Subject: Re: borderline Date: Thu, 21 May 2009 07:41:47 GMT From: L Organization: [Infostrada] Newsgroups: it.discussioni.psicologia michele wrote: > > vorreei un vostro giudizio in base alla vostra esperienza. è possibile che > una personalità con disturbo borderline sia capace di amare sinceramente o > riesce a farlo solo a momenti ed in modo compulsivo cioè con persone > diverse. può succedere che una persona affetta da tale disturbo sentendosi > amata in un modo unico possa ricambiare in un modo costante nel tempo? Una lavatrice ha un ciclo di lavaggio. Può fare il ciclo del bucato a varie temperature, dipende da un software scritto dal costruttore e che può essere impostato in varie opzioni dall'acquirente. Ecco, noi -noi umani- però siamo qualcosa di più che macchine che seguono un programma. Anche se possiamo subire una diagnosi, e sulla diagnosi ci sia scritto "borderline", ciò non significa che _sicuramente_ allora chi abbia tale etichetta si comporterà sempre -allora- allo stesso modo. L'etichetta serve per esprimere un certo comportamento osservato e indicarlo rispetto a dei canoni codificati, ma non è sicuro che si ripeterà. Ciò (la diagnosi) può avere varie valenze: per esempio a scopo terapeutico, ma il futuro dipenderà da tante altre cose che dovremmo scriverci dei libri sopra per cercare di dire qualcosa. Io -ad esempio (accenno)- penso che i nostri siamo "equilibri preferenziali". Ossia che come una pietra sente la forza di gravità e osserviamo che si comporterà di conseguenza, così anche un essere umano sente il freddo e/o il caldo, la sensazione di avere fame o di avere sonno etc .. e quindi si comporterà di conseguenza .. ma in modo non univoco! Non univoco perché se risente di una forma che lo mette in equilibrio .. è pur vero che *esprime una sua preferenza* su che cibo scegliere, come e quando e dove dormire .. etc. Quindi il reale -nel caso degli umani- risente molto non solo della condizione ambientale -> ma da una condizione soggettiva, ossia da ciò che decide -singolarmente- quel soggetto, id-entificandosi, ossia entificando il proprio modo di essere tramite il configurare il suo id, ciò con cui costruisce la sua id-entità. Se tutto contribuisce -come ambiente- al reale -quindi- dobbiamo riconoscere anche una pur limitata parte dipendente dal singolo (che anche lui hai una potenza di azione e di condizionare il reale). Questa -tra l'altro- è una delle ragioni per cui la psicologia non è propriamente una "scienza ripetibile" -quindi solo oggettiva- ma una "disciplina scientifica", quindi che tiene conto anche delle soggettività e della irripetibilità dei casi singoli. La psicologia accoglie -con disciplina- tutto ciò che sia -quindi- ripetibile (almeno approssimativamente ripetibile), ma poi è costretta a notare che *solo particolarizzando al soggetto in esame* riesce a raggiungere dei goal di analisi e interpretazione (oltre che studio delle strategie di sintesi) laddove si sposta fuori dalla standardizzazione dei protocolli che varrebbero erga omnes. Grazie del tema, L