Subject: Domato Date: Sun, 28 Jun 2009 04:44:52 +0200 From: Massimo Soricetti Organization: Servidellagleba.it News Server Newsgroups: it.discussioni.psicologia Stasera ho visto "The Rocker", un divertente film su un batterista di una rockband che torna a suonare dopo vent'anni. A un certo punto c'è il personaggio principale che si rassegna a dover avere un lavoro "normale" e la frase-chiave al colloquio per l'assunzione è "sono pronto a lavorare qui fino alla morte" che la dice tutta sullo spirito con cui lo fa... Anche in altre opere e in discorsi (adolescenziali) c'è questa cosa di adattarsi a una vita normale come una specie di "morte" di se stessi, stritolati da un ingranaggio chiamato società, mentre in realtà si tratta solo di riconoscere che "ci sono anche gli altri" e che hanno come noi diritti, bisogni, sentimenti ecc. e che vanno rispettati (corollario: "il 99% delle volte, non puoi fare come cavolo ti pare"). Però, in un certo senso riconoscere tutto ciò è davvero un pò morire, nel senso che muore una certa percezione di noi stessi per fare posto a una più empatica, più capace di relazionarsi (si spera). Ma in definitiva, tutto questo avviene "in pace e letizia" solo perché e finché uno si rende conto di quanto sopra: se invece questo non succede, allora viene davvero solo e semplicemente "domato", cioè si adatta alla pressione dell'ambiente esterno e basta, con tutte le instabilità del caso. Può anche darsi il caso che uno che inizialmente sia solo domato, alla fine "capisca" e viva la sua vita senza più rancori nè ossessioni, visto che in definitiva non c'è niente per cui avercela con qualcuno. (come dicono i serbi quando, dopo tanto tempo e tanto insistere, finalmente qualcuno capisce qualcosa: "gli è arrivato dal culo in testa"... :-) Tanto più che in tutti i casi il proprio posto nel mondo è sempre il risultato di una trattativa fra noi e il mondo, in cui ciascuno offre ciò che può e chiede ciò che vuole in cambio... per cui alla fine si ha sempre la possibilità di ricavarsi una sistemazione (almeno un pò) sopportabile: si è sempre, almeno un pò, artefici della propria fortuna. MA... mi chiedo e vi chiedo... e se si è dei tipi che non trattano? Se la persona in questione è uno che non scende a compromessi, un massimalista, o magari solo una persona con abilità sociale sottozero? Riuscirebbe uno così a non diventare un malfattore, oppure a non sentirsi uno schiavo per tutta la vita??