Subject: Re: Aspettative verso la psicologia : fino a che eta' ? Fino a quando? Date: Mon, 04 Aug 2008 16:55:38 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it-alt.discussioni.psicologia John wrote: > > Da giovane io, come molti altri che la pensavano come me, avevano molte > aspettative verso la psicologia. > > Mi ricordo mentre seguivo un corso, uno studente che, come me, era > talmente affascinato dalla interazione 'psiche-soma' che quando > parlavamo insieme sentivamo come un delirio di onnipotenza. Un sentire > come 'noi sappiamo cose che altri non sanno', quasi una speranza che chi > conoscesse tutti i meandri dell'inconscio, tutte le correlazioni di > causalita' tra psiche e soma, potesse avere accesso quasi all'immortalita'. > > Facevamo la lista di tutti gli psicoanalisti/psicologi di fama che > vissero fino a tarda eta' e per noi era gia' una prova inconfutabile di > 'essere sulla retta via'. > > Mi ricordo poi, durante una terapia, di aver conosciuto una donna > affetta da colite ulcerosa. Stava seguendo una terapia per poter > analizzare le cause che avessero potuto influire sulla sua malattia. > > Dopotutto sono sempre esistite molte voci, molte opinioni, molti medici > 'psicosomatici' che giuravano sulla eziopatogenicita' di certi conflitti. > > Per arrivare fino al piu' discusso e 'alternativo' di tutti : il Dr > Hamer, quello che vide un nesso diretto tra il trauma per la perdita del > figlio ed un tumore che lo colpi'. > > Mi ricordo che io stesso nel 2005 vissi in prima persona (come testimone > diretto) un dramma simile : un amico che a poche settimane da un trauma > (aveva scoperto che la moglie lo tradiva) sviluppo', quasi per incanto, > un tumore ai testicoli, che richiese una operazione e chemoterapia. > > La cosa ebbe una cronologia talmente drammatica e, a mio modo di vedere, > cosi' *ovvia e lampante* che *non potevano esserci dubbi* sulla causa di > quel tumore, altro che il trauma. > > Il senso di 'onnipotenza della psicosomatica', quasi una fede religiosa, > mi accompagno' per molti anni. > > Ora comincia a vacillare, senzaltro puramente a causa dell'eta'. > > Uno come me, sempre alla ricerca della *immortalita* non poteva che un > bel giorno, imbattersi nel muro della verita', della realta' che, come > dice Eraclito, tutto passa e nulla rimane. Anche noi passiamo. Di noi > rimane solo il ricordo in quelli che ci hanno voluto bene. > > Il primo schock lo ebbi nel 2001, quando mori' il mio 'amico' (lo > consideravo un amico perche' ci siamo frequentati per 30 anni) primario > del reparto di Psichiatria e Psicoterapia di uno degli ospedali di > Darmstadt. Laurea e specializzazzione in psichiatria. Laurea in > psicologia e specializzazzione in psicoanalisi. Per un paio di anni > presidente della societa' tedesca di psichiatria. > > Insomma, un luminare. > > Mori dopo breve sofferenza, un paio di mesi, di tumre al polmone. 63 anni. > > Questa la vidi come una solenne sconfitta. Una ingiustizia del destino. > > Ma come, proprio *lui*. Lui che sapeva tutto sulle interazioni > psicosomatiche. Lui che sapeva benissimo l'eziopatogenesi di tutti i > disturbi che potevano essere causati dalla psiche. Lui che curava le > persona con colite ulcerosa. Proprio lui. > > Con lui mori' una delle mie 'certezze'. > > All'eta 'veneranda' di sessantun anni, ora vedo le nevrosi dall'alto > verso il basso, con snobbismo. Come 'malattie di gioventu' che in > effetti, non sono poi malattie 'vere e proprie'. Anche se ovviamente > fanno soffrire. > > Il mio concetto di 'malattia' si e' molto ristretto. > > Le malattie che mi fanno paura hanno altri nomi : cancro (tutte le > forme), Alzheimer, ictus che porta a paralisi. > > Se confronto i successi della chirurgia, dell'oncologia, della medicina > interna hanno fatto passi da giganti negli ultimi trentanni. > > Forse, non so, anche in psichiatria/psicologia si registrano successi > simili, ma non ne sono certo. Ne so troppo poco. > > I succcessi in psichiatria io li attribuisco quasi esclusivamente > alla farmacologia. Forse a torto. Forse chi ne sa di piu' puo' > illuminarmi in merito. > > Non sono a conoscenza di speciali nuove terapie psicoterapiche, cioe' > solo verbali, o comportamentali, che abbiano segnato una svolta > fondamentale in qualche patologia grave nota. > > Come cambia la 'psicologia personale' con l'eta'. > La mia e' senzaltro cambiata. :-))) > > Ciao a tutti. > > John. Ciao John. Sulla psicosomatica ti dico che è vero che si può molto -> condizionandosi positivamente. Però bisognerebbe lasciarsi un po' di obiettività .. altrimenti pensi di poter scalare il K2 su una nuova parete e finisci in un crepaccio .. : - ) Sulle "nuove tecniche": Dal 1900 quando Freud fondo la psicoanalisi con "L'interpretazione dei Sogni" le novità non è che siano molte. Sto leggendo un libro di Severino Andreoli "Un secolo di follia" .. La ricostruzione storica di cosa ha avuto la capacità di dire -sia la medicina (di cui la psichiatria si vanta di essere interna) e quindi propriamente nell'ambito scientifico, e -sia la psicologia che per la maggior parte di questi cento anni è stata l'arte della *parola che cura*. I medici si sono sempre più appoggiati sui farmaci. Gli psicologi molto su una parola ascoltata .. ma non commentata. Naturalmente non è uno scenario tutto così, perché ci sono anche quelli che hanno detto la loro .. per esempio Fromm, per esempio Berne, etc. Ma il rischio era sempre di indurre plagio sulla libera volontà degli altri e che doveva rimanere libera .. questa era la motivazione che si adduceva/adduce perché la psicologia dovesse essere al più psico-analisi e quasi mai psico-sintesi. Io vengo da un'altra formazione: l'ingegneria, con un interesse tutto personale per la psicologia. Dovetti scegliere -> nell'iscrivermi alla università e poiché mi sentivo *troppo portato per la psicologia* andai a fare «studio del pensiero scientifico(con impostazione psicologica)», tale diventò per me lo studio di «ingegneria». Vissi i miei studi come lo studio delle «dinamiche dell'eureka», in fondo -> una modalità molto interessante. Il non decidere (la assenza della sintesi) -per un ingegnere- è un'assurdità. E' chiaro che non possono decidere gli altri al posto tuo. Ma l'ambito dello *studio delle strategie di sintesi* fu proprio il titolo della mia tesi di laurea (strategie di sintesi di sistemi affidabili o tolleranti il guasto). Quindi mi interessai e mi interesso anche proprio della storia di come il pensiero scientifico proponga delle sintesi "robuste", invulnerabili persino alla patologia. : - ) Abbiamo discusso -se ben ricordo- più volte del mio modo di vedere la questione. Io me ne interesso dal punto di vista della Cybernetics http://en.wikipedia.org/wiki/Cybernetics http://www.psicoingegneria.it/ Ciao L