Subject: Re: psicologia della recitazione Date: Wed, 13 May 2009 22:53:43 +0200 From: "Vincenzo Del Piano" Organization: ComputerVille Newsgroups: it.discussioni.psicologia "L" ha scritto nel messaggio news:4A0ABF74.AE8ADAC6@yahoo.it... > > In merito a Nickolson: > > ... se è vero che ad ogni attore danno poi un certo ruolo nel quale si > "specializza" .. vorrei aggiungere che stimo molto Nickolson per > l'anedotto che ora vado a raccontarti. [cut] ... "si vede" che l'ottimo "matto" LO SA che è possibile che un personaggio si impossessi dell'interprete :-)) Sempre per sentito dire ... "so" che molti attori si rifiutano (dopo un po') di rivestire sempre lo stesso ruolo: anche e soprattutto (!) se di grande successo. Dicono che è meglio evitare che il pubblico li identifichi in *quello e solo quello* personaggio ... decretando così per l'attore una "fissità di ruolo" potenzialmente di ostacolo alla carriera. E' verosimilmente vero ... "e" è anche verosimile che -a furia di prestare il suo viso (e il suo sistema emozionale) sempre a UN personaggio ... - lo stesso attore *si* veda invadere il suo IO da quello del personaggio. Nella ipotesi (del tutto incompetente!) da "me" fatta relativamente a <> ... IMHO è possibile che il sistema emozionale -che pur "inventa fintamente" un itinerario emotivo *alieno* ...- alla fine non sia più in grado di distinguere qual è "l'itinerario" proprio-e-reale ... e quale quello "inventato e finto". Nel dire ciò, mi rifaccio alla giusta osservazione di Fernando, secondo il quale << il cervello, lavorando per immagini, considera reale ciò che produce>> e mi chiedo -relativamente alla tollerabilità del sistema emotivo dell'attore nei confronti di emozioni "solo emulate e finte"- quanto tempo può esso sopportare un "prodotto omogeneo per modalità e contenuti" senza considerarlo *proprio*; ciò ... pur considerando che (presuntemente ...) il sistema emotivo dell'attore sia addestrato a produrre emozioni *emulate e finte*. Ciao, L ! :-) -- Vincenzo