Subject: Curare? COSA ? :-)) Date: Tue, 2 Sep 2008 22:24:33 +0200 From: "Vincenzo Del Piano" Organization: ComputerVille Newsgroups: it.discussioni.psicologia Avendone (appena adesso!) avuta autorizzazione, riferisco di un Paziente che (mi pare! :-)) "giunge a proposito" della discussione su (presunte) opportunità di "curare" (ipotetiche) patologie non riconosciute tali dalla persona interessata. Il Paziente di cui parlo ha chiesto di <> ... che -egli, Progettista di quegli impianti- dice di "saper bene" che sono pericolosi molto più di quanto si immagini. In risposta a qualche mia domanda tesa a *definire/circostanziare/precisare la richiesta terapeutica*, il Paziente ha esposto -con notevole lucidità ...- che egli sa bene che <>, ma, come egli non vuole correre il rischio di accidenti polmonari per il solo gusto del fumo ... così non vuole correre il rischio di restare intrappolato dentro una scatola metallica ... per il solo gusto di non fare le scale a piedi. Una "ricognizione" dello stato psichico generale del Paziente ha permesso di escludere che egli sia claustrofobico, "o altro"; "inoltre" ... sono state -per quanto possibile ...- "verificate" le competenze tecniche sulle quali si basa il convincimento che <> ... e quindi il grado di "lucidità e razionalità" che sottende la decisione; "infine" (... e da me fumatore incallito!) non è stato possibile disconfermare la fondatezza del ragionamento relativo a <>. Ho quindi "preso in Terapia" il Paziente ... avventurandomi in una Terapia la cui finalità è stata definita dal Paziente (e fin qui "ci siamo" ...) nonostante si tratti di una finalità "inconsueta". Mi sono solo premurato di esporre che -in ossequio agli obblighi di Legge- la finalità che il Paziente si prefigge *non potrà* essere da me sostenuta amplificando (eventuali) paure, ma potrà essere (eventualmente) raggiunta "confermando e rafforzando" i <> che sono alla base della sua decisione di non voler provare desiderio di usare gli ascensori. [Per quel che conta ... sono (stato oggi!) al settimo colloquio ... e la cosa procede bene: il Paziente "non si appoggia a paure" ... e "sta guardando in faccia" ciò che sa-di-sapere relativamente alla pericolosità degli impianti.] Ora ... :-)) ... ... ritenete Voi (Professionisti o no ...) che avrei dovuto invece tentare di "curare" una claustrofobia (che non risulta esserci), e che mi sarei dovuto eventualmente *inventare io* a carico del Paziente? ... ritenete Voi che mi sarei dovuto "perlomeno" negare a sostenere il Paziente in un simile intento? ... ritenete Voi che non avrei dovuto "prendere per buona" la spiegazione data dal Paziente, e -di mia iniziativa!- sarei dovuto "andare a cercare" motivazioni altre da quella? ... ... ritenete Voi (accessoriamente!!!) che -qualora ci fossero (eventuali) "altri motivi" di sfiducia/diffidenza/"dis-amore"/"dis-affezione" nei confronti degli ascensori (alla progettazione dei quali il Paziente lavora!)- essi altri-motivi non verrebbero/verranno fuori (eventualmente) anche solo per il fatto di parlarne? che "non verrebbero/verranno fuori" di iniziativa (e presa di coscienza) sua-propria del Paziente? ... a mano a mano che egli "guarda in faccia" ciò che sa-di-sapere eccetera? Grazie delle eventuali espressioni di opinione. :-)) Ben gradite ... da Professionisti e non! P.S. : ... confido di non aver involontariamente fomentata qualche fobia per gli ascensori! :-) -- Vincenzo