Subject: Re: Dfinizione del filosofo Date: Sun, 30 Mar 2008 03:48:05 GMT From: "Davide Pioggia" Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.cultura.filosofia.moderato Marco ha scritto: > Ma che cosa è questo esser della verità sotto gli occhi? > E se fosse un *dirsi da sé*? No, la verità non ha bisogno di parlare. Si limita a starsene sotto gli occhi di tutti. Ad esempio se ti muore una persona cara piangi, e in quella sofferenza c'è la tua consapevolezza di che cosa è la morte, ché se fosse altro da quel che è non piangeresti, ma magari rideresti. Noi di fronte alla morte piangiamo perché sappiamo bene che cosa è la morte, a prescindere da quello che ci hanno raccontato o che andiamo a raccontare in giro. Non c'è bisogno di dire che cosa è la morte: lo sappiamo. Se parliamo della morte è solo per mentire, qualunque cosa diciamo. > E' chiaro che questo tuo condizionale presuppone che la verità che è sotto > gli occhi di tutti, sia una verità che il dire del linguaggio cerca in > qualche modo di occultare Infatti, il linguaggio è quella cosa che serve per mentire - anche quando cerca di smascherare sé stesso. > (e dunque ha una connotazione negativa rispetto all'occultante). Non è tanto una connotazione negativa, quanto una constatazione. Se fosse una connotazione negativa starei dicendo che gli uomini sono corrotti dalla passione della menzogna. Invece mi limito a constatare che la condizione umana è talmente fragile e disperata che per sopravvivere abbiamo bisogno di raccontarci continuamente delle balle. È per questo che abbiamo inventato il linguaggio. -- Saluti. D.