Subject: Re: Come si affronta la rabbia? Date: Fri, 07 Dec 2007 08:17:58 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia Massimo Soricetti wrote: [...] > > Ecco, seguendo questo filo di pensieri ho avuto la conferma di essere > arrabbiato più o meno da sempre (il sospetto l'avevo già), e che "mi fa > paura" cosa potrei fare se la lasciassi libera. Non si tratta della > rabbia di un momento che ti viene quando ti tagliano la strada, ma di > qualcosa che certe volte mi sento salire da dentro, da sotto, e che > rischia di portarmi via come una foglia secca se la sfogassi. Una cosa > insomma che mi condiziona a fare l'agnello anche quando invece vorrei > reagire, e di cui non posso liberarmi se non facendo una bella serie di > macelli, che uno solo non sarebbe sufficiente :-( > > La rabbia "piccola" ho imparato a gestirla da un pezzo, ma questa? Come > ci si libera della rabbia di una vita? Cos'è il pensiero? La psicologia non dovrebbe studiare la mente, in cui è collocato il pensiero? Ebbene, il pensiero è una formulazione esplicita e in particolare specifica, anziché un caos di immagini e suoni. La pura associazione -per esempio nel sonno- più che un pensiero comprensibile porta ad una sorta di film, in cui si mescolano e si intrecciano sensazioni che stiamo lì ad osservare, anziché a gestire (non che sia negativo, ma non è nella logico deduttività gestita). Il pensiero -quindi- (quando è pensiero coerente) è un idea che subisce un controllo, si forma in una espressione, significa esplicitamente qualcosa, almeno in parte comprensibile. Uno degli input della nostra mente è ciò che ci da "sensazione di ingiustizia", e quindi rabbia che sia così. Quello che tu sperimenti è il timore che -> se da un lato hai uno strumento in più per raddrizzare i torti da solo -> però ciò è rischioso socialmente -> visto che è come usare un'arma da fuoco contro chi è disarmato, e quindi è sanzionato dalla legge. Ogni strumento di maggiore potere -allora- bisognerebbe tenere conto che comporta una aggiunta di responsabilità. Anche la interpretazione della mente è una cosa da rendere esplicita _sempre_ ad un interlocutore? E se quella persona non ce la facesse a sopportare il vero? O almeno ciò che a noi risulta evidente(?) e magari è solo parzialmente vero -> ma è sentito come la esplicitazione di un pensiero che brutalizza l'interlocutore? Quindi la analisi del pensiero (la psico-analisi) è uno strumento molto delicato da maneggiare e -ti assicuro- anche di più della forza fisica. Una persona può essere ferita da una affermazione -> molto di più di un colpo fisico. Quindi non temere la forza fisica e contemperala con la "forza del pensiero". Perché più forte della forza è solo l'intelligenza. Ciao Massimo, Lino