Subject: Re: bambino con problemi a scuola Date: Fri, 30 Nov 2007 14:19:11 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia cinzia wrote: > > ho un bambino di 7 anni che a casa è tranquillo, ma a scuola diventa una > peste: è distratto, disturba i compagni per giocare, si dimentica i > compiti, perde di tutto, oggi si è fatto sbattere fuori "perché ha raccolto > una matita che gli era caduta" (???), eccetera... > > faceva così anche l'anno scorso, ma pensavo che fosse il cambiamento > dall'asilo alla scuola, e invece non è migliorato per niente! > > siamo stati martedì a colloquio con le maestre e hanno detto che è > intelligente, anche più della media, ma che è un disastro come > comportamento! > > pensare che in casa sta ore a disegnare e giocare in silenzio, ogni tanto > penso che si sia addormentato! > > e le punizioni non lo smuovono per niente! sono tre settimane che non guarda > un minuto di tv, e niente computer (sul quale peraltro fa solo giochi > "didattici" dal sito della BBC o cose simili) > > perché fa così? cosa devo fare? > > è capace di piangere per una sciocchezza, ma quando lo sgrido e gli dico che > non si sta comportando bene non fa una piega, sembra che non gli importi > niente della mia disapprovazione... > > grazie! Naturalmente vi sono molte opinioni di quale sia il modo giusto di educare i bambini .. Io direi di trattarli da persone, ossia con il diritto ad un punto di vista. Il problema è che non si può accendere un interruttore e -come si accende un macina caffé- così ci si può attendere che un bambino (generico) faccia qualcosa sol perché gli si dice di farla. Come allora? Bisogna imparare non solo a dirgli delle cose, ma anche "sapere ascoltare cosa hanno da dire loro a noi". Chiaramente sopratutto se il rapporto tra grandi e piccini è quello solo a cercare di essere ascoltati (per i grandi), .. non è automatico che i bambini siano abituati ad "aprirsi" -> anzi può essere che assumano un "costume" comportamentale a casa, e un diverso "costume" comportamentale fuori di casa. Si tratta allora di _recuperare_ un *canale espressivo*, quello che credevamo "ben formato" ma -magari- era solo inespresso. Il rischio -quindi- è di divenire assillanti, di risultare invadenti, lagnosi, stressanti. Quindi ci vuole calma e gesso: I bambini "ci guardano". Se nel rapporto tra adulti consentiamo a tutti di parlare (per esempio tra genitori, in specie) il bambino guarderà ciò con favore. Se nell'ambito di un discorso coinvolgiamo i bambini dicendo "e tu che ne pensi"? .. il bambino si sentirà importante comincerà a capire che anche lui ha il diritto a esternare il suo pensiero e che ciò è ritenuto importante. Se quando piange gli chiediamo "perché piangi"? .. mostrandoci interessati a conoscere il suo punto di vista .. sarà usuale creare un equilibrio espressivo .. in cui il pianto non va represso .. ma vanno risolte le ragioni che si manifestavano. Sarà allora indice di normalità che il "costume" che indossa a casa -> sia anche il "costume" che indossa fuori casa. Né la questione esteriore è la più importante, poiché nel dare significato ai *perché* -> si crea una "scala di valori" tramite cui (grazie alla relativa significatività) si ha il diritto di influire sulla realtà. E' un accedere -a questo livello- al *sostanzialismo* che fa poi una "persona equilibrata" (anche se ancora bambino) e in grado di reggere non solo le situazioni ordinarie, ma anche quelle di stress con _capacità di flessibilità mentale_ ed _inventiva_ (ideazione). Saluti Cinzia e grazie del tema, Lino