Subject: Re: dubbio sostanziale Date: Mon, 30 Jun 2008 20:07:25 +0200 From: "Marco V." Organization: TIN.IT (http://www.tin.it) Newsgroups: it.cultura.filosofia.moderato "L" ha scritto nel messaggio > Infatti supponiamo di avere una bilancia: > > stato iniziale: i piatti di una bilancia sono vuoti. > > sia A(t0) = (la situazione) il primo piatto è pieno con 1Kg di ferro > sia B(t1) = (la situazione) il secondo piatto vuoto si alza se è stato > posto un peso sul primo piatto. Ciao L, nel descrivere la situazione B(t1) commetti un errore, perché una situazione non può contenere dei "se". B(t1) va dunque descritto così: "il secondo piatto vuoto si alza". Il resto delle tue interessanti considerazioni, lascia poi, per quanto posso vedere, intatta la sostanza di quel che cercavo di mostrare nella mia risposta a Davide. > Ma la nuda verità è che finché non se ne sa abbastanza si tira ad > indovinare e poi si vanno a verificare le ipotesi (avete mai visto > doctor House?) La logica dei medici è fondata su quell'argomento (non deduttivo) consistente nella sussunzione di un caso particolare sotto una regola generale, e che Peirce chiamò "abduzione": 1. B 2. se A allora B ---------------- 3. A. In questo caso l'ordine delle due premesse non è irrilevante (come nel caso dei sillogismi aristotelici; in realtà esso ha un certa rilevanza - sebbene non di natura logica - anche lì, ma andremmo fuori tema...), perché se le avessimo invertite avremmo subito pensato ad una fallacia inferenziale (derivare A da B e da 'se A allora B'). Invece l'ordine delle premesse rispecchia l'ordine "psicologico" (se proprio vogliamo usare questa pericolosissima parola:-)) stesso del procedimento: prima constato l'accadimento di B, poi mi ricordo che se vale A allora vale B, dunque assumo che A sia la spiegazione causale dell'accadimento di B. Quanto al dottor House, guardo pochissimo la televisione. Non sapevo nemmeno chi fosse, finché un mio amico non mi invitò, nell'aprile scorso, ad una presentazione di un libro su "La filosofia del dottor House", che vorrebbe spiegare, tra le altre cose, i procedimenti inferenziali usati dal dottor House. http://snipurl.com/2rmsk E' un buon libro, perché la filosofia, occupandosi del proprio tempo, può ben occuparsi della televisione. Purché - parafrasando Hegel (citato proprio dalla presentatrice dell'incontro a cui partecipai) - la filosofia non apprenda il proprio tempo dalla televisione. Un saluto e grazie per l'intervento, Marco