Subject: Re: dubbio sostanziale Date: Wed, 02 Jul 2008 09:00:36 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.cultura.filosofia.moderato "Marco V." wrote: > > "L" ha scritto nel messaggio > > > Ma, io sono abituato al concetto di "stato condizionato" (macchina di > > Mealy), magari tu ti riferivi ad un equivalente modello di Moore. > > Vedo che tiri fuori la teoria delle macchine. Se ho capito bene, tu > definisci questa situazione: "il secondo piatto si alza se è stato posto un > peso sul primo". Tiri fuori la macchina di Mealy perché in questa le > "uscite" sono in funzione non solo degli stati attuali della macchina, ma > anche degli "ingressi". Questa dipendenza dagli "ingressi" sarebbe espressa > da quel 'se'. > Domandiamoci: quel 'se' che figura nella definizione, che > significato ha? Esso non può significare altro che la verificazione > dell'alzarsi del secondo piatto è vincolata, come condizione per la > realizzazione dell'"uscita", alla verificazione dell'esser stato posto di un > peso sul primo piatto. Ma questo vincolamento non significa l'introduzione > del connettivo proposizionale 'se' nella descrizione della situazione, cioè > di ciò che accade. > Quello che tu chiami B(t1) è lo stato risultante in cui la bilancia si trova > *se*, una volta verificato "il secondo piatto si alza", viene verificato "è > stato posto un peso sul primo piatto". Ma questo 'se' non entra nella > descrizione della situazione. Non penso ci sia difficoltà nel trovare un linguaggio che ci consenta di comunicare. Non semplicemente l'analisi linguistica(come pensa Davide nella cosa-3), ma anche la sintesi -già da anni- (dalla fine della seconda guerra mondiale con i lavori di Chomsky) ci fornisce (anche con gli algoritmi dovuti a Turing, ai lavori di Godel, etc) di strumenti molto potenti. Difatti esistono i "compilatori", ossia quelle parti dei computer che si interessano della diagnostica(grazie alla analisi) e sanno anche cosa fare(sintesi) nelle situazioni considerate anomale. Nonostante siano caduti un po' in disuso negli ultimi anni nella didattica(verso gli umani) dei linguaggi artificiali, per le stesse ragioni della full immersion che si usa nell'insegnare i linguaggi naturali, vi sono apparati metalinguistici eccellenti. (Noti ai progettisti che realizzano le sintesi di logica). Prendo a questo proposito l'apparato detto diagramma di flusso (o flow chart). E' uno strumento -come dicevo- molto potente per agire in fase sia di analisi e sia di sintesi, poiché -dato un flow chart- un progettista sa come costruire il relativo automa _fisico_. Quindi non stiamo parlando di opinioni. Ma stiamo parlando di oggetti che "funzionano". Che dimostrano -con il loro funzionare- che la logica con cui erano progettati era "ben formata". Vado a descrivere con il flow chart: (0) s0 (stato non operativo, NOP) inizializzazione: poni (output) z=0 (indica che non si è avuta mutazione dalle condizioni iniziali). -- test N1, su ingresso x: il piatto A (primo piatto) della bilancia è vuoto? ossia x=0? -- if x=0 go to (0) -- if x=1 continua -- vai a s1 poni (output) z=1 (l'output può essere ottenuto con una mask dello stato) -- stop Tu dici: > Quello che tu chiami B(t1) è lo stato risultante in cui la bilancia si trova > *se*, una volta verificato "il secondo piatto si alza", viene verificato "è > stato posto un peso sul primo piatto". Ma questo 'se' non entra nella > descrizione della situazione. Ed invece è proprio la coppia [stato precedente, if (test di x)] che descrive la situazione: (s0, x=1) -> s1 ; [con z1= mask(s1)] ossia avere una bilancia con piatto A vuoto (stato= s0) ed il fatto di avere messo, sempre sul piatto A, un peso (a partire dallo stato s0), ossia x=1, è ciò che associa univocamente al transitare -per la macchina- nello stato successivo s1. nel linguaggio di Mealy se x=0 avremo (s0, x=0) -> s0 solo "se" (s0, x=1) -> s1 Quindi possiamo anche dire che x non è una grandezza che riguarda lo stato in senso proprio (essendo un ingresso di test), ma dovremo dire che "influenza" la regola di inferanza degli stati da s(tn) -> s(tn+1) (ossia come si va da uno stato precedente ad uno succesivo). Ma non possiamo dire, come tu fai: > Ma questo 'se' non entra nella > descrizione della situazione. Gli "if logici" entrano *eccome* nella descrizione delle situazioni, almeno sotto l'aspetto dinamico. Solo -con il modello di Moore- "cristallizziamo" gli ingressi, multiplando gli stati. Con Moore infatti avremmo: s00 -> s00 (dalla bilancia vuota sul primo piatto anche il secondo rimane fermo) s01 -> s10 (dalla bilancia vuota che vede poi piatto A pieno, allora, dopo, anche il secondo piatto si muove) Che però ha bisogno di quattro stati nella sintesi dell'automa: s00 s01 s10 s11 (e di almeno due flip flop di memoria della macchina, o di due bit per memoria generica, anziché 1 flip flop in Mealy) (e dobbiamo specificare tutte le configurazioni introdotte, anche quelle ridondanti) Ma proviamo ad entrare ancora di più nei dettagli di sintesi. Supponiamo di avere un flip flop che sia di tipo JK questo dispositivo è fatto così J K | Q(tn+1) 0 0 Q(tn) (nop) 0 1 0 (reset) 1 0 1 (set) 1 1 notQ(tn) (complemento) Se ho un automa di Mealy mi basta un solo flip flop per avere memoria dello stato della bilancia e basterà collegare il test -del piatto A che si alza- all'ingresso J poiché, se resetto (manualmente) con JK=01 il mio filp flop, allora, il fatto di variare l'input J=x=1 mi darà sempre Q=1 ad indicare che è avvenuta la trasizione che mi interessava (in generale è il caso di "osservazione di uno stato" per esempio di un galleggiante che indichi quando un serbatoio è pieno). Se invece voglio che dopo la "manifestazione" di un input, tale input, sia memoriazzato nello stato dovrò costruire una mappa di transizione tra gli stati che memorizzi -sugli stati- le transizioni che io ritengo "significative": allora se ho: s00 sto dicendo che non è successo niente se ho: s01 questo è solo dopo che è stato letto x=1, e si avrà la transizione verso un nuovo stato s01 e l'output è la mask delle uscite dello stato etc. Ne consegue che una macchina di Moore è una macchina più affidabile, poiché testa gli ingressi solo in occasione del clock periodico e che ha un periodo di ritardo sufficiente a filtrare fenomeni di disturbo. Ma la questione se è come si transita da uno stato precedente ad uno successivo (nella teoria dei modelli) è una questione che non ha alcuna difficoltà né di analisi e né di sintesi, ma le problematiche sono prodrome al modello, ossia di quale modello adottare o proporre e perché. Infatti è nel modello che si decide quali siano le grandezze da osservare, quali siano considerate significative al fine di ottenere gli scopi che ci si propone. Il gap tra il modello ed il reale poi legittima la fase di sperimentazione e anche la logica e la filosofia nella ricerca scientifica. Saluti, L