Subject: Re: controllo delle emozioni Date: Tue, 19 May 2009 21:33:32 +0200 From: "Vincenzo Del Piano" Organization: ComputerVille Newsgroups: it.discussioni.psicologia "repo" ha scritto nel messaggio news:xMyQl.3597$9f6.3662@twister1.libero.it... > > Il "romanzare" un concetto, attribuendolo all'esperienza di una "sciura > maria" di cui nulla sappiamo, non mi sembra abbia tutta questa utilità, > almeno non in un contesto dove si presuppone che ci si parli fra pari. Non c'entra nulla con questa tua verosimile osservazione ... ma in un libro (assai stimolante) si definiva la Psicoanalisi un <>, non solo nel senso che si sarebbe trattato di una "vicenda culturale" che pareva fatta apposta per esaltare la (allora?) nascente concezione individualista (che si voleva far coincidere con il "mito borghese" ...), ma anche nel senso che avrebbe contribuito -proprio in quella logica individualista ...- a costruire *per ciascuno* un romanzo personale pieno zeppo di "epos e pathos" ... magari ponendo quel *romanzo* al posto di un'esistenza piana e tranquilla fino alla monotonia; nevrosi a parte, s'intende ... :-) Mi veniva in mente questa (denigratoria? :-)) concezione della Psicoanalisi, proprio in risposta al "romanzare" intorno a una <> ... che cessa di essere una qualunque <> ed assurge al ruolo di protagonista di un "suo romanzo" degno di Tolstoj ... a misura che una reinterpretazione di "segrete cose" ne individui una insospettata vicenda drammatica: o comunque "degna di nota"; una vicenda avvenuta ... al buio degli spazi inconsci, ma LI' TUTTA e per intero. E ... accessoriamente? ... mi chiedevo SE ed eventualmente *quanto* sia possibile che il "cammino psicoanalitico" (a quelli ai quali questo piace, naturalmente!) appaia -più ancora che la individuazione ...- la *costruzione* della cronaca di una "vita parallela" a quella reale; un "romanzo personale" nel quale vengono coinvolti -ad uno ad uno in ruoli di insospettata significatività ...- i genitori, e le figure comunque prossime, e tutte le antiche vicende quotidiane "sennò" banali e insignificanti. E ... più IT rispetto al <>, mi chiedo anche SE-e-quanto il "solo" fatto di vivere *se stessi* come protagonista di cotanto "drammone romanzesco" non possa costituire (anche da solo, per quanto suggestivamente e basta) un presunto buon motivo di auto-stima: come dire <>. -- Vincenzo ... "romanzescamente" <> :-))