi effetti sulla memoria? > > Thom Si tratta di una rilettura della "interpretazione dei sogni" alla luce non di una key monotematica di stampo freudiano, junghiano, adleriano, etc. La key non è monotematica, ma un modello di impostazione cybernetics (di tipo simmetrico, vedi seguito). Ora -come è noto- la cibernetica è quella attività per cui si osservano i processi naturali e poi si cerca di replicare la loro emulazione in ambito artificiale. Ma è possibile anche il simmetrico: Si studiano i processi artificiali, per esempio la organizzazione dell'informazione nei processi automatici, e poi si verifica se i processi naturali non lo facessero già di loro di essere organizzati così .. oppure se eventuali patologie di comportamento .. non siano riconducibili proprio a una degenerazione della impostazione standard, magari a causa di fattori di disturbo che solo indirettamente danno segnale di sè. Tale impostazione è spesso detta psycho engineering, a volte impostazione "cognitivista" Da questo link, trascrivo: http://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_cognitiva ++ cit on ++ la psicologia cognitiva è una branca della psicologia che ha come obiettivo lo studio dei processi mediante i quali le informazioni vengono acquisite dal sistema cognitivo, trasformate, elaborate, archiviate e recuperate. La percezione, l'apprendimento, la risoluzione dei problemi, la memoria, l'attenzione, il linguaggio e le emozioni sono processi mentali studiati dalla psicologia cognitiva. Essa studia il funzionamento della mente come elemento intermedio tra il comportamento e l'attività cerebrale prettamente neurofisiologica. Il funzionamento della mente è assimilato (metaforicamente) a quello di un software che elabora informazioni (input) provenienti dall'esterno, restituendo a sua volta informazioni (output) sotto forma di rappresentazione della conoscenza, organizzata in reti semantiche e cognitive. ++ cit off ++ Poiché mi sono interessato (e mi interesso) di automatica e di sintesi di strategie nella AI (Artificial Intelligence) .. ciò che ho scritto nel post precedente è frutto del mio studio e -in parte- confermato da altri -> per esempio teorie sulla elaborazione dell'informazione di Umberto Eco. Vediamo se ritrovo l'articolo .. eccolo: (se volete sentire l'audio vedete subito dopo la citazione qui sotto): http://www.accaparlante.it/cdh-bo/index.htm Intervista ad Umberto Eco tratta da AA.VV., Pensieri sulla fine dei tempi: Come può parlare di perdita della memoria proprio quando Internet mette a nostra disposizione una sorta di memoria totale dell'umanità, un'immensa biblioteca virtuale? Ecco l'occasione per affrontare quella che ho definito "la crisi attuale della memoria". Ritorniamo per un momento alla nozione di progresso. Per secoli, abbiamo avuto la sensazione che la nostra cultura fosse un'accumulazione ininterrotta di conoscenze. Abbiamo studiato il sistema solare tolemaico, poi quello di Galileo, quindi quello di Keplero ecc. È falso! La storia delle civiltà è una successione di abissi in cui tonnellate di conoscenze scompaiono! Già i greci non sono riusciti a recuperare le conoscenze matematiche degli egizini, causando la comparsa di occultismi fondati sull'idea del recupero di antichi saperi perduti. A sua volta il Medioevo ha perso tutta la scienza greca, tutto Platone a eccezione di un dialogo, e la metà di Aristotele... Potremmo continuare ancora a lungo e ci accorgeremmo che in ogni epoca, nel corso degli anni, abbiamo permesso che sparisse una parte delle conoscenze acquisite. Intende dire che ci accontentiamo di riscoprire ciò che è stato dimenticato. No, al contrario! A volte possiamo recuperare alcuni frammenti di sapere perduto, ma nella maggior parte dei casi siamo impotenti. Intendo dire che la memoria sociale e culturale ha il ruolo di filtrare e non di conservare tutto. A volte approviamo queste selezioni (non siamo affranti al pensiero di aver perso le conoscenze matematiche mesopotamiche, sempre che siano esistite, a meno di non essere degli storici delle scienze), altre volte le consideriamo delle censure, come quelle operate dall'Inquisizione, dagli stalinisti o dai settari del politically correct americano, che cercano di cancellare dai manuali di storia tutto quello che potrebbe sembrare un oltraggio nei confronti di una determinata minoranza razziale, per esempio. In ogni caso, la funzione della memoria, individuale o collettiva, non è solo quella di selezionare, ma anche di filtrare. La cultura, quindi, è fatta sia di memoria che di oblio... Si tratta di una dialettica molto delicata, di un equilibrio difficile. Iniziamo dalla memoria. Non si può sopravvivere senza memoria. Se lei ricevesse un colpo in testa e le zone del suo cervello deputate alla memoria subissero dei danni, perderebbe la sua identità. Per le stesse ragioni, le società hanno sempre contato sulla conservazione della memoria, a cominciare dall'anziano della tribù che alla sera si sedeva ai piedi di un albero a raccontare le gesta eroiche dei suoi antenati. Trasmetteva le leggende del suo popolo alle nuove generazioni, e così il gruppo manteneva la sua identità. Ogni civiltà trova la propria identità quando un grande poeta ne compone il mito fondatore; quando, in una società, un qualsiasi tipo di censura cancella una parte della memoria, essa si trova ad affrontare una crisi di identità. Allo stesso modo - lo ripeto -, quando per un eccesso di politically correctness dai manuali di storia scompare il viaggio di Cristoforo Colombo, perché parlare di "scoperta dell'America" potrebbe offendere gli autoctoni, la memoria è amputata, alienata. La memoria dev'essere rispettata, anche quando è crudele. Ma lei ha detto che la memoria è l'arte di coniugare il ricordo e l'oblio... Sì. Se "ricordare" significa "filtrare". Se mi ricordassi di tutto quello che è avvenuto ieri, se fossi come il Funes di Borges... .... che si ricorda di tutte le foglie di tutti gli alberi visti nella sua vita, di tutte le parole di tutte le frasi di tutti i libri che ha letto... .... sarei perduto. Funes non può più agire, non può neppure muoversi... Ciò che caratterizza la trasmissione della memoria è la filtrazione e, al contempo, la generalizzazione. Sono appena rientrato da un viaggio a Istanbul, ho in mente tanti ricordi. Ma se cercassi di ricordare tutto ciò che mi è successo nel corso del viaggio, mi accorgerei di avere già dimenticato metà delle cose. Fortunatamente ho lasciato che tutto ciò che non mi sembrava degno di attenzione si dissolvesse e ho generalizzato, ho operato delle astrazioni. La mia memoria ha conservato dettagli precisissimi, ma anche vaghe impressioni. Mi ricordo, per esempio, di aver preso parecchi taxi. Se mi ricordassi di tutte le corse in taxi fatte in città, sarebbe un bagaglio troppo ingombrante. Mi ricordo solo di due viaggi in taxi: quello in cui il tassista non riusciva a trovare il posto in cui volevo andare, e quello in cui l'autista mi ha decisamente imbrogliato sul prezzo della corsa, cosa di cui mi sono accorto solo più tardi. Nient'altro. Certo, nel corso di una seduta di psicanalisi è possibile recuperare dall'inconscio alcune cose trascurate, ma mai eliminate. Ma l'inconscio serve proprio a questo: è una pattumiera in cui gettiamo quello che non ci serve nell'immediato. Anche la cultura, la società fanno lo stesso. Sarebbe insensato che i libri di storia romana narrassero tutto ciò che Cesare fece nel giorno della sua morte, prima di recarsi al Senato. La malattia di Funes consisteva proprio in questo: non poteva più eliminare nulla. Qui la fermo perché Internet, o il World Wide Web, è già un immenso Funes - o lo sarà ben presto. Finora era la società che filtrava per noi, con i manuali e le enciclopedie. Con il Web, tutto il sapere, tutte le informazioni possibili, anche le meno pertinenti, sono là, a nostra disposizione. La domanda allora sorge spontanea: chi filtra? Quando mi collego con Internet, mi servo di due motori di ricerca, Altavista e Yahoo, che si distinguono tra loro per il fatto che Yahoo è un motore di ricerca di fattura artigianale e filtra le informazioni, mentre Altavista fornisce tutti i dati senza filtrare nulla. Immagini di dover cercare delle informazioni sulla coltivazione del caffè. Se chiede "caffè" su Yahoo, vedrà scorrere una serie di informazioni filtrate (eccome!) su tutti i siti in cui si parla effettivamente del caffè in modo scientifico. Altavista, invece, le darà la lista dei 14 milioni di siti in cui compare la parola "caffè". Il programma destinato a imporsi in futuro non è tanto Yahoo quanto Altavista, e la nostra società si prepara ad avere una testa elettronica sul modello di quella di Funes, el memorioso. "Incapacità di filtrare" significa "impossibilità di discriminare". Per me disporre di 14 milioni di siti equivale a non disporre di nulla, perché non sono più in grado di scegliere. Più tardi, la memoria di tutto quello che è stato detto sul caffè mi opprimerà. Abbiamo ampliato le nostre capacità di immagazzinare in memoria, ma non abbiamo ancora individuato un nuovo criterio che ci permetta di filtrare le informazioni. Intervista ad Umberto Eco tratta da AA.VV., Pensieri sulla fine dei tempi ++ Ho trovato anche il video di Eco associato (si può ascoltare lasciando il link oppure selezionando le parti di interesse dalla pagina di arrivo): http://www.archivesaudiovisuelles.fr/FR/_video.asp?id=1030&ress=3280&video=99020&format=68 1) La storia della semiotica, la sua natura (3:22) 2) Trent'anni dopo il "Trattato di semiotica generale" (02:58)(Sul Cognitivismo) 3) La semiotica è una disciplina unitaria? (01:40)(Le Scienze Cognitive) 4) Semiotica e filosofia (00:44) (L'eureka della Semiotica) 5) Lo sguardo della semiotica (01:49) (la capacità di raccontare) vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv 6) Tecnologie digitali, enciclopedia, memoria (04:25) (la memoriazzazione come enciclopedia: ***strategia del trascurare!***) ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ 7) Internet è un sistema emergente? (02:01) (la tecnica del filtraggio delle informazioni, l'arte del trascurare?) 8) Gli archivi devono avere un filtro (01:06) (studio della psicoanalisi secondo la semiotica, il concetto di Dio (omnisciente), ma stupido) 9) Leggerezza/Pesantezza (01:07) (impostazioni nei modi espressivi) 10) La storia ha una direzione? (03:02) (riflessioni di teologia, teleologia, Hegel, Leopardi, il concetto di progresso e di regresso) 11) Semiotica, ideologia, teoria della conoscenza (02:50) (riflessioni sul concetto di "segno", quindi -in senso lato- di memorizzazione). Ti ringrazio di avermi dato questa occasione di sistematicizzare tali dati, L