Subject: Re: Dfinizione del filosofo Date: Sun, 06 Apr 2008 09:54:30 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.cultura.filosofia.moderato Mi aggancio, spero Davide mi scuserà, a questo post, nell'interessante discorso che Davide e Marco stanno argomentando. Sebbene Davide concluda -in fondo al suo intervento- che è un discorso da persone "fuori di testa" e quindi dia una "rasoiata" al tentativo di Marco di usare la "ragione" per dipanare che cosa si stanno dicendo, l'amico Davide non usa argomenti meno forti di quelli di Marco! Egli, Davide, usa l'argomento -implicito- che vorrei chiamare del "processo alle intenzioni", oppure se vogliamo citare Andreotti: "che a pensar male si fa peccato .. ma quasi sempre ci si azzecca". Può sembrare un discorso pretestuoso (quello di Davide), come del resto -apparentemente- pretestuoso è il suo decide di mettersi dentro o fuori una discussione seria e crearsi -con Marco- un interlocutore ideale, quasi una sorta di alter ego con cui discutere -> poiché già riconoscere dignità al predicatore messianico (come afferma egli stesso sul finale del seguente discorso) -> è già un errore del povero Dawkins! Invece NON è un discorso pretestuoso! -> è un *finalistico processo alle intenzioni* -> per avere una più alta probabilità -nel breve tempo_ateo di cui un ateo dispone (poiché gli atei con la morte muoiono veramente & definitivamente e quindi non c'è tanto da "menarsela" stando a girare con discorsi viziosi che non_portano_da_nessuna_parte_con_alta_probabilità_di_stato_finale)- ... per avere una più alta probabilità .. dicevo .. "di aver tempo per capirci almeno qualcosa!" In tal senso il suo discorso sulla fisiognomica del predicatore messianico è perfetto. O meglio -quasi- perfetto -> laddove lo stesso processo alle intenzioni si voglia dotare di avvalli che non siano solo "dietrologia". Non è che io voglia difendere alcuno, né predicatori messianici, né -tantomeno- Dio, che non ha bisogno (in specie) -Dio- di difensori o di lodi .. Un fiore diverrebbe più bello perché noi lo lodiamo? Lo splendido corpo di una donna -laddove sia bello- diviene più bello per la lode? *Usando la tecnica di Davide*, ossia del "processo alle intenzioni" io dico che si loda qualcosa o qualcuno solo per dichiarare le nostre intenzioni e per averne beneficio personale! Se io dico ad una donna che è splendida, che i suoi occhi sono come il cielo, etc .. ammesso che sia vero .. che cambia? Cambia che ora _lei_ sa che io ho interesse per lei ed _io_ ne sono avvantaggiato laddove _lei_ mi consenta di creare uno stato relazionale (ed io ne abbia inter-esse). Quindi il discorso di Marco sul "te & me", ossia la necessità di uno stato relazionale -> affinché vi possa essere un dialogo -> oppure un delirio. Prendiamo proprio l'esempio -supposto da Davide- per dimostrare la dietrologia del discorso sull'ESSERE, però -guarda caso- quasi sempre al 99% dei casi (o cazzi, per esser più espliciti) trattato solo (o quasi) dai maschietti. I "membri" che partecipano a questo dibattito, nota Davide, sono solo maschietti.. Ciò -secondo Davide- sarebbe la prova_(dietrologica)_provata, che è inutile farla lunga (o farlo lungo, visto il "caso" di cui stiamo parlando) che serva la "ragione" per esaminare il discorso sull'ESSERE. Vorrei mostrare come il discorso di Davide è sia vero che falso. ++ Vero: In quanto è vero che la filosofia come teoresi (o capacità di astrazione) è un evento quasi esclusivamente e storicamente maschile. Del resto non si dice nulla di nuovo affermando come -per esempio la attività progettuale per eccellenza- l'ingegneria sia un fenomeno maschile o di donne che tendano -raramente- alla capacità di astrazione. Falso: In quanto la modalità del "pensiero femminile" -anche quando si concretizza nelle persone di sesso maschile- è praxis. ++ Lo vorrei iconizzare con l'esplorazione del seguente simbolismo: Chi è l'altra metà del Cielo? Analisi Freudiana: D: Chi è l'altra metà del Ciello, ossia del pisello? R: Ma -evidentemente- la donna. D: In cosa si esauriscono le seghe fisiche o mentali senza la donna o il concetto della praxis? R: Nella impossibilità dell'ESSERE di reificarsi. Conclusione: Anche secondo una mera analisi freudiana (non vi ho annoiato su altri orizzonti teleologici, vista la scarsa disponibilità a seguire un pensiero che non si riferisca alla sola materia) -> è vero l'esserci è lo spazio che c'è del "pieno" anche del cazzo, se vogliamo riferirci alla mera sessualità. Ma tale "pieno" NON C'E' se manca il VUOTO da riempire di carne, di sogni, di fatti. Tale VUOTO non vada confuso con una mera assenza. E' ciò che consente l'espressione, -che in realtà _sempre_ è co-presenza dell'Yin/Yang- la speranza che parlare possa avere un senso ed un perché. Che ogni cosa non sia da essere inghiottito dalla assenza, dalla morte, e l'unica possibilità sia diversa dalla follia. Il fatto che l'assenza e la presenza possono vivere insieme, e si compenitrino, coesistano, ed il futuro sia ipotizzabile non solo come morte, sbilanciando (ipotizzando solo la morte) lo sperimentalismo della co-presenza -> nel mono-fenologismo dell'assenza. Che non serve essere Narciso -per fare qualcosa di sensato- e si può dare dignità all'interlocutore anche se è altro -apparentemente- da noi. Splendido orizzonte quello femminile che pur mi appartiene e ci appartiene per esempio nei nostri silenzi che siano senza rancore e in cui si fa e non si chiacchiera, laddove si chiacchieri -> per la paura che -tacendo- non si sia esistiti, non si abbia avuto ragione. Grazie dell'ospitalità e dell'ospedalità. Nell'ospedale dei folli che se la menano e di altri così pazzi da starli a sentire -> abbiamo scritto un'altra puntata, L Davide Pioggia wrote: > > Marco ha scritto: [...] P.S. Lascerei il testo integrale (di Davide & Marco), ma -pare- che il robot moderatore si "incazzi"(attività maschile con cui fu impostato) ed io che lascio gli spazi (femminili) a tutti, vi do ampia facoltà di riempire o lasciar vuoto .. andando a verificare quale fosse lo stato s(t0) ..